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Finlandia

Finlandia, ecco le idee economiche di chi ha sconfitto Sanna Marin

In Finlandia gli elettori hanno penalizzato le politiche di spesa di Sanna Marin, premiando invece l'austerity di Petteri Orpo. Tutti i dettagli.

 

Non è bastata alla premier della Finlandia Sanna Marin la popolarità personale per salvare il suo governo da una tornata elettorale che ha penalizzato le sue ricette tassa-e-spendi e premiato quella, incentrata sull’austerity, del suo rivale conservatore Petteri Orpo, leader del National Coalition Party (NCP) piazzatosi al primo posto con 48 seggi, sei in più rispetto a quelli guadagnati dai socialdemocratici di Marin e soprattutto due in più rispetto a quelli del Partito dei Finlandesi, formazione politica di estrema destra con cui ora Orpo potrebbe essere chiamato a governare.

Elezioni in Finlandia: una campagna incentrata sui temi economici

È stato l’economia il tema dominante di una campagna elettorale in cui si stagliavano netti e distinti i profili dei due principali sfidanti, i socialdemocratici di Sanna Marin e l’NCP di Petteri Orpo.

Come ha scritto Politico, Marin ha impostato la sua campagna su temi tradizionalmente progressisti contrastando le proposte di tagli alla spesa del centrodestra e prospettando investimenti fiscali che, a suo dire, avrebbero condotto a una maggiore crescita economica e dell’occupazione. “Ma alla fine”, conclude Politico, “i timori su un crescente debito pubblico, una radicata preoccupazione in Finlandia, hanno penalizzato le prospettive di Marin raffrontate ai messaggi di disciplina fiscale” trasmessi da Orpo.

Riduzione del debito pubblico e tagli le tasse e al welfare: la ricetta di Orpo

Il dato forse più vistoso del governo Marin è stato la crescita del debito pubblico, salito dal 66% al 73% nell’arco dell’ultimo anno.

In linea con i suoi principi conservatori e con la prudenza di un Paese notoriamente frugale, Orpo ha fatto del risanamento fiscale il suo cavallo di battaglia.

Come scrive Reuters, Orpo ha accusato la Marin di erodere la resilienza economica del Paese nel momento in cui questo era alle prese coi crescenti costi dell’energia e con un’inflazione in netta risalita. Ecco perché, quando è sopraggiunta la notizia della sua vittoria alle urne, Orpo, in un discorso ai suoi seguaci, ha promesso di, riporta ancora Reuters, “fix Finland”.

Ora Orpo, dopo la sua vittoria, è chiamato a mantenere le sue promesse di ridurre, per un ammontare previsto di 6 miliardi di euro, le spese dei programmi di welfare, con particolare riguardo ai sussidi di disoccupazione, per contenere il deficit della Finlandia e introdurre un massiccio piano di tagli alle tasse finalizzato a stimolare la crescita economica.

“La cosa più importante che la National Coalition vuole cambiare in Finlandia”, aveva dichiarato Orpo all’AFP alla vigilia delle elezioni, ”è che la smettiamo di far crescere il debito”.

In un’intervista rilasciata a Reuters il 14 marzo, Orpo aveva sottolineato che “il più grande cambiamento tra il governo di Sanna Marin e un possibile mio governo è il tipo di politica economica che faremo. La politica (di Marin) è di risolvere tutti i problemi col debito e con l’aumento delle tasse”.

Dal canto suo Marin ha tentato di contrastare la campagna elettorale del suo rivale con il classico argomento secondo cui Orpo avrebbe “preso dai poveri per dare ai ricchi”.

Come rileva la Bbc, facendo esercizio di sintesi, da un governo guidato da Orpo “l’Europa può aspettarsi un conservatore proeuropeo che arriva dal centro liberale del suo partito con un’enfasi sulla politica economica”

L’incognita del Partito dei Finlandesi

Sui programmi che la vittoriosa NCP vorrà implementare grava l’incognita della formazione con cui, secondo tutti gli analisti, Orpo sarà chiamato a governare, ossia il Partito dei Finlandesi (Perussuomalaiset,in inglese  Finns Party).

Non tutti hanno dimenticato, come sottolinea Reuters, che l’obiettivo finale ancora perseguito da questo Partito è l’uscita della Finlandia dall’Ue, tema che tuttavia la leader Riikka Purra ha in parte accantonato negli ultimi tempi in favore di una retorica antiimmigrazione sempre più veemente.

Ciò che Purra si prefigge è una drastica riduzione di quella che considera la “dannosa immigrazione” in Finlandia dai Paesi in via di sviluppo. Come si legge sul sito del Finns Party, riferisce Sky, la politica finlandese in materia di immigrazione negli ultimi trent’anni viene considerata “un completo fallimento”.

Un’altra posizione eterodossa del Partito dei Finlandesi riguarda la politica climatica, che Purra ha definito “non necessaria” Come ricorda ancora Sky, il programma del Partito rinvia di vent’anni, dal 2030 al 2050, il traguardo di “zero emissioni”.

Ci vorrà tutta l’abilità del tre volte ministro e fine negoziatore Orpo per valorizzare i punti di contatto, che pur non mancano. Anche il Partito dei Finlandesi, infatti, si dice propenso a politiche di austerità e a conseguenti tagli alla spesa, per non parlare del sostegno all’Ucraina aggredita dalla Russia che in entrambe le formazioni politiche risulta incrollabile.

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