Acque agitate per l’alleanza italo-francese delle navi militari. Dallo scorso autunno i leader europei della cantieristica navale, l’italiana Fincantieri e la francese Naval Group, sono al lavoro per stringere una forte alleanza industriale dando vita a un “gigante navale europeo”. Il progetto sarebbe però a un punto morto, titola oggi il quotidiano francese Le Figaro secondo il quale la Francia sarebbe restia a legare Naval Group in una fusione irreversibile con Fincantieri.
COMPARTO CIVILE
A distanza di un anno dall’annunciata alleanza franco-italiana nella cantieristica navale, ci troviamo di fronte a uno stallo, sia nel comparto civile sia in quello militare, evidenza Le Figaro. Il gruppo triestino, leader mondiale della cantieristica, non ha ancora preso il controllo di Chantiers de l’Atlantique, leader francese nella costruzione di navi da crociera, come da accordi.
Lo scorso 10 luglio, lo Stato francese ha nazionalizzato la società cantieristica (ex-STX France) prendendo il controllo del mancante 66%, che deteneva la sudcoreana STX. Ora Fincantieri deve riscattare il 50% del capitale per 59,7 milioni di euro e ricevere un 1% supplementare nel quadro di un prestito dodicennale. Secondo Le Figaro, al progetto manca ancora il via libera dalle autorità per la concorrenza francese e tedesca, ritenute competenti dall’Agence des participations de l’Etat (APE) e da Bruxelles, per trattare il dossier a livello nazionale.
E QUELLO MILITARE
Se all’accordo nel settore civile manca soltanto la luce verde delle autorità regolatorie, quello militare è tutto da definire anche se c’è un’intesa di massima tra i due Stati. Da un anno Francia e Italia stanno studiando una possibile alleanza in campo navale militare, che contempla anche un possibile scambio azionario tra Fincantieri e Naval Group tra il 5% e il 10%.
Secondo Le Figaro, la definizione di questo accordo è a un punto morto. E lo stallo è imputato alle tensioni politiche tra i governi di Roma e Parigi. “Le relazioni difficili con il governo italiano non aiutano ma c’è una divergenza di posizioni che non è legata al cambiamento di esecutivo avvenuto a marzo 2018” assicura una fonte vicina al dossier citata da Le Figaro.
APPROCCI DIFFERENTI
Secondo il quotidiano francese, la Francia auspica un’alleanza a tappe, come descritta nel progetto industriale presentato da Naval Group lo scorso 10 luglio, con la creazione di una joint-venture per gestire le attività in comune, in modo da creare sinergie e guadagnarci in competitività così da fronteggiare la concorrenza dei rivali russi e cinesi. Il paradigma è l’alleanza Renault-Nissan con l’obiettivo di far crescere la joint-venture nel tempo, grazie ai nuovi programmi.
Più deciso è l’approccio italiano, così come delineato anche dal numero uno di Fincantieri, Giuseppe Bono, che punta a una fusione rapida sul modello Airbus (tanto che Bono da tempo evoca la necessità di una sorta di “Airbus dei mari”). Ma i dicasteri dell’Economia e della Difesa francesi non vorrebbero saperne di una fusione obbligatoria: “Lascerebbe orfano il comparto sottomarini di Naval Group che non potrebbe prendere corpo in assenza di nuovi programmi strutturali” ha spiegato un addetto ai lavori, scrive Le Figaro.
L’INCOGNITA LEONARDO
La complessità dell’operazione nel settore militare è data anche dal coinvolgimento di altri due attori. Secondo il quotidiano francese, altra inquietudine riguarda il ruolo dei fornitori strategici in quest’alleanza: la francese Thales e l’italiana Leonardo (ex Finmeccanica). L’operazione coinvolge automaticamente anche il contractor italiano aerospaziale e della difesa in quanto fornisce elettronica, armi e radar alle navi di Fincantieri. Già Defense News aveva ricordato le preoccupazioni di Alessandro Profumo, amministratore delegato di Leonardo, riguardo le navi costruite o commercializzate congiuntamente da Fincantieri e dai francesi che potrebbero preferire ai suoi sistemi quelli prodotti dalla concorrente francese Thales, che è azionista di Naval Group. E gli attriti latenti fra i due gruppi italiani si sono fatti sentire anche nel dossier Vitrociset (come raccontato qui e qui da Start Magazine nei giorni scorsi).
Malgrado le divergenze franco-italiane, il dialogo prosegue in seno ai gruppi di lavoro precisa Le Figaro. “Naval Group e Fincantieri sono determinati a non mollare la presa. La questione della cornice azionaria del progetto non riguarda i due costruttori bensì gli attori politici. Sono infatti i due Stati i principali azionisti dei due gruppi”, ha dichiarato una persona vicina al dossier al quotidiano francese.
E fonti istituzionali italiane ricordano come il recente incontro avvenuto a Roma tra esponenti dei due esecutivi abbia confermato la direzione di marcia decisa dal governo Gentiloni.
Il primo agosto si è tenuto infatti un vertice a Roma tra il vicepremier Luigi Di Maio e il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. Come si leggeva in una nota, “per quanto riguarda Les Chantiers de l’Atlantique (Cantieri) e il lavoro intrapreso da Naval Group e Fincantieri, i due ministri ribadiscono l’impegno ad attuare la alliance roadmap definita a settembre 2017”.
Sempre nella stessa giornata, Le Maire ha incontrato il suo omologo italiano Giovanni Tria ribadendo che “in base ai dettagli forniti recentemente ai due governi sul loro progetto industriale da Naval Group e da Fincantieri, il cui importante lavoro è stato accolto favorevolmente, i due Ministri, insieme al Ministro italiano per lo sviluppo economico e ai Ministri della difesa italiano e francese, faranno il punto sullo stato di avanzamento”.
Tutto ok dunque? Si vedrà.