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Rezza

Feste nei locali? Da incoscienti. Parola del prof. Rezza (Istituto superiore di sanità)

Commenti, analisi e consigli di Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità (Iss)

“Non è una influenzetta. Io non sono mai sceso in polemiche con colleghi. Ognuno ha le sue opinioni, ma chi ha detto in passato che questa era una influenzetta ha sbagliato e dovrebbe riconoscerlo e fare pubblica autocritica, perché altrimenti la comunità scientifica si divide su cose su cui non si dovrebbe dividere. L’influenza stagionale è un’altra cosa”. È quello che ha ribadito Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss), intervenendo a ‘Radio anch’io’ su Rai Radio 1.

ALTRO CHE INFLUENZA!

Il nuovo coronavirus non è come l’influenza stagionale, è il messaggio che ripete. “Abbiamo già in parte gli anticorpi contro quella, abbiamo un vaccino che protegge le persone fragili. Se lo mettano in testa. Altrimenti perché prenderemmo queste misure, perché gli ospedali nelle zone rosse e le terapie intensive sono in sofferenza?”.

SACRIFICI NECESSARI

“Bisogna prendere delle misure su tutto il territorio nazionale. Una volta per tutte 2 mesi di sacrifici, per piacere, e si facciano”. È il monito lanciato da Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss). Per l’esperto, più che 8 giorni potrebbe essere “decisivo il prossimo mese, forse le prossime 8 settimane”.

LA SITUAZIONE A ROMA

Che succede nel Lazio? “A Roma il virus sta già incominciando a circolare, anche se le catene di trasmissione sono per ora piccole. Ne dobbiamo prendere atto perché altrimenti si fa il patatrac come a Lodi di nuovo. Solo che stavolta eravamo avvertiti”, ha detto direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità (Iss),

CONSIGLI UTILI

Quali sono i consigli utili? “È chiaro che bisogna anche in qualche modo usare dei deterrenti per chi se ne va in giro, crea assembramenti o fa le feste nei locali chiusi in questo periodo, perché è da incoscienti”, ha sottolineato Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: “Certamente — ragiona l’esperto — se si fossero messe in atto le misure che sono state messe in atto in Cina a Wuhan e nell’Hubei, saremmo più ottimisti. È chiaro che per noi è difficile, non sarebbe probabilmente realizzabile. Allora bisogna ricorrere alla responsabilità e al senso civico dei cittadini e usare anche qualche metodo deterrente”.

CHE COSA SUCCEDE IN FRANCIA E GERMANIA

Rezza guarda anche all’Europa, dove sembra non si stia andando in questa direzione: “In Francia — dice — ancora ci saranno le discoteche aperte a Parigi, e in Germania credo idem. Non ci si mette in testa che i cinesi hanno fatto un grande lavoro, che forse noi non potremo fare mai allo stesso modo. È chiaro”. Però l’invito dello specialista è a usare il senso di responsabilità, e ai giovani dice: “Anche loro avranno padri, nonni e zie. Quindi sarebbe il caso che si responsabilizzassero”.

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