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Fake News

Fake news, ecco cosa stanno facendo Facebook, Tiktok e Reddit

Facebook, TikTok e Reddit hanno aggiornato le loro policy sulle fake news negli ultimi giorni. Tutti i dettagli   Facebook, TikTok e Reddit hanno aggiornato le loro policy sulle fake news negli ultimi giorni, mostrando una certa sensibilità alle pressioni provenienti dalle ormai prossime presidenziali americane. E non solo. Un po’ tutti i colossi del…

 

Facebook, TikTok e Reddit hanno aggiornato le loro policy sulle fake news negli ultimi giorni, mostrando una certa sensibilità alle pressioni provenienti dalle ormai prossime presidenziali americane. E non solo. Un po’ tutti i colossi del web che diffondono contenuti – compresi Twitter, YouTube – si stanno trovano sotto il fuoco incrociato di autorità e opinione pubblica, anche per la diffusione di informazioni errate a livello globale su temi vitali come Covid-19 e conflitti etnici.

COSA STANNO FACENDO FACEBOOK, TIKTOK E REDDIT

Nel caso di Facebook, TikTok e Reddit è la prima volta che dei big dei social media adottano una linea dura in particolare sul divieto di contenuti deepfake, in genere video o audio manipolati utilizzando l’intelligenza artificiale (AI) o l’apprendimento automatico per ingannare intenzionalmente gli utenti.

Più precisamente, Facebook ha annunciato il divieto a diffondere i deepfake modificati ad esempio per travisare le dichiarazioni di qualcuno. TikTok ha affermato che vieterà la disinformazione creata per causare danni agli utenti o al pubblico, inclusa la disinformazione sulle elezioni o altri procedimenti democratici simili manipolati con l’obiettivo di causare danni. Reddit, invece, ha dichiarato che vieterà gli account che impersonano individui o entità in modo fuorviante o ingannevole. Inoltre bandirà i deepfake o altri contenuti manipolati “presentati per fuorviare o per attribuire dichiarazioni in modo fraudolento a un individuo o una entità”.

LE PREOCCUPAZIONI CONTRO I DEEPFAKE

La preoccupazione per i deepfake ha iniziato a emergere dopo le elezioni del 2016 e da allora è diventata un punto di discussione importante per garantire una corretta narrativa dei fatti. Hazel Baker, responsabile della raccolta di notizie sui contenuti generati dagli utenti di Reuters, ad esempio, ha dichiarato ad Axios il mese scorso che “il novanta per cento dei media manipolati che vediamo online è un video reale estratto dal contesto utilizzato per alimentare una narrativa diversa”.

Secondo gli esperti di Axios dunque, se le piattaforme dei social media non cominceranno a trattare in modo più aggressivo in contenuti ‘fake’ audio e video, rischiano di veder trasformate le loro timeline in contenitori di notizie manipolate e del tutto inattendibili.

MANCANO PIANI CHIARI PER IL CONTRASTO DELLE FAKE NEWS

Gli esperti hanno lanciato l’allarme sulla prossima era dei deepfake da tempo, ma le piattaforme non hanno ancora elaborato dei piani chiari e univoci per contrastarli, al di là di alcuni aggiornamenti di policy interna.

Dobbiamo fermare la linea del “non voglio essere l’arbitro della verità”, ha detto il professore dell’Università di Berkeley, esperto di fake news Hany Farid durante un evento Axios sull’argomento. “E’ una sciocchezza”. Farid fa notare che tutte quelle piattaforme tracciano già delle linee di demarcazione, come il divieto della pornografia, perché ritengono che permettere tali contenuti sia un male per i loro affari.

SFIDE IN CRESCITA NEI PROSSIMI ANNI

Secondo Axios, tuttavia, le piattaforme sono lente nel capire quali media manipolati dovrebbero essere eliminati, quali etichettati e quali lasciati in pace. Ma le sfide cresceranno nei prossimi anni, dato che gli strumenti per creare video e audio falsificati diventano via via sempre più potenti e facili da usare, e dato che le piattaforme esitano a prendere drastiche misure contro la disinformazione di fronte alle affermazioni dei Repubblicani secondo i quali il pregiudizio anticonservatore è incorporato nelle pratiche di moderazione dei contenuti della Silicon Valley. “Penso che abbiamo già perso tempo prezioso a causa della politicizzazione del problema”, ha detto Nina Jankowicz, disinformation fellow al Wilson Center.

UTENTI PREOCCUPATI

Quasi tre quarti degli utenti regolari di Internet ha riconosciuto almeno uno dei tre principali rischi online – notizie false, cyberbullismo e frode – ma le notizie false sono di gran lunga la principale preoccupazione, secondo il sondaggio sui rischi mondiali condotta dalla Lloyd’s Register Foundation.

I sondaggisti Gallup hanno condotto più di 150.000 interviste in 142 paesi per conto della fondazione e hanno scoperto che il 57% degli utenti di Internet, in tutte le aree geografiche, gruppi di età e background socio-economici, percepiva false informazioni o notizie false come la maggiore preoccupazione.

Le persone che vivono in regioni con un’elevata disuguaglianza economica, o polarizzazione etica, religiosa o politica, tendono ad essere le più preoccupate, il che, secondo la fondazione, rischia di portare a un indebolimento della coesione sociale e della fiducia. Ciò è stato particolarmente evidente in Malawi, Ruanda, Bolivia, Uganda e Senegal, dove tale preoccupazione è stata citata da oltre l’80% degli intervistati.

Nonostante ciò, il sondaggio ha anche rilevato un numero significativo di persone che non sono affatto consapevoli del rischio di disinformazione. Secondo Richard Clegg, amministratore delegato della Lloyd’s Register Foundation, questo dato conferma che c’è una chiara minaccia alla sicurezza.

COSA FARE?

E allora cosa fare? Naturalmente, proibire tutti i media manipolati è complicato, data la pratica quotidiana di montare video per la grande distribuzione e il fatto che i video sono spesso manipolati anche per scopi satirici. Non è tutto. La mera esistenza della tecnologia di manipolazione di video e audio permette anche ai politici di liquidare come false immagini vere ma poco lusinghiere.

In realtà ci sono diverse soluzioni tecnologiche per affrontare il problema, compreso lo sforzo di creare flussi di contenuti autenticati per verificare che non siano stati alterati in modo significativo attraverso l’elaborazione, hanno concluso gli esperti di Axios.

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