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Come Facebook ha violato la privacy degli utenti con Huawei, Lenovo, Oppo e Tcl

Facebook avrebbe condiviso dati anche con aziende cinesi come Huawei, Lenovo, Oppo e TCL. Huawei è nel mirino degli 007 americani, ritenuta una minaccia alla sicurezza nazionale. E ora Mark  Zuckerberg dovrà assumersi tutte le sue responsabilità davanti al Congresso. Articolo di Giusy Caretto Ancora bufera su Facebook. Ancora ipotesi di violazione della privacy. Ancora dati…

Ancora bufera su Facebook. Ancora ipotesi di violazione della privacy. Ancora dati condivisi in maniera controversa. Il social network fondato da Mark Zuckererg ha ammesso, infatti, di aver condiviso dati con almeno quattro società di elettronica cinesi, tra cui il colosso Huawei, lo stesso che gli 007 americani considerano una minaccia. A denunciare il tutto è il New York Times, che sostiene che gli accordi di condivisione siano stati siglati nel 2010.

GLI ACCORDI

Gli accordi, che hanno concesso l’accesso privato ad alcuni dati dell’utente, sarebbero ancora in vigore: oltre ad Huawei, coinvolti nell’affairs ci sono anche Lenovo, Oppo e TLC. L’accordo con Huawei dovrebbe essere rescisso entro la fine della settimana, come ha dichiarato Facebook.

DATI RESTAVANO SUL CELLULARE

In realtà, almeno per quello che riguarda Huawei, i dati condivisi restavano sui cellulari e non finivano sui server. Ma questo non basterà certo a tenere a bada le polemiche di utenti e autorità americane: Huawei è nel mirino della politica americana. Proprio qualche mese fa, l’intelligence statunitense ha consigliato agli utenti americani di non acquistare cellulari Huawei, facendo saltare anche l’accordo commerciale con At&t per la vendita dei dispositivi cinesi attraverso la sua rete di distribuzione.

“Tutte le condivisioni e interazioni di Facebook con Huawei, Lenovo, Oppo e TCL sono state controllate fin dall’inizio e Facebook ha approvato tutto ciò che è stato realizzato”, ha dichiarato Francisco Varela, vicepresidente di Facebook. “Visto l’interesse del Congresso, volevamo chiarire che tutte le informazioni condivise con Huawei erano archiviate sul dispositivo, non sui server di Huawei.”

DATI CONDIVISI ANCHE CON AMAZON, APPLE, SAMSUNG

La storia cinese, in realtà, fa parte di qualcosa ben più grande. Sempre il New York Times, infatti, qualche giorno fa, ha scritto che Facebook avrebbe condiviso, secondo degli accordi risalenti al 2007, i dati privati degli utenti con alcuni dei maggiori produttori di dispositivi mobili al mondo, fra i quali Amazon, Apple, Blackberry e Samsung.

La partnership ha permesso a Facebook di espandere la propria portata e ai produttori di dispositivi di offrire e diffondere ai propri utenti alcuni dei servizi più popolari che caratterizzano il colosso dei social media. E non solo. Facebook avrebbe anche consentito al dispositivo di accedere ai dati degli amici degli utenti senza il loro esplicito consenso, anche dopo aver dichiarato che non avrebbe più condiviso tali informazioni con gli estranei. In pratica, i produttori di smartphone potevano recuperare informazioni personali anche degli amici degli utenti.

Secondo quanto rivelato da alcuni funzionari di Facebook, gli accordi con le società cinesi hanno permesso a queste di accedere a ciò che è stato offerto a BlackBerry, che poteva recuperare informazioni dettagliate sia sugli utenti dei dispositivi che su tutti i loro amici, incluse inclinazioni religiose e politiche, storia del lavoro e della formazione e stato delle relazioni.

FACEBOOK DEVE FORNIRE DETTAGLI AL CONGRESSI

Il senatore John Thune, repubblicano del Sud Dakota che guida il Commerce Committee, ha chiesto a Facebook di fornire maggiori dettagli sulla condivisione dei dati al Congresso. “Facebook deve imparare ancora che la trasparenza è uno standard elevato da soddisfare”, ha affermato Thune.

Il senatore della Virginia Mark Warner ha sottolineato che le preoccupazioni su Huawei non erano nuove, e che Facebook doveva essere a conoscenza del rapporto del Congresso del 2012 sulle “strette relazioni tra il Partito Comunista Cinese e i produttori di attrezzature come Huawei”.

“Non vedo l’ora di saperne di più su come Facebook ha assicurato che le informazioni sui propri utenti non siano state inviate anche su server cinesi”, ha affermato Warner.

NESSUN ACCORDO CON ZTE

Non ci sarebbe stato, invece, nessun accordo per la condivisione dei dati è con Zte, l’altro colosso cinese finito nel mirino degli 007.

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