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Centrodestra

Cosa cambia con la nomina di Pinelli al Csm

Il ruolo di Salvini nell'elezione di Fabio Pinelli a primo vicepresidente del Csm. La nota di Paola Sacchi

 

E alla fine quello che si potrebbe definire il “cantiere-Salvini”, ovvero l’intensa tabella di marcia quotidiana del leader della Lega, vicepremier, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, costellata di inaugurazioni e interventi sblocca opere, mette a segno un colpo storico anche sul fronte giustizia.

A dispetto di quella che era stata descritta come ormai una leadership declinante, sull’orlo di essere scalata da questo o quell’altro maggiorente leghista, in una sorta di infinita “telenovela padana” mediatica, anche a rischio di comicità poiché sempre smentita dai fatti, porta innanzitutto la firma politica di Matteo Salvini la nomina per la prima volta come vicepresidente del Csm di un esponente di area di centrodestra. Una svolta storica.

L’avvocato veneto, di Padova, Fabio Pinelli, prevalso a Palazzo dei Marescialli sull’esponente indicato dal Pd, probabilmente anche con il voto del renziano Ernesto Carbone, è figura indipendente, come lui stesso tiene a sottolineare. Lavorerà per quella “condivisione” delle scelte, che auspica il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, presidente del Csm, salutando l’elezione.

Ma è un fatto che Pinelli sia stato indicato in parlamento dalla Lega di Salvini nella votazione per i membri laici per il Consiglio Superiore della Magistratura. Tra i primi, dopo il premier Giorgia Meloni, a salutare la sua elezione a numero due di Mattarella nello strategico organismo, già colpito dallo scandalo Palamara, c’è il potente governatore del Veneto, Luca Zaia. Pinelli è stato difensore di Zaia e della Regione Veneto, dell’ex sottosegretario leghista Armando Siri e anche dell’ex spin doctor di Salvini, quel Luca Morisi sottoposto a un vero linciaggio mediatico, paradigmatico di quella gogna cui la riforma giustizia è chiamata a porre uno stop, per una vicenda attinente alla vita privata attraverso la quale, “volevano in realtà colpire me”, ha sempre denunciato Salvini. Per il quale la messa a segno del colpo sul vicepresidente del Csm suona di fatto come una rivincita dopo il fango della campagna di delegittimazione nei confronti del leader della Lega, che in pochi giorni ha visto archiviato il caso “Metropol”, per cui non è stato mai neppure indagato su inesistenti finanziamenti russi e ricevere i complimenti del costituzionalista Sabino Cassese per “l’input dato allo sblocco del Codice degli Appalti”.

Pinelli è figura che gode di importanti apprezzamenti trasversali. Era molto vicino all’altro giurista veneto, storico avvocato di Silvio Berlusconi e parlamentare di Forza Italia, Niccolò Ghedini, ma gode anche del giudizio positivo di personaggi di sinistra come l’ex presidente della Camera, Luciano Violante, che lo volle nel consiglio scientifico della Fondazione Italiadecide.

Pinelli nel suo discorso di insediamento cita sulla necessità della “credibilità” le parole del giudice martire “ragazzino”, Rosario Livatino, un eroe che spesso viene ricordato nel Pantheon del leader della Lega.

A complimentarsi subito con il nuovo vicepresidente del Csm è Meloni che afferma: “Auguri di ottimo lavoro, nella certezza della leale collaborazione col governo per migliorare la giustizia in Italia”. Parole quelle di Meloni che contengono lo stesso auspicio del messaggio del Guardasigilli, Carlo Nordio.

La Lega augura “buon lavoro a tutti i nuovi eletti del Consiglio Superiore della Magistratura”. Li definisce “profili di alto livello che auspichiamo combattano le patologie del correntismo e il carrierismo sfrenato nell’interesse del Paese”. Anche l’elezione del vicepresidente del Csm sembra ribadire un perimetro di alleanza tra centrodestra e “terzo polo” su una riforma della giustizia che, come ieri ha detto Silvio Berlusconi in un’intervista al Corriere della sera, e come aveva affermato Meloni, non vuole essere contro la magistratura, perché, sottolinea il Cav, “eliminare l’abuso delle intercercettazioni non significa non combattere la mafia e la criminalità”. Per Berlusconi è un’assurdità solo pensarlo.

Ieri Forza Italia, con il capogruppo alla Camera, Alessandro Cattaneo, tra i firmatari, ha presentato anche un disegno di legge sulla separazione delle carriere. Il centrodestra sulla riforma della giustizia procede compatto, a dispetto di chi vede solo divisioni in una coalizione plurale ma che ha messo questa riforma tra le sue priorità nel programma di governo. E anche il rafforzamento della leadership di Salvini oggettivamente non può che essere ulteriore elemento di stabilizzazione degli gli equilibri dell’intera alleanza di governo.

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