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F-18

F-18, Thaad, Blackhawk e Apache, ecco cosa chiede l’Ucraina agli Usa

L'ultima richiesta di armi da parte dell'Ucraina include il sofisticato sistema di difesa missilistico Thaad (inviato il mese scorso dagli Usa in Israele) e cacciabombardieri F-18

Caccia F-18 Hornet, Apache e Blackhawk tra le nuove richieste militari dell’Ucraina al Pentagono.

Secondo i documenti visionati da Reuters, l’ultimo elenco delle armi statunitensi di cui l’Ucraina afferma di aver bisogno per combattere l’esercito russo comprende i sistemi di difesa aerea Thaad, aerei da combattimento F-18 “Hornet”, droni, elicotteri Apache e Blackhawk.

I funzionari del ministero della Difesa di Kiev hanno presentato un “elenco di armamenti per soddisfare le esigenze delle forze di difesa dell’Ucraina” durante una sessione a porte chiuse di una conferenza a Washington mercoledì alla quale hanno partecipato funzionari governativi e dirigenti dell’industria della difesa, riporta Reuters.

Ma proprio mentre l’Ucraina cerca più sostegno militare, arrivano gli attriti politici negli Stati Uniti, evidenzia Axios.

Ieri i Repubblicani hanno bloccato al Senato un disegno di legge per aiutare l’Ucraina.  Durante una visita a Washington a settembre, il leader ucraino Volodymyr Zelensky aveva avvertito i senatori che l’Ucraina perderà la guerra se l’assistenza straniera non continuerà.

All’inizio di ottobre l’amministrazione Biden aveva ancora a disposizione 5,6 miliardi di dollari in aiuti militari da fornire a Kiev dalle scorte statunitensi e 1 miliardo di dollari per ricostituire le armi già inviate, segnala Defense News.

LE ARMI GIÀ RICEVUTE…

Secondo Reuters, il nuovo elenco completo di richieste da Kiev include armi che l’Ucraina ha già in stock, come i carri armati Abrams e l’artiglieria da 155 millimetri, nonché i caccia F-16, droni e missili Atacms a lungo raggio già richiesti in passato.

LE NOVITÀ NELLA LISTA DI AIUTI MILITARI RICHIESTA UCRAINA

Ma l’elenco riserva alcune sorprese rileva Reuters: sono presenti infatti i jet da trasporto C-17 Globemaster realizzati da Boeing  e il C-130 Super Hercules sviluppato da Lockheed Martin. Anche gli elicotteri d’attacco Apache della Boeing figuravano nella lista, così come l’elicottero Black Hawk prodotto dall’unità Sikorsky di Lockheed Martin.

TRA CUI IL CACCIA F-18 HORNET E IL SISTEMA MISSILISTICO THAAD

Ma gli ucraini non si sono fermati qui. I documenti mostrano che l’Ucraina sta anche sollecitando tre tipi di droni prodotti dalla General Atomics tra cui l’MQ-9B Sky Guardian e gli aerei da combattimento F-18 “Hornet”.

Già questa estate l’Ucraina aveva chiesto all’Australia informazioni sulle condizioni di decine di caccia F-18 ritirati dal servizio.

Come spiegava il mese scorso Analisi Difesa, “Trattandosi di un bimotore che eccelle in versatilità e manovrabilità a bassa velocità, l’F/A-18 è più in linea con i MiG-29 e Su-27 in dotazione agli ucraini. Il suo robusto carrello di atterraggio progettato per gli appontaggi, inoltre, meglio si adatta alle infrastrutture e piste di decollo improvvisate a cui l’Ucraina ha dovuto ricorrere a causa degli attacchi subiti e per rendere più difficile il targeting ai russi”.

“Come l’F-16, — aggiunge Analisi Difesa — può trasportare praticamente tutti gli armamenti di tipo occidentale attualmente a disposizione di Kiev e può essere rapidamente adattato a gestirne di nuovi. Pur estremamente aggiornati, gli F-18 australiani non montano strumentazioni all’ultimo grido, riducendo così il rischio tecnologico i n caso di abbattimento ma resta il problema della difficoltà di approvvigionamento e dell’addestramento di piloti e manutentori”.

E IL SISTEMA DI DIFESA MISSILISTICO THAAD

Non solo, nella lista sottoposta al Pentagono visionata da Reuters, figura anche il sistema di difesa aerea Terminal High Altitude Area Defense (Thaad) prodotto dalla Lockheed Martin.

Il Thaad è un sistema di difesa missilistico progettato per intercettare e distruggere i missili balistici a corto, medio e intermedio raggio durante la fase finale del volo, con percentuali di successo vicine al 100%, può operare in sinergia con gli altri sistemi antibalistici e l’elevata mobilità ne permette il rapido dispiegamento in tutto il mondo. Secondo l’azienda produttrice, si tratta dell’unico sistema statunitense in grado di intercettare i suoi bersagli sia all’esterno che all’interno dell’atmosfera, con una gittata massima di 200 chilometri.

Alla fine di ottobre il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin, aveva annunciato che sarebbero stati schierati in tutto il Medio Oriente “un sistema di difesa antimissile ad alta quota (THAAD) e diverse batterie di missili terra-aria Patriot”  a causa della “recente escalation” nella regione con il conflitto israelo-palestinese.

L’ALTOLÀ DEL SENATO AMERICANO

Ma come detto all’inizio, ulteriori aiuti per l’Ucraina sono vincolati dalle richieste di alcuni repubblicani di inasprire le leggi statunitensi sull’asilo e sulla libertà condizionale per i migranti.

Con 51 voti contrari e 49 favorevoli, i Repubblicani hanno affossato al Senato un provvedimento straordinario da 111 miliardi di dollari, 50 dei quali destinati al supporto all’Ucraina. Nel pomeriggio il presidente degli Stati Uniti Joe Biden aveva definito “sorprendente” che il Congresso debba ancora votare sui finanziamenti all’Ucraina, e che la mancata donazione di fondi aggiuntivi alla nazione sarebbe “il regalo più grande che Putin possa sperare”.
Al vertice virtuale dei leader del G7 con al centro la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, era intervenuto anche il presidente ucraino Zelensky chiedendo ulteriore supporto agli alleati occidentali.

L’URGENZA UCRAINA

“La riduzione degli aiuti militari a Kiev sarà fatale per la democrazia globale e il rispetto del diritto internazionale” ha spiegato al Corriere il consigliere del presidente Zelensky, Mykhail Podolyak spiegando che “La Russia dispone di un numero molto maggiore di equipaggiamenti militari e di munizioni, il che significa che sarà di nuovo in grado di ottenere un vantaggio parziale e di aumentare l’assassinio dei cittadini ucraini”.

“Necessitiamo di superiorità tecnologica. Per la difesa invernale abbiamo bisogno di sistemi contraerei, di missili a lungo raggio e di un gran numero di proiettili. Per le operazioni offensive, abbiamo bisogno di aerei, carri armati, blindati e di molti droni” ha precisato il consigliere del leader ucraino.

IL COMMENTO DEGLI ESPERTI ITALIANI

Eppure, secondo Germano Dottori, analista di geopolitica e consigliere scientifico di Limes, “il problema dell’Ucraina non è tanto la carenza di sostegno economico, anche se la postura Usa è un serio fattore di difficoltà ulteriore” scrive in un post su X, aggiungendo che la “questione vera è la scarsità di personale militare. Hanno sempre meno soldati”.

Per Dario Fabbri, analista geopolitico, saggista e direttore di Domino, “gli americani vogliono da un lato che non si allarghi la guerra in Medioriente, e dall’altro congelare la guerra in Ucraina”. Come ha illustrato in un’intervista all’Unità, “la controffensiva ucraina è andata malissimo, non solo non ha rosicchiato terreno, ma ha dimostrato come gli armamenti ipertecnologici che l’Occidente ha fornito a Kiev tramite la Nato, sono finiti nel mirino della Russia. I carri armati di produzione tedesca, in dotazione all’esercito ucraino, hanno subito ingentissime perdite nello scontro con la Russia. L’impressione da parte americana è che il conflitto possa solo peggiorare per Kiev e che sia necessario trattare con i russi”.

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