La corsa per aggiudicarsi Expo 2030 diventa a tre, il Bureau International des Expositions oggi riunito in Assemblea Generale a Parigi ha ammesso alla fase finale le candidature di Busan in Corea del Sud, Riad in Arabia Saudita e Roma per l’Italia. Si interrompe, dunque, il sogno di Odessa, con l’Ucraina da oltre un anno parzialmente occupata dalle truppe di Mosca.
LA SFIDA ROMA-RIAD PER L’EXPO 2030
In vista della votazione finale del 28 novembre la disputa sembra accendersi soprattutto tra Roma e Riad, con la capitale del principato saudita che appare in vantaggio in virtù le risorse pressoché illimitate a disposizione della candidatura.
La contesa ad accaparrarsi i voti dei delegati dei 179 Paesi, tra un focus sulla rigenerazione urbana e uno sulla sostenibilità ambientale, in controluce sembra riguardare anche assetti geopolitici e rispetto dei diritti umani. Oggi i tre masterplan sono stati presentati per l’ultima volta ai delegati del Bie, con 20 minuti a disposizione per ciascuna candidatura.
IL LOBBYING DI MbS
Ad accompagnare i dossier erano presenti in prima persona anche i leader di governo. Da una settimana il principe saudita Mohammad bin Salman staziona nella sua residenza parigina per portare avanti una attività di lobbying, condita anche da un bilaterale con il presidente francese Emmanuel Macron. La Francia sembra orientata a sostenere il progetto saudita, almeno al primo turno delle votazioni, e potrebbe trainare anche le scelte di parte del Maghreb e del centro Africa.
MELONI A PARIGI DA MACRON
La premier italiana Giorgia Meloni oggi al suo arrivo a Parigi ha sottolineato che si tratta di “una grande occasione per Roma” nell’ambito di “una partita sicuramente molto combattuta”. Poi di fronte ai delegati del Bie ha battuto sul tasto della “garanzia delle pari opportunità, anche dal punto di vista economico, per la partecipazione più ampia possibile alla nostra Expo”.
La rassegna romana, sottolinea la premier, “non si concluderà dopo i 6 mesi di esposizione, i padiglioni rimarranno a disposizione di tutte le nazioni che ne faranno richiesta, per consentire loro di mantenere una propria rappresentazione, di istituire centri di ricerca e tecnologia”. Quindi l’invito al voto: “Scegliete Roma, portiamo insieme la storia nel futuro”.
Con Macron “non abbiamo discusso dell’Expo, mi pare che la Francia abbia da tempo dato il proprio appoggio a Riad”, spiega la premier al termine del bilaterale all’Eliseo. “Non mi permetto di giudicare – chiosa – noi ci concentriamo su chi non ha ancora espresso le proprie preferenze”.
IL PIANO DI ROMA PER EXPO 2030
Netto anche il sindaco di Roma Roberto Gualtieri: “C’è una partita diplomatica in cui i Paesi stanno investendo anche pesantemente. Noi pensiamo che il nostro metodo non si quello di un Expo che si compra ma che si motiva in base alla qualità del progetto e sul fatto che Roma diventa una città al servizio di tutti i Paesi”.
Roma intanto schiera due testimonial di caratura internazionale a sostegno della candidatura: Samantha Cristoforetti e Russell Crowe. L’astronauta è intervenuta direttamente al Bie per sottolineare che: “Condividere, includere è nel nostro Dna di italiani”. Mentre l’attore de Il Gladiatore ha chiesto di votare per Roma perché non è “solo la capitale d’Italia” ma “una delle capitali del mondo”.
Roma mette in campo un masterplan ambizioso, curato dall’archistar Carlo Ratti. L’idea è quella di rigenerare l’area di Tor Vergata, dove si dovevano svolgere i Mondiali di nuoto del 2009, a partire dello scheletro della Vela di Calatrava, rimasta incompiuta dal 2011, con un boulevard urbano che passando attraverso una serie di parchi giunga fino in centro storico.
Una rassegna dunque all’insegna della riconversione urbana che guarda alla smart city per rinnovare un quadrante difficile della periferia cittadina. Tra i punti di forza del progetto il più grande parco solare urbano del mondo.
L’ARABIA SAUDITA È FAVORITA
La partita è aperta, anche se le risorse economiche a disposizione della candidatura saudita appaiono pressoché illimitate. Negli ultimi anni i Paesi del Golfo persico hanno ottenuto molto in termini di grandi eventi: tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022 si è svolta a Dubai Expo 2020 – in ritardo a causa della pandemia di Covid – mentre a dicembre 2022 sono stati disputati in Qatar i Mondiali di calcio.
Non stupirebbe, dunque, il tris con una nova Expo. L’oriente, invece, ospiterà la prossima edizione della rassegna, nel 2025 a Osaka in Giappone. Forse un appuntamento troppo ravvicinato per poter bissare subito dopo con una rassegna in Corea. La partita è aperta, tra meno di cinque mesi il voto finale.