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Hong Kong

Perché l’Europa è troppo ingenua sullo spionaggio della Cina

Cosa pensa il Regno Unito dello spionaggio della Cina. L'articolo di Giuseppe Gagliano.

 

Difficile negare che da parte europea ci sia ancora oggi una grande ingenuità nei confronti della capacità di penetrazione dello spionaggio cinese e soprattutto della capacità di creare in Europa agenti di influenza.

A dimostrazione di quanto si asserisce, qualche giorno fa i membri del Secretive Intelligence and Security Committee (ISC) inglese, un gruppo trasversale che riferisce direttamente al Primo Ministro, si sono riuniti proprio per discutere di questa problematica.

In particolare è stato osservato che la capacità di creare agenti di influenza da parte cinese è particolarmente radicata all’interno dell’università di Oxford e di Cambridge attraverso considerevoli finanziamenti. Questa preoccupazione segue quella dei rapporti inviati dall’MI5.

Ma esiste una soluzione concreta, al di là delle legittime denunce di infiltrazioni cinesi in Inghilterra?

Alcuni, come Clive Hamilton, hanno proposto che il Regno Unito debba introdurre un più robusto Espionage and Foreign Interference Act in stile australiano.

“La Gran Bretagna deve andare ben oltre la legge sulla lobby degli Stati Uniti. Ha bisogno di una legge sulle interferenze straniere modellata su quella australiana, progettata per affrontare esattamente il tipo di attività in cui Christine Lee si è impegnata”, ha aggiunto Hamilton.

A ulteriore dimostrazione di come sia pervasivo e pericoloso lo spionaggio cinese, Terence McKenna della CBC News ha esaminato le accuse secondo cui il governo cinese usa scienziati e ricercatori nei paesi occidentali come spie, nonché le preoccupazioni che il Canada non stia facendo abbastanza per prevenire lo spionaggio industriale.

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