Caro direttore,
il ministro Gennaro Sangiuliano non ha bisogno di difensori di ufficio, ma penso che non si debba infierire più di tanto perché a tutti può capitare di essere “ammaliati” da una “sirena”!
Trovo decisamente esagerato l’enorme clamore politico e mediatico che questa “storiella” ha suscitato. Sono stati evocati anche i rischi per la sicurezza nazionale in relazione al G7 della cultura e ieri il sindaco di Pompei si è detto preoccupato che la presenza dei ministri del G7 agli scavi venga annullata Il ministro Matteo Piantedosi nella sua qualità di Autorità Nazionale di Pubblica Sicurezza valuterà nei gli eventuali rischi e vedremo l’esito delle verifiche.
Tuttavia a proposito della Presidenza Italiana del G7 quella di Pompei non mi sembra assolutamente la preoccupazione principale. Temo, infatti, che – dopo l’indubbio successo del Summit G7 di Borgo Ignazia – il ruolo internazionale dell’Italia si stia affievolendo e possa declinare.
Il grave segnale d’allarme che intendo comunicare ai lettori di Startmag è che il 30 agosto scorso l’Italia non è stata convocata alla Casa Bianca quando il Consigliere per la sicurezza nazionale del presidente degli Stati Uniti Jake Sullivan ha riunito i suoi colleghi della Francia, della Germania e del Regno Unito per discutere sugli sviluppi della situazione in Ucraina.
L’esclusione dell’Italia dal summit di Washington – per giunta nel momento in cui ha la responsabilità di presiedere il G7 – è un brutto segno e il suo significato dovrebbe essere attentamente analizzato e interpretato dalla Farnesina e dalla Presidenza del Consiglio. Altro che il caso Sangiuliano!
È sui rischi di declassamento internazionale dell’Italia che il mondo dell’informazione e la classe politica (di maggioranza e di opposizione) dovrebbero concentrarsi e accendere i riflettori. Nel frattempo l’auspicio è che il secondo semestre della Presidenza Italiana del G7 non riservi altre brutte sorprese.
Marco Mayer