Cadono “dei” nell’Europa di fine 2024. Angela Merkel, raccontando come si oppose all’entrata dell’Ucraina nella Nato, rivela tutta la sua cecità strategica. Ancor più rovinoso appare il fine corsa di chi si definì lo Jupiter dell’Eliseo: il suo partito perde clamorosamente le elezioni europee del giugno 2024; per interrompere la crescita del Rassemblement national Emmanuel Macron convoca le elezioni politiche per luglio contrattando un accordo fra centristi e sinistra (il Nouveau front populaire compreso Jean-Luc Melanchon). Bloccata l’ascesa di Marine Le Pen, Macron organizza un governo guidato dal gollista Michel Barnier che per sopravvivere ha bisogno dell’astensione del Rassemblement national: a dicembre Barnier è sfiduciato. Insomma un mix di disperazione e arroganza che ormai neppure i più sfegatati dei (ex?) macroniani giustificano, sperando piuttosto che l’ex pupillo (precedentemente emarginato) Gabriel Attal in qualche modo lo commissari facendo un accordo con i socialisti di Rafael Glucksman.
Al fondo la mediocrità tardivamente disvelata della Merkel e la pienamente dispiegata arroganza macroniana hanno una radice comune: il disprezzo per la politica. La Kanzellerin governa dal 2005 al 2021 la Germania con coalizioni fondate su Cdu/Csu e Spd che logorano ben tre partiti (Spd, Liberali e Verdi), mettono le basi per un’impressionante crescita dell’AfD e di formazioni di estrema sinistra e filorusse come Bds. Jupiter dopo che è stato liquidato François Fillon con metodi ricorrenti nella politica francese (il gollista Laurent Wasquiez parlò di una “cellule de démolition” mediatico-giudiziaria per colpirlo) ritiene che si possa costruire un movimento né di destra né di sinistra, destinato a governare per sempre grazie agli estremismi lepeniani e melanchoniani.
Al fondo c’è l’idea che la democrazia liberale con la sua dialettica e le sue alternanze sia un ferrovecchio, e vada sostituito con istituti sovranazionali generalmente privi o con una scarsa legittimità fondata in qualche modo sulla sovranità popolare, di fatto sostituita nel caso di un’Unione europea priva di una Costituzione, da una diarchia funzionale buro-tecnocratica franco-tedesca.
Convinzioni di questo tipo hanno iniziato a circolare con i Clinton e i Blair in parte giustificate dal fatto che con la Cina denghista e una Russia filo occidentale, sembrava possibile un qualche governo mondiale. Poi, tra il 2001 e il 2014, prima l’esplodere del fondamentalismo islamico, poi dell’egemonismo cinese e infine del tardo imperialismo russo hanno modificato radicalmente la scena globale.
Di questo non si sono accorti né Angela né Emmanuel. In questo senso vi è un elemento specifico di mediocrità delle loro leadership. Si consideri pure il disprezzo che Macron dimostra per la volontà popolare, centro invece del sistema istituzionale gollista (nel 1969 Le General si dimise da presidente quando un referendum da lui proposto venne bocciato), provocando così la crisi attuale della Quinta repubblica.