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La flottiglia di Elly Schlein, trasgressiva ma “con juicio”

La lettera di Schlein per chiedere a Meloni di proteggere la flottiglia antiisraeliana salpata da Genova per Gaza è un goffo tentativo di mettere il governo contro sé stesso. Ma soprattutto fotografa l’atteggiamento della politica declaratoria e d’immagine di chi vuole essere sportivo senza sudare. Il commento del professor Gregory Alegi

«Duce! Ho l’onore di chiedervi che il governo italiano protegga gli antifascisti che a Guadalajara combattono contro Franco.» «Compagno Kruscev, ti prego di voler autorizzare i compagni De Felice, Colletti e Giolitti a protestare contro la brutale repressione dei cittadini di Budapest.» «Compagno Brezhnev, ti prego di concedere al compagno Andrey Sakharov di protestare contro la mancanza di diritti e libertà nell’URSS, paradiso dei lavoratori.» Negli archivi dell’Istituto Gramsci queste lettere non ci sono. Non perché siano state epurate ma perché i segretari del PCI – gente come Togliatti, Longo e Berlinguer – avevano ben chiaro il significato e le modalità del fare opposizione.

Altrettanto non si può dire di Elly Schlein.

La trisnipote alla segreteria dei resti di quello che fu uno dei più potenti partiti d’Italia ha infatti scritto a Giorgia Meloni per chiedere che il governo garantisca la sicurezza della Flotilla salpata da Genova alla volta di Gaza. Insomma, l’opposizione al governo sotto la protezione del governo.

Le questioni politiche aperte

Certo, l’appello lascia aperte questioni come chi e come dovrebbe proteggere cosa e da chi, per esempio. Ma in realtà, poco importa sapere se i pacifici marinai dovrebbero essere protetti dagli odiati militari – per dire, dalla Marina Militare, magari con la Trieste (38.000 tonnellate, 350.000 euro al giorno), o dalla Guardia Costiera, forte dell’esperienza specifica di soccorsi ai barconi, o ancora dalla Guardia di Finanza, con il pretesto di verificare la liceità delle merci trasportate.

E allo stesso modo, non serve fare facile ironia sul fatto che l’accorata richiesta sia giunta subito dopo che alcune imbarcazioni salpate dal porto di Barcellona, quasi a indicare che la gioiosa flotta di pace non avesse fin dall’inizio prestato particolare attenzione agli aspetti tecnici.

E si può anche ignorare che la parola Sumud nel nome della flottiglia (sì, nella lingua italiana esiste la traduzione esatta, senza bisogno di piegarsi sull’inglese) rimandi direttamente ai Fratelli Musulmani, ai quali fa capo Hamas. La Sumud Flotilla tunisina è coordinata per esempio da Anwar al-Gharbi, uno svizzero-tunisino che pochi anni fa incontrò in Turchia Ismail Haniyeh, il leader di Hamas ucciso a Teheran nel 2024. La Sumud Nusantara fa invece capo al giordano Mohammad Hannoun, che forse non è l’ex capo dell’intelligence del gruppo terroristico Abu Nidal ma già dai tempi di Biden è sospettato di raccogliere fondi per Hamas e perciò sotto sanzioni Usa, tanto che l’italianissima Unicredit gli ha chiuso i conti.

Come avrebbe detto Carosone?

Ciò che non si può ignorare è la stupefacente pretesa di adottare una posizione antigovernativa sotto la protezione del governo.

Portando la richiesta alle sue logiche conseguenze, Schlein chiede di fatto che Meloni provochi uno scontro con la marina israeliana qualora essa tentasse di impedire lo sbarco, come già fatto in precedenti tentativi. Seguendo il filo logico, ci si perdoni l’esagerazione, se gli israeliani dovessero arrestare qualcuno, secondo Schlein l’Italia dovrebbe compilare il modulo NA-123B «liberazione immediata degli attivisti arrestati da uno Stato amico», mandare le forze speciali a liberarli o espellere i diplomatici israeliani? E ancora, se Israele dovesse lasciare che gli eroici navigatori sbarchino a Gaza, l’Italia dovrebbe poi garantirne il reimbarco e il rientro a casa, dove mammà ha pronte le trofie al pesto (per i genovesi) o altro menù a scelta? (Purché, si intende, a chilometri zero, sostenibile, con alternative vegane, senza glutine e preferibilmente halal).

Si potrebbe andare avanti, ma rischieremmo di annoiare. Lanciare un’iniziativa contro la politica estera del governo chiedendo al governo di garantirla è l’atteggiamento infantile di chi vuole essere coraggioso senza rischiare, sportivo senza sudare, trasgressivo ma mainstream. Un atteggiamento che Manzoni immortalò con il celeberrimo «Adelante, Pedro, con juicio» e che Eco avrebbe forse chiamato «apocalittico ma integrato».

Non potendo, per comune decenza, concludere con le espressioni popolari romane, corrono in soccorso Napoli e Renato Carosone:

Tu ball’ o’ rock’n’roll
Tu gioch’ a baseboll
Ma ’e sorde pe’ ’e Camel
Chi te li dà?
La borsetta di mammà

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