Il leader populista olandese Geert Wilders si avvia verso una probabile vittoria alle elezioni parlamentari del prossimo mercoledì 29 ottobre, ma rischia di restare tagliato fuori dai giochi di governo. Secondo i più recenti sondaggi, il Partito della libertà (Pvv), da lui guidato, si prepara a ottenere circa 30 seggi sui 150 complessivi della Camera, confermandosi la prima forza politica dei Paesi Bassi. Tuttavia, la frattura con gli altri partiti rende improbabile la sua partecipazione a una futura coalizione di governo. La caduta dell’esecutivo di destra, provocata dallo stesso Wilders lo scorso giugno, gli ha fatto perdere terreno in termini di influenza, pur senza intaccare in modo rilevante la sua popolarità tra gli elettori.
La politica olandese è da mesi dominata dall’instabilità seguita alla rottura della coalizione più conservatrice che il Paese avesse conosciuto negli ultimi decenni. È stato proprio Wilders a spingere verso la crisi, ordinando ai propri ministri di abbandonare il governo, gesto che ha determinato la convocazione di elezioni anticipate. Nonostante le responsabilità dirette nella caduta dell’esecutivo, la sua base elettorale è rimasta pressoché intatta, segno che il suo messaggio politico, fortemente incentrato sull’immigrazione e sulla critica all’Islam, continua a trovare un ampio consenso.
NESSUN PARTNER DISPONIBILE PER UNA COALIZIONE
La prospettiva di Wilders di influenzare le future scelte politiche appare però limitata. Tutti i principali partiti olandesi hanno già escluso la possibilità di formare un’alleanza con il Pvv, giudicato inaffidabile dopo l’esperienza di governo terminata in stallo. La leader del partito liberal-conservatore Vvd, Dilan Yesilgöz, ha definito Wilders “un partner incredibilmente inaffidabile” che mette “gli interessi personali davanti a quelli del Paese”. Anche un eventuale sostegno esterno, come accaduto in passato, appare ormai escluso. In questo scenario, il leader del Pvv sembra destinato a rimanere confinato nel ruolo di oppositore, da cui potrà continuare a esercitare pressione sul governo, ma senza possibilità di incidere direttamente sull’indirizzo politico.
GLI ALTRI PARTITI E IL PASSO FALSO DEI CRISTIANO-DEMOCATICI
Mentre Wilders domina i sondaggi, la corsa per la seconda posizione resta aperta. L’alleanza tra socialdemocratici e verdi (Gl-Pvda), guidata dall’ex commissario europeo Frans Timmermans, e il partito cristiano-democratico (Cda) si contendono il ruolo di forza determinante per la formazione del governo. Il Cda, guidato da Henri Bontenbal, ha recuperato consensi dopo un periodo di declino, ma è stato penalizzato da una dichiarazione controversa. Durante un dibattito televisivo, Bontenbal ha difeso la libertà di istruzione di una scuola protestante accusata di discriminare uno studente omosessuale, anteponendo tale libertà al principio costituzionale di non discriminazione. Le sue parole hanno provocato una forte reazione in un Paese che, da decenni, si distingue per la tolleranza e i diritti civili. L’incidente potrebbe spingere ulteriori consensi verso l’alleanza progressista di Timmermans, che concentra la propria campagna sulla crisi abitativa e sull’aumento del costo della vita, temi particolarmente sentiti dall’elettorato.
UNA POLITICA SEMPRE PIÙ FRAMMENTATA
Anche l’Olanda non è immune dal virus della polverizzazione partitica, che sta indebolendo i sistemi democratici europei. La frammentazione del panorama politico complica infatti le prospettive di formazione di un nuovo governo. Ben 27 partiti sono in corsa per entrare in parlamento, e la soglia d’accesso relativamente bassa garantisce rappresentanza a molte forze minori, rendendo complessi i negoziati post-elettorali.
Gli analisti prevedono che la formazione di una nuova coalizione possa richiedere mesi, come già accaduto in precedenza. Nel frattempo, gli osservatori olandesi hanno introdotto uno strumento online, il “Koalitions-Checker”, che consente agli utenti di simulare diverse combinazioni di partiti per raggiungere una maggioranza parlamentare. Un esercizio che diverte l’elettorato ma sottolinea la difficoltà di individuare una formula di governo stabile.
Anche se i sondaggi attribuiscono al Partito della libertà il primo posto nella competizione elettorale, Geert Wilders potrebbe ancora una volta trovarsi nel paradosso di vincere le elezioni senza poter governare. Il suo successo numerico rischia di tradursi in una nuova stagione di opposizione, in un parlamento dove l’abilità nel costruire compromessi resta la chiave per esercitare il potere. Ma anche questa alternativa è foriera di ulteriore instabilità.






