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Centrodestra

Cosa significano le elezioni in Friuli per il centrodestra di governo

Le elezioni in Friuli Venezia Giulia rappresentano un altro test per il governo Meloni e per il centrodestra, dopo le vittorie in Lazio e Lombardia. La nota di Paola Sacchi

 

Friuli Venezia Giulia, stasera un palco per tre: il centrodestra di governo, rappresentato dal premier Giorgia Meloni, i due vicepremier Matteo Salvini, ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Antonio Tajani, ministro degli Esteri, a Udine, si presenterà come centrodestra di lotta. Il premier e presidente di FdI, il titolare del Mit e leader della Lega e il coordinatore-vicepresidente di FI (accompagnato dalla lettera scritta ieri dal leader azzurro Silvio Berlusconi) sul palco insieme a sostegno del governatore leghista Massiliano Fedriga, ricandidato per le elezioni regionali di domenica e lunedì.

In Friuli si voterà anche per 24 Comuni, tra cui Udine. Un altro test, dopo le vittorie di Lazio e Lombardia, anche per l’esecutivo e per misurare i consensi dei partiti di governo e gli equilibri nei rapporti interni al centrodestra. Il Friuli non è la Lombardia e il Lazio, le due Regioni più popolose d’Italia, ma l’appuntamento elettorale coincide con una fase nuova e più stringente per il governo Meloni, alle prese con la Ue su Pnrr e immigrazione, e questo è anche il debutto in una tornata elettorale del nuovo Pd di Elly Schlein.

C’è da dire, comunque, che il rapporto di forza tra il candidato della sinistra non tesserato dem, ma un autonomista, Massimo Moretuzzo, e il candidato del centrodestra, sarebbe già fotografato molto a vantaggio del leghista Fedriga, che è anche presidente della Conferenza Stato-Regioni, forte dei consensi ottenuti nel lavoro del suo primo mandato. Fedriga presenterà anche una sua lista, sullo stesso schema di Luca Zaia in Veneto e Fontana in Lombardia.

Ma la sfida è troppo importante anche per i rapporti di forza interni al centrodestra. Salvini già ieri sera, dopo domenica scorsa a Pordenone con capigruppo e ministri della Lega, è tornato a Udine, stavolta schierando i governatori leghisti al gran completo: Umbria (Donatella Tesei), Lombardia, Fontana, Veneto (Zaia), Trentino (Maurizio Fugatti), Sardegna (Christian Solinas). Fresco dell’approvazione del nuovo Codice degli Appalti, strumento decisivo per velocizzare le opere, già nel mirino del Pd e delle opposizioni – con dura polemica del presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, dalla Lega (con il viceministro Edoardo Rixi, il responsabile enti locali Stefano Locatelli e il capogruppo a Montecitorio, Riccardo Molinari) seccamente respinta al mittente che ha poi corretto il tiro sui rischi paventati di corruzione negli appalti diretti -, Salvini in un video ieri ha invitato a mettere una croce secca sul simbolo Lega. Che, pronostica il leader, vicepremier e ministro, “è pronta in Friuli a prendere un’altra marea di voti”.

Unità del centrodestra attorno a Fedriga sottolineata stasera anche plasticamente con il palco per tre, ma ogni partito gioca la sua sfida. E la Lega, che già in Lombardia aveva registrato un incremento rispetto alle Politiche quando fu ampiamente superara con FI da FdI, il partito del premier, è fisiologico che si batta per avere un risultato superiore a quelli recenti, tanto più in una terra dove con Fedriga è stata il traino decisivo per battere Debora Serracchiani, ex capogruppo del Pd a Montecitorio, e portare il centrodestra al governo regionale. Un’altra importante partita la gioca Forza Italia. Il test avviene subito dopo il cambiamento voluto da Berlusconi nel partito, con il ritorno come capogruppo alla Camera, in sostituzione di Alessandro Cattaneo, nominato vicecoordinatore nazionale, di Paolo Barelli, molto vicino a Tajani. Cambiamenti con l’obiettivo di “una squadra coesa” pronta per le Europee, li ha motivati il Cav. E anche con l’obiettivo, ha detto Barelli, di uno stretto “raccordo, con la nostra identità, con il governo di cui siamo parte centrale”.

Ma c’è chi vede, anche nella Lega, il rischio di un appiattimento di FI su FdI. E, comunque, il risultato friulano avviene troppo presto per considerarlo un vero test anche sul nuovo corso azzurro. Ma certamente lunedì i riflettori saranno anche puntati su questo. Uniti si, ma il centrodestra è plurale e un exploit eccessivo di FdI inevitabilmente sancirebbe un’egemonia del partito del premier che potrebbe creare tensioni nei rapporti interni ad una maggioranza che comunque non ha alternativa, anche vista la svolta del Pd radicalizzato a sinistra. Ma questa maggioranza è anche alle prese con una fase nuova delle sfide su nodi cruciali in Europa.

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