Giorgia Meloni di lotta e di governo. È la novità, come notano alcuni osservatori dopo l’intervento del premier e presidente di FdI in videocollegamento con gli alleati di Vox, la destra spagnola, che riapre fisiologicamente alla vigilia delle Europee con il proporzionale la competizione tra Meloni e chi ha il copyright della formula “di lotta e di governo”. Ovvero, la Lega di Matteo Salvini, il leader leghista, titolare del Mit e vicepremier che per primo peraltro ha lanciato la formula italiana della vittoria del centrodestra unito anche in Europa, sbarrando la strada a una nuova alleanza con i socialisti.
Dopo mesi in cui Salvini ha occupato tutti gli spazi a destra di fatto lasciati liberi da Meloni, totalmente presa dal ruolo istituzionale che la vedeva in grande sintonia con la presidente della commissione europea Ursula von der Leyen, ora competition is competition, inevitabilmente. Meloni accorcia anche le distanze con Marine Le Pen, con cui Salvini nel gruppo europeo di Identità e Democrazia ha da sempre uno storico rapporto di amicizia. Ma Salvini rispetto alle mosse di Meloni che ora sembrano andare sulle sue orme rilancia il suo ruolo. Ieri sera si è subito detto in piena sintonia con Le Pen che ha dichiarato il divorzio con l’Afd tedesca, dopo le parole di un suo importante esponente di apprezzamento su “alcuni esponenti nazisti”.
Se il divorzio nel gruppo di Identità e Democrazia tra Le Pen, il maggior partito e la Lega con l’estrema destra tedesca e il “duello” nel centrodestra Meloni-Salvini sono finora gli elementi che segnano una campagna elettorale finora un po’ in sordina, l’altro protagonista è Antonio Tajani. Il segretario azzurro, vicepresidente del Ppe, vicepremier e ministro degli Esteri, di fronte al “duello” tutto a destra tra premier e l’altro vicepremier rilancia prendendosi lo spazio rimasto scoperto al centro e ribadisce con nettezza il suo no all’alleanza con Le Pen e le forze “anti-Nato”, “diverso – sottolinea – è il nostro rapporto con la Lega”.
Tajani ribadisce che FI intende occupare tutto lo spazio rimasto scoperto tra Elly Schlein e Meloni. Ovvero, il centro. Ma, intanto, sulla misura del redditometro FI si ritrova in asse con la Lega rispetto a FdI. Così come con la Lega si è più ritrovata in sintonia su una posizione garantista sul caso Toti.
Geometrie variabili rispetto a quelle europee. E lo stesso Salvini se “Giorgia” torna troppo a destra si mostra subito pronto a dare battaglia anche su temi più liberali come in economia che del resto sono patrimonio del dna leghista . Sarà inevitabilmente così fino al 9 di giugno.