E due. Dopo le Marche anche la Calabria resta al centrodestra, ancora più clamorosamente per i numeri. Gli 8 punti di distacco nelle Marche fra il governatore uscente Francesco Acquaroli, dei “fratelli d’Italia”, e il contendente piddino Matteo Ricci sono diventati quasi il doppio – 15,5 – fra Roberto Occhiuto, di “Forza Italia”, e Pasquale Tridico, delle 5 Stelle.
L’affluenza alle urne è scesa dal 50 per cento delle Marche al 43 per cento della Calabria, dove l’alternativa proposta da cosiddetto “campo largo” ha quindi allontanato ancora più elettori dalle urne.
Ma oltre al campo largo ha perso anche la magistratura che indaga il governatore uscente, e confermato, per corruzione non riducendone la popolarità ma aumentandola. Risultato al quale Occhiuto aveva puntato, come in una sfida, dimettendosi di fronte all’iniziativa giudiziaria, riducendo di un anno il suo mandato per raddoppiarlo con le elezioni anticipate che ne sono derivate.
Chiusi nella loro torre d’avorio e avvolti nelle bandiere dell’autonomia, indipendenza, separazione dei poteri e quant’altro i magistrati faranno spallucce a livello regionale e nazionale. Magari, a livello locale, quasi per prendersi una rivincita e rivendicare il loro primato sulla politica e sugli elettori, porteranno avanti con più vigore, più ostinazione la loro iniziativa contro il governatore, sino a sperare di farlo pentire della sfida e del successo ottenuto ma ininfluente sul suo destino di imputato. Ma penso che così facendo si daranno un’ulteriore colpo di zappa sui piedi. E forse contribuiranno alla loro sconfitta nella partita che hanno ingaggiato con la politica, più ancora che col governo, contestando la riforma della giustizia ornai in vista del traguardo finale in Parlamento e del referendum cosiddetto confermativo che seguirà. Al quale l’associazione nazionale dei magistrati si sta già preparando come ad una finale di campionato.
Le elezioni regionali in Calabria sono state significative anche all’interno dei due schieramenti che si sono contrapposti. Nel centrodestra Forza Italia, direttamente e con la lista intestata al governatore, ha raggiunto il 30 per cento dei voti, superando di una ventina di punti il partito della premier Giorgia Meloni e ancora di più quello leghista di Matteo Salvini, fermatosi al 9 per cento.
Nel campo largo il Pd ha preso col 20 per cento il triplo dei voti delle 5 Stelle, cui pure aveva dovuto cedere la candidatura alla presidenza della regione calabrese per tenere in piedi la prospettiva nazionale dell’alternativa. La segretaria del Pd Elly Schlein farà forse spallucce anche lei, pur avendo i suoi collaboratori ammesso la sconfitta, come anche Giuseppe Conte affrettatosi masochisticamente a ringraziare Tridico. Ma saranno spallucce come quelle dei magistrati.