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Come e perché l’Egitto compra aerei militari dalla Russia

Collaborando con la Russia, l'Egitto vuole diversificare il proprio approvvigionamento militare e contrastare la Turchia. L'articolo di Giuseppe Gagliano

Il 18 marzo del 2019 Egitto e Russia avevano raggiunto un accordo che prevedeva la fornitura di 24 aerei da combattimento Su-35, di fabbricazione russa. Ebbene, cinque dei 24 aerei sarebbero pronti per giungere in Egitto.
Nonostante la legittima e comprensibile reazione critica da parte di Washington nei confronti del consolidamento di questa partnership militare tra Egitto e Russia, Il Cairo intende porre in essere tutte le scelte strategiche necessarie sia per diversificare il proprio approvvigionamento militare – alla stessa stregua d’altronde del rivale turco – sia per contrastare proprio la proiezione di potenza turca.
Indipendentemente dagli aspetti tecnici dei Su-35 – si veda l’articolo in inglese del periodico National Interest -, il dato significativo, sotto il profilo geopolitico, è il fatto che l’Egitto sia il secondo acquirente dopo la Cina degli aerei da caccia russi. Se questo da un lato consente al Cairo – come già detto – di salvaguardare la diversificazione degli approvvigionamenti militari – proprio come fa la Turchia nei confronti degli Stati Uniti, della Cina e della Russia -, dall’altro lato consente all’Egitto di mantenere un rapporto di proficua collaborazione sia con i partner americani ed europei che con quelli asiatici.
Non è un caso che la partnership con la Russia sia stata posta in essere anche nella recente esercitazione sul Mar Nero, la cui prima edizione risaliva al 2015. Ma ancora più significativo il fatto che l’esercitazione – svoltasi dal 17 al 24 novembre a Novorossijsk, una delle principali infrastrutture militari russe sul Mar Nero – abbia avuto come sua principale finalità quella di limitare le ambizioni egemoniche turche sullo scacchiere libico, ambizioni che hanno trovato modo di concretizzarsi anche nel recente memorandum di intesa tra la Turchia e il Governo di accordo nazionale libico.
È difficile negare che una delle potenze emergenti a livello di egemonia regionale – accanto alla Turchia – sia certamente l’Egitto, come dimostrano anche gli accordi siglati con Cipro, la Grecia e la Francia proprio per salvaguardare i propri legittimi interessi energetici sul Mediterraneo orientale di fronte alle ambizioni turche -altrettanto legittime in una ottica realistica – volte a conseguire anche una autosufficienza energetica.
Proprio per queste ragioni è arduo credere che la recente risoluzione del Parlamento Europeo relativa alla violazione dei diritti umani in Egitto possa impensierire – o persino ostacolare – le ambizioni geopolitiche dell’Egitto, tenendo conto del fatto che proprio i paesi europei (Italia, Francia e Germania in testa) sono fra i maggiori clienti nel settore degli armamenti del Cairo. Ancora una volta, dunque, Pecunia non olet.
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