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Effetto Draghi sui rapporti tra Salvini e Letta?

Che cosa si sono detti nel primo incontro pubblico (si è svolto ieri pomeriggio all'Ispi) tra Matteo Salvini e Enrico Letta. La Nota di Paola Sacchi

Effetto Draghi sui rapporti tra Enrico Letta e Matteo Salvini? Differenze e spunti polemici, seppur in modo soft, vista anche la sede, non tardano ad emergere nel primo incontro pubblico (si è svolto ieri pomeriggio all’Ispi presieduto da Giampiero Massolo) tra Matteo Salvini e Enrico Letta.

Ma i toni del segretario del Pd sembrano cambiati rispetto a certa irruenza iniziale, evidentemente volta a ridisegnare il perimetro del suo Pd in difficoltà, nei confronti del leader della Lega e il suo presunto tasso di “europeismo”, in un’ offensiva unilaterale andata avanti per alcuni giorni.

I due certamente non rinunciamo a far emergere i loro punti di vista, ma la sensazione è che certi richiami del premier contro le liti tra i partiti della stessa larga maggioranza abbiano sortito un effetto.

L’incontro webinar sul rapporto Ispi “Il mondo al tempo del Covid, è l’ora dell’Europa?”, a cura di Alessandro Colombo e Paolo Magri, è il primo in cui Letta e Salvini solo l’uno accanto all’altro, seppur in modo virtuale. Con loro, oltre a Massolo, Emma Bonino e il direttore di Repubblica Maurizio Molinari.

Si parla di Europa, per Salvini però il punto non è “più o meno Europa, ma quale Europa”. Il leader leghista parla dell’importanza della Ue sui grandi temi ma al tempo stesso della necessità di non comprimere le identità e peculiarità nazionali, “e questo anche nello stesso interesse della Ue”.

Letta sottolinea la necessità di” un’Europa della salute ” e propone di rendere” permanente “il Next generation Eu”. Il leader del Pd si dice contento che anche la Lega faccia parte della maggioranza che proprio perché “è così ampia” a suo avviso potrebbe fare un significativo lavoro sul tema dell’Europa.

Torna quindi sulla “svolta europeista” reintroducendo la polemica con la stessa metafora usata il giorno del suo insediamento alla guida del Nazareno. Osserva, Letta, che il Pd sarebbe “lieto di non indossare più i panni della Protezione civile per impedire che qualcuno ci porti fuori dall’Europa” e apprezza la “maturazione avuta dai Cinque Stelle e dalla Lega”, auspica, infine, l’ingresso di Salvini nel Ppe.

Parole e toni che non piacciono affatto a Salvini, il quale non accetta lezioni del leader di un altro partito a casa sua e replica: “Non si possono continuare a dare patenti di democrazia, senza tener conto dei numeri espressi dai risultati elettorali”. E poi, a dispetto di tutta una narrazione dei giornali mainstream secondo la quale la Lega sarebbe in difficoltà con il premier dopo la sua richiesta di aperture in sicurezza, Salvini cita “il pragmatismo di Draghi” come esempio da seguire.

Il messaggio a Letta – in quello che ormai è un duello che sembra destinato a durare anche sotterraneamente, come embrione di un nuovo bipolarismo – sembra chiaro: la Lega non ci sta a cedere al Pd “l’esclusiva” del governo Draghi.

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