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Ecco la classifica degli Stati con più populisti (l’Italia non è ai primi posti)

Carrellata di ricerche demografiche condotte come parti del progetto “Globalism” della rispettabile sondaggista YouGov. Hanno molto da dire sull’Italia rispetto al resto del mondo. La Nota diplomatica di James Hansen

In Italia il termine “populista” non è molto ben definito e perlopiù sembrerebbe avere acquisito il senso di “politico o elettore di un partito non di diritto divino”. Altrove, dove si tenta di studiare il fenomeno con rigore accademico, i sondaggisti internazionali hanno creato una definizione più precisa: Il populista è una persona che si dichiara d’accordo con le due frasi: “Il mio paese è diviso tra le persone comuni e le élite corrotte che le sfruttano” e “La volontà popolare dovrebbe essere il più alto principio politico di questo paese”.

Posto in questi termini l’Italia non è particolarmente populista. Finisce infatti ben giù nella graduatoria del populismo (qui a fianco) dei paesi compresi in una ricerca demografica YouGov, sostenuta dal quotidiano progressista inglese The Guardian e dal Bennett Institute for Public Policy all’Università di Cambridge. L’Italia, populista al 20%, è lontana dai fasti raggiunti dai primi in classifica: Brasile (al 42%), Sud Africa (39%), Thailandia e Messico entrambi al 30% e la Turchia al 29%. I meno populisti sono Canada e Regno Unito, al 14%, Svezia (11%), Giappone (9%) e Danimarca (7%). In Italia è d’uso legare automaticamente il populismo all’obiezione all’immigrazione incontrollata, spesso considerata dall’opposizione politica un sintomo di xenofobia.

Il binomio però, almeno a guardare i dati YouGov, non è una necessaria conseguenza. La Svezia, molto poco populista, sente più dell’Italia la necessità di ridurre “fortemente” l’immigrazione: il 38% degli svedesi si dichiarano d’accordo con il proposito, contro il 34% degli italiani. I francesi e i tedeschi obiettano marcatamente più dell’Italia all’arrivo di immigranti senza “skills” e in cerca di lavoro: nei primi due paesi il 27% e il 29% rispettivamente del campione considerano la prospettiva “very bad”. Il dato italiano è il 22%.

A guardare tutti questi dati insieme—e come tendono a cozzare con la comune visione del Paese espressa dalla politica e dai giornali—verrebbe da pensare che l’Italia sia portata a pensare male di sé, ma curiosamente non è così.

Una parte, forse non la meno interessante, della serie di sondaggi che compongono il progetto “Globalism” di YouGov riguarda la percezione delle singole nazioni delle altre. I sondaggisti hanno chiesto ai partecipanti di indicare quali sono i paesi che più “ammirano”. Con un salto di creatività, hanno lasciato sulla lista anche quello del rispondente. Così risulta che il paese più ammirato (il 33%) dagli italiani è proprio l’Italia. I francesi invece hanno un’ammirazione sfegatata per il Canada (il 44%) mentre i tedeschi ammirano parimenti il Canada e la Svezia (entrambi al 26%).

Per la verità, anche l’Italia ha espresso un pareggio: cioè, per gli Stati Uniti, il 33%, lo stesso livello di “ammirazione” che ha per se stessa. Purtroppo gli Usa non ricambiano. Danno solo il 15% della propria stima all’Italia, riservando il 43% per se stessi. Gli americani si ammirano leggermente meno di quanto la Francia ammiri (misteriosamente) il Canada.

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