skip to Main Content

Legge Elettorale

Ecco il Popolarellum… Ma dove sono finiti gli alfieri del maggioritario? L’articolo di Meloni

Con il voto di 8 consigli regionali il referendum sull’abolizione della quota proporzionale dell’attuale legge elettorale sta prendendo sempre più forza. Il corsivo di Daniele Meloni

Abolizione del Rosatellum, ci siamo. Con il voto di 8 consigli regionali – tre in più di quelli previsti dalla procedura sanzionata dalla Costituzione – il referendum sull’abolizione della quota proporzionale dell’attuale legge elettorale sta prendendo sempre più forza. Se tutto andrà come deve, in primavera gli italiani voteranno per avere il diritto di sapere chi sono i loro rappresentanti in Parlamento. Sembra una cosa assurda, ma così è.

Guardatevi attorno e chiedetevi: chi rappresenta il mio territorio a Roma? Come? Non sapete rispondere? Bene, il maggioritario vi aspetta.

Aspetta anche i tanti che in passato si sono battuti per portare questo cambiamento epocale in Italia e che ora, chissà perché, sembrano disinteressati a un cambio della legge elettorale. Ricordate anni fa Silvio Berlusconi dire “le majoritaire c’est moi!”, “sono io il maggioritario!”, dagli schermi di Porta a Porta? Bene, oggi lo stesso Berlusconi frena, con Forza Italia che in alcuni casi si è pure astenuta in alcune assemblee regionali. Forse passare dal 30 all’8% ha fatto cambiare idea al Cavaliere, da anni più preoccupato della tattica che della strategia, e fin troppo poco incline a seguire la volontà degli elettori.

E il Pd? Walter Veltroni, il suo primo segretario, lo aveva definito “partito a vocazione maggioritaria” che doveva fare il pieno nei consensi del centrosinistra e semplificare il panorama politico italiano con un partito riformista sul modello dei Democrats americani, di cui erano gli eredi in un sistema che non poteva che essere quello dell’uninominale secco. Oggi con Zingaretti il Pd viaggia sotto il 20% e nessuno vuole sentire parlare di metterci la faccia sui singoli collegi: meglio le liste bloccate, i collegi plurinominali e l’onnipotenza dei segretari di scegliere chi va bene e chi no in Parlamento.

Anche dai vecchi leoni delle battaglie referendarie sulla legge elettorale, il silenzio è assoluto. L’ultimo referendum sulla legge elettorale si tenne nel 1999 e mancò il quorum per un soffio. Vuoi dire che qualcuno si sta sfilando da questa battaglia di civiltà politica per dare finalmente un volto e un nome ai rappresentanti del popolo per paura dell’Uomo Nero? I babau – come ben si sa – vanno e vengono, ma le buone leggi elettorali restano.

Back To Top