skip to Main Content

Like

Ecco cosa faranno Instagram, Facebook, Twitter e YouTube con i nostri “like”

L'articolo di Sebastiano Torrini

Molte delle più grandi piattaforme di social media stanno iniziando a testare cambiamenti per eliminare la visibilità di punteggi o rating dalle pagine, scrive Sara Fischer di Axios.

Ma perché è importante una mossa simile? Perché andare a modificare la funzionalità dei “like” pubblici potrebbe avere un impatto massiccio sulle attività miliardarie dei social media, compresi i milioni di marchi e di creativi che si affidano a queste funzionalità.

COSA STANNO FACENDO INSTAGRAM, FACEBOOK, TWITTER E YOUTUBE

Solo per fare qualche esempio, Instagram inizierà a testare la rimozione dei contatori dei “like” statunitensi questa settimana. Il padre di Instagram, Facebook, ha iniziato a lanciare un test simile per nascondere i conteggi in Australia a settembre. Insomma, un radicale cambio di paradigma considerando che per anni le aziende di social media hanno cercato di spingere al massimo su caratteristiche come l’aumento dei simboli di notifica, conteggi dei “mi piace” rivolti al pubblico e colori più brillanti per attirare gli utenti verso un maggior numero di immagini. Twitter sta invece implementando dei test per motivare gli utenti a impegnarsi in modo più positivo e ridurre le molestie e il bullismo. YouTube, infine, ha cambiato il modo in cui visualizza il numero di abbonati.

L’ECCESSIVO USO DEI SOCIAL MEDIA HA UN IMPATTO NEGATIVO SULLA SALUTE

Alcuni ricercatori ritengono che queste tattiche hanno portato a un uso eccessivo dei social media, e possono aver avuto un impatto complessivo negativo sulla salute degli utenti. Come riporta Forbes, uno studio è stato “condotto presso l’Università della Pennsylvania e pubblicato sul Journal of Social and Clinical Psychology”: lo studio “ha chiesto a 140 studenti universitari di continuare a utilizzare regolarmente Facebook, Snapchat e Instagram o di limitare ciascuno a 10 minuti al giorno (30 minuti in totale). I partecipanti hanno anche fornito dati dai loro telefoni per mostrare esattamente quanto tempo stessero effettivamente impiegando sulle app, piuttosto che fare affidamento sulla memoria, che può essere inaffidabile”.

LO STUDIO DELL’UNIVERSITA’ DELLA PENNSYLVANIA

“Prima e dopo ‘l’intervento’ – si legge ancora su Forbes -, i partecipanti hanno anche compilato questionari in modo che i ricercatori potessero capire come stavano psicologicamente: erano particolarmente interessati all’ansia, alla depressione, alla solitudine e alla famosa ‘paura di perdere’. Come previsto dai ricercatori, chi ha limitato l’uso dei social media a 30 minuti si è sentito significativamente meglio dopo tre settimane, segnalando una riduzione della depressione e della solitudine. Entrambi i gruppi hanno riportato meno ‘paura di perdere’ e meno ansia complessiva, che il team suggerisce potrebbe essere solo un vantaggio derivante da un maggiore auto-monitoraggio”.

Back To Top