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Salvini

Ecco come Meloni, Salvini e Berlusconi si preparano alle elezioni del 25 settembre

Che cosa si dice in Fratelli d'Italia, nella Lega e in Forza Italia in vista del voto. La nota di Paola Sacchi

Già l’altra sera, dopo la drammatica giornata in Senato e la conclusione della crisi terminata ieri mattina con le dimissioni di Mario Draghi al Colle e lo scioglimento delle Camere, erano ripartite le prime telefonate tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il centrodestra in vista delle elezioni del 25 settembre, si ricompatta. Mentre il governo resta in carica per gli affari correnti.

Berlusconi, in un’intervista al Tg2, annuncia: “Io sarò ancora qui, in campo, perché sento la responsabilità di essere presente con la mia azione affinché il mio Paese rimanga nella parte della libertà e della democrazia e non vada a sinistra”. Spiega il Cav che non esclude una sua candidatura: “Sarò qui tutti i giorni a raccontare quel programma che ho già scritto per il 2023 e che ho già presentato ad alcuni partiti del centrodestra. Sarà un programma che conterrà molte novità. Ho un programma veramente avveniristico che porterà un cambiamento di cui l’Italia e gli italiani hanno molto bisogno”.

Berlusconi replica al Pd e alle dure accuse di “tradimento di Draghi” in particolare da parte del Pd di Enrico Letta, in un’altra intervista, oggi in edicola, stavolta al direttore del Giornale, Augusto Minzolini. Controbatte, il Cav: “Non sono stato io a far saltare il governo Draghi che proprio io per primo avevo fatto nascere. Le responsabilità sono tutte della sinistra e dei Cinque Stelle. Sfacciato il gioco della sinistra a indicarci come i responsabili”.

Berlusconi si è tolto più di un sassolino dalla scarpa nei confronti del premier che proprio lui aveva indicato alla guida della Bce, scontrandosi persino con Angela Merkel, ma che poi, secondo osservatori delle cose di Palazzo, non aveva tenuto con l’azionista di Arcore, ex quattro volte premier, il raccordo che era stato messo nel conto naturale delle cose.

E questo a vantaggio di un rapporto che ad Arcore avevano visto, soprattutto negli ultimi mesi, scivolare sempre più verso un asse preferenziale con il Pd, toccando l’epicentro con i giorni della corsa al Colle, per la quale le aspirazioni non negate da Draghi entrarono oggettivamente in rotta di collisione con l’ipotesi di una candidatura dello stesso Berlusconi.

Ma al di là di retroscena e interpretazioni, Berlusconi lancia una frecciata al vetriolo al premier che non ha accettato la richiesta di Forza Italia e della Lega di andare a un Draghi bis, senza “gli unici responsabili” della crisi e cioè i pentastellati. “Si vede che Draghi ha lasciato perché probabilmente si era stancato, rendendosi indisponibile al bis, d’altronde il lavoro da premier ha orari più lunghi di quelli da governatore della Bce”, è la stoccata di Berlusconi. Che poi liquida con una battuta tranchant gli addii e quasi addii da Forza Italia dei tre ministri azzurri: Maria Stella Gelmini, Renato Brunetta e Mara Carfagna, la quale però precisa che deve ancora riflettere. Il Cav dice di loro: “Che riposi in pace chi tradisce”.

Antonio Tajani consiglia a chi ha già lasciato di abbandonare anche il ruolo di parlamentare, “per coerenza”. Ma su questo epilogo grava come un macigno anche il fatto che le scelte dei tre ministri azzurri, secondo insistenti rumors presi a circolare fin dalla sera precedente l’insediamento del governo nel febbraio 2021, sarebbero passate sopra la testa dello stesso Berlusconi. Che avrebbe preferito come capo della delegazione di FI nell’esecutivo il suo numero due Antonio Tajani, vicepresidente e coordinatore nazionale azzurro.

Ma ora si guarda alle elezioni. “Noi siamo pronti”, dice Berlusconi. Ma non ci saranno liste uniche con la Lega, uniti ma “nelle nostre diversità. Noi siamo il centro europeista, con solidi legami transatlantici, cristiano, garantista”. Salvini annuncia i temi che saranno al centro della campagna leghista: nuovi decreti sicurezza, fisco, flat tax, pensioni con il superamento della legge Fornero, autonomia.

Salvini ha incontrato ministri e sottosegretari e ha fatto sapere di essere “già al lavoro per il nuovo governo”. “Tenetevi pronti alla campagna di agosto e soprattutto a Pontida, che confermiamo il 18 settembre e che quindi assumerà un significato ancora maggiore”. “Il centrodestra e’ pronto a vincere le Politiche il 25 settembre e a confermarsi alle Regionali della primavera 2023”, ha assicurato il leader leghista. “In particolare, in Lombardia il nostro Attilio Fontana lavorerà fino all’ultimo giorno nell’interesse dei cittadini, prima di affrontare la campagna elettorale. Uniti si vince”, ha aggiunto, smentendo indirettamente le ipotesi di una fine anticipata della legislatura in Lombardia, per votare insieme con le Politiche. Salvini, condividendo le parole di Sergio Mattarella sul fatto che non c’è tempo da perdere, assicura che la Lega si impegnerà fino alla fine nell’azione di governo sulle urgenze degli italiani.

Giorgia Meloni incassa il voto anticipato e la coalizione che si ricompatta. “Come nel resto del mondo- dice la presidente di Fratelli d’Italia – si andrà a votare, il Pnrr lo hanno anche in Francia, dove si è votato due volte e non è successo niente, perché resta in carica un governo per gli Affari correnti. Servono maggioranze compatte”. La questione della premiership al momento non e’ all’ordine del giorno. “Se e quale indicazione dare lo decideremo nel corso di un vertice che faremo comunque prima della campagna elettorale”, ha tagliato corto il fondatore e presidente di FI.

C’e’ poi nodo della divisione dei collegi. Lega e Forza Italia hanno fatto trapelare, riferisce l’ Agi, di essere favorevoli a una divisione in parti uguali (33%) dei collegi rispettivamente per FdI, Lega e FI, con gli azzurri che si farebbero carico di Udc e Noi con l’Italia. Altri propongono di fare una media delle percentuali nei sondaggi e del dato storico di ogni singolo partito. Mentre Meloni chiede da sempre che la spartizione sia fatta in base ai sondaggi, come avvenuto nel 2018.

Quanto all’epilogo della crisi, Tajani è duro con il premier: “Draghi ha scelto il Pd. Noi gli abbiamo detto: rimani in sella, ma senza I Cinque Stelle”. Un certo “scivolamento” verso il Pd lo aveva stigmatizzato in aula al Senato, Maurizio Gasparri, azzurro di primo piano: “Lei, presidente, ci ha detto che è qui perché l’hanno spinta gli italiani con i tanti appelli, ma lei è qui perché lo ha rinviato alle Camere il Capo dello Stato. O potremmo definire il suo come populismo snob?”.

Quanto alle accuse anche di “volgarità” di Letta a Berlusconi, l’ex presidente del Parlamento Europeo: “Letta si occupi del suo partito e dei problemi che ha”.

Il campo da largo è diventato infatti stretto. Il Pd dice no a alleanze con gli scomodi pentastellati. E l’ipotesi di un nuovo esecutivo Draghi dopo le elezioni ora è un sogno accarezzato dai centristi, come Bruno Tabacci e Giovanni Toti e altri.

Sogno destinato a restare tale? Draghi si dovrebbe candidare ma in molti stentano davvero a vederlo nei panni di Mario Monti e la sua poco fortunata “Scelta civica”.

Berlusconi in una intervista al Tg5 si dice felice dell’unità del centrodestra, “che ho fondato io”. Diversità, ma “programma comune contro l’oppressione fiscale, giudiziaria. Il centrodestra deve essere liberale, garantista, cristiano, europeista, schierato con l’Occidente e l’Alleanza Atlantica”. Il leader di FI propone, inoltre, aumento delle pensioni a 1000 euro.

Tajani, intanto, annuncia ai cronisti in Transatlantico: “Berlusconi si candiderà in Senato, sta come un grillo”. Proprio dal Senato il Cav fu estromesso, con applicazione retroattiva della legge Severino. Matteo Renzi disse: “Game over”. Letta allora premier ironizzò sugli “umori” del Cav.

Sono passati quasi 10 anni. Berlusconi è di nuovo in campo.

Incontro a Roma tra Meloni e Berlusconi. Nel corso del colloquio hanno convenuto sulla necessità di lavorare con Salvini alla convocazione nei primi giorni della prossima settimana di un vertice del centrodestra.

Salvini riunisce in videoconferenza i governatori leghisti (Massimiliano Fedriga, Attilio Fontana, Maurizio Fugatti, Christian Solinas, Donatella Tesei e Luca Zaia): “Pronti alla campagna elettorale”.

E il leader della Lega in un tweet ribadisce sulla premiership: “Il prossimo premier? Finalmente lo sceglieranno gli Italiani: chi prenderà un voto in più avrà l’onore e l’onere di indicare il nome”.

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