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Ecco come l’esercito della Russia guadagna terreno in Ucraina

Che cosa sta succedendo in Ucraina. L'analisi militare di Andrea Mottola per Rid (Rivista italiana difesa)

 

Che cosa succede sul campo in Ucraina?

Nonostante le difficoltà dovute alla strenua resistenza delle forze regolari ucraine, coadiuvate dal fondamentale supporto dei civili inquadrati nella Guardia Territoriale, ed al mantenimento delle linee di rifornimento più volte interrotte dalle azioni di interdizione aeree e terrestri ucraine, l’Esercito russo sembra che stia lentamente guadagnando terreno e posizioni su tutti e 3 i fronti.

LA RUSSIA VERSO KIEV

A nord i convogli russi continuano ad avanzare verso Kiev lungo i 2 assi provenienti dalla Bielorussia e da quella che da Belgorod va verso Chernobyl (già sotto controllo russo) e Chernihiv, lungo l’autostrada E95. Ai 20.000 soldati russi presenti su tale linea del fronte, nelle ultime ore si sono aggiunti circa 10.000 miliziani ceceni giunti con un ponte aereo da Grozny alla Bielorussia. Sembrerebbe, peraltro, che i ceceni siano stati fondamentali per la conquista dello strategico aeroporto di Gostomel – o parte di esso – situato a 12 km a nordovest del centro di Kiev. Come già detto nel precedente aggiornamento, nella capitale ucraina è segnalata una diffusa presenza di personale russo in 4/5 quartieri nordoccidentali (Buch, Irpen, Obolon e Vorzel). Oltre ai suddetti assi settentrionali, va segnalato il tentativo di accerchiamento della capitale da sudovest, con i raid finora respinti di truppe avioportate russe su Bila Tserkva e sulla base aerea di Vasylkiv.

COSA SUCCEDE A EST IN UCRAINA

Ad est i russi – circa 30.000 unità – e le milizie separatiste avrebbero conquistato progressivamente territorio a nord di Luhansk e, più ad est, dove ora controllano la zona settentrionale di Sumy e l’area intorno a Konotop territori che, una volta assicurati, possono agevolare il transito di convogli dall’area di confine di Belgorod verso l’autostrada E101, che si raccorda con la suddetta E95 a circa 70 km a nordest di Kiev. Più a sudest, i russi stanno assediando Kharkiv – la seconda città ucraina per numero di abitanti (quasi un milione) – provando a circondarla lungo 4 direttrici. Ma attualmente la città risulta ancora in mano agli ucraini e i russi hanno subito diverse perdite (circa 40 veicoli blindati e corazzati)

L’AVANZATA DELLE FORZE RUSSE IN UCRAINA

A sud, l’avanzata delle forze russe segue 2 direttrici: nordovest, verso Kherson e nordest, verso Melitopol. Su quest’ultima pare che i russi abbiano assunto il pieno controllo, mentre a Kherson si combatte ancora ad oltranza, con ingenti perdite da ambo le parti. Dopo l’iniziale avanzata, i russi sono stati respinti verso la sponda meridionale del fiume Dnepr. Al momento, tuttavia, si segnalano convogli provenienti da nord per l’esecuzione di una manovra a tenaglia contro Kherson, il cui controllo risulta fondamentale per proseguire verso Odessa, ad ovest. Quest’ultima, città strategica per la presenza dell’hub portuale sul Mar Nero, regge ancora, nonostante l’attacco di stanotte effettuato, parrebbe, con missili cruise KALIBR lanciati da unità navali del Mar Nero. Peraltro, gli ucraini ne hanno minato le spiagge circostanti per impedire/ostacolare eventuali sbarchi anfibi russi. Sempre restando al fronte meridionale, nelle ultime ore è iniziata un’operazione di sbarco anfibio russo volta alla presa di Mariupol, altro porto strategico, stavolta sul Mare D’Azov. Si parla di migliaia di soldati sbarcati da 8/9 unità russe. Al momento, tuttavia, la città sembra ancora sotto il controllo ucraino.

COME SI MUOVE L’ESERCITO DELL’UCRAINA

Dal punto di vista ucraino, l’ottima resistenza dimostrata in queste 48 ore, probabilmente inaspettata dallo Stato Maggiore russo, ha consentito di mantenere tutti i centri urbani principali e, soprattutto, Kiev. Inoltre, l’Ucraina dispone ancora di una manciata di basi aeree ancora, così come alcuni sistemi missilistici di difese aerea la cui mobilità, accompagnata dalle finora scarse capacità ricognitive russe, ne ha consentito la sopravvivenza. Stesso discorso per i sistemi balistici TOCHKA – responsabili del danneggiamento della base aerea di Millerovo e della distruzione di 2/3 caccia Su-30SM – mentre la rete radar da allerta precoce ucraina sembra essere stata praticamente azzerata.

COSA FA LA RUSSIA

Dal punto di vista russo, invece, al netto dei gravi errori di pianificazione – che pare abbiano causato la rimozione del Gen. Gerasimov dal Comando delle Operazioni – come le, finora, fallite operazioni per la conquista degli aeroporti di Vasilky e, precedentemente, Gostomel o l’incapacità di sopprimere le difese aeree ucraine o, ancora, di difendere un’installazione fondamentale come la base di Millerovo dai missili balistici ucraini, nonostante la presenza di sistemi S-300/400 nell’area, il quadro precedentemente descritto potrebbe indicare un’iniziale svolta nelle operazioni. Peraltro, secondo alcune stime la Russia ha finora impiegato poco più della metà delle proprie forze ammassate ai confini. Ciò significa che l’(imminente) avvio di un’operazione a larga scala implicherà l’utilizzo dell’intero dispositivo terrestre ed aeroportato attualmente situato tra Bielorussia, Belgorod e Crimea.

LO SCENARIO

Inoltre, è verosimile ritenere che i bassi ratei dei raid aero-missilistici delle prime 48 ore – con circa 160 tra missili balistici e cruise utilizzati e 75 attacchi aerei – probabilmente aumenteranno nelle prossime 24/36 ore. La sensazione è che ci si trovi in un momento decisivo dell’operazione russa in Ucraina e che Putin attaccherà con tutto quello che ha pre-posizionato ai confini, anche perché il mantenimento di un simile dispositivo nel medio periodo presenta grossi problemi – parzialmente già emersi – in termini di supporto logistico, finanziario e di “costi” politici interni. La presa di Kiev, che appare ogni ora sempre più vicina alla caduta, e il suo mantenimento, potrebbe rappresentare la reale svolta per Putin.

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