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Germania Covid

Ecco come la Germania riaprirà (con gradualità)

Merkel ha indicato la strada (con una svolta rispetto ai mesi precedenti), adesso il dibattito è su quanto e come riaprire. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Anche la Germania innesca la marcia delle riaperture: prudenti, graduali, legate al mantenimento di misure di sicurezza e igiene e soprattutto a un’intensa azione di testing. Ma intanto si riapre. Non da oggi e neppure da domani. Ma dal 7 marzo sicuramente. Si è convinta anche Angela Merkel, finora capofila del fronte più rigido nelle sempre più agitate riunioni del gabinetto di crisi formato dalla stessa cancelliera e dai presidenti dei Länder. “C’è un desiderio giustificato di apertura”, ha detto durante l’incontro in videoconferenza del lunedì con i dirigenti del suo partito, riunione dalla quale nei mesi scorsi erano sempre trapelate inquietudini per la crescita dei contagi e indiscrezioni su nuove misure restrittive. Questa volta, da quell’incontro rigorosamente a porte chiuse, arriva l’indicazione della svolta. La Germania si appresta a riaprire, dopo un lockdown che, tra versione light e versione rigida, dura ormai dall’inizio di novembre.

I media rivelano che da oggi un gruppo di lavoro composto da esperti di regioni e governo centrale, coordinato dal capo della Cancelleria Helge Braun (il sottosegretario di Stato), lavorerà a un pacchetto per le riaperture che costituirà la base della riunione del gabinetto di crisi del 3 marzo, nel quale si discuterà su come allentare le misure attuali.

Non si tratterà di riaperture generalizzate. Dopo aver piegato a fatica la curva della seconda ondata, i contagi si sono stabilizzati. Ma spaventa la diffusione delle varianti del virus. I dati forniti nelle ultime settimane dal Koch Institut indicano una sostanziale tenuta, ma non si è riusciti (salvo che in alcuni distretti) a raggiungere quell’incidenza di 35 nuovi casi in una settimana per 100.000 abitanti che era stata la soglia stabilita dalla cancelliera per far scattare le riaperture. Un livello che ora si ritiene irraggiungibile (a oggi la media nazionale è a 60,5). Il presidente del Koch Institut Lothar Wieler è stato esplicito: stiamo andando incontro a una terza ondata, gli interrogativi riguardano solo quanto sarà lunga e quanto intensa. Si riaprirà dunque per gradi.

La cancelliera ha immaginato tre settori da privilegiare per la ripresa. In primo luogo l’area dei contatti personali, al momento ancora ristretti alla possibilità di incontro con un solo elemento esterno al nucleo abitativo. Si tratta di una misura sempre più difficile da monitorare, specie ora che temperature miti si sono sostituite al gelo delle settimane precedenti, spingendo i cittadini a riversarsi all’esterno e a riempire strade e parchi. Il secondo è quello della scuola, che in alcuni Länder ha già riavviato i motori, seppure in misura parziale. Il terzo, forse il più atteso, riguarda i ristoranti, gli sport di gruppo e gli eventi e gli spettacoli culturali.

Per ora mancano non solo i dettagli ma anche le linee guida, che verranno fissate dagli sherpa del gruppo di lavoro. Ma è significativa l’inversione di rotta. Anche Merkel deve aver avvertito il cambio di umore nell’opinione pubblica, sempre più stanca per la lunga fase di chiusura e frustrata per la lentezza della campagna vaccinale. Con la previsione di riuscire a immunizzare il 70-80% dei tedeschi soltanto dopo l’estate diventa difficile – socialmente ma ormai anche economicamente – gestire un’ulteriore fase di restrizioni di molti mesi. Gli aiuti tedeschi al settore del commercio sono stati generosi, ma burocraticamente complessi e i ritardi nell’erogazione alimentano le proteste, di fronte a scadenze di pagamenti che al contrario non ritardano.

È dunque necessaria “un’intelligente strategia di riaperture”, secondo la citazione attribuita dai media tedeschi alla stessa cancelliera. Va segnalato come il cambio di strategia sia avvenuto a pochi giorni dalle critiche pubbliche del nuovo presidente della Cdu Armin Laschet, che aveva aspramente contraddetto l’attuale gestione della crisi di Merkel chiedendo proprio un piano di allentamento delle restrizioni sganciato dai numeri delle incidenze. Come è capitato altre volte, Angela Merkel ha fiutato l’aria e ha deciso di impadronirsi della svolta.

Sarà, almeno nelle speranze della cancelliera, allentamento guardingo, da modellare e adattare a secondo dell’andamento della pandemia. Legato alla diffusione di test a tappeto, specie adesso che le autorità preposte si apprestano ad approvare i sistemi fai-da-te, alla possibilità di riprendere il tracciamento dei contatti e all’utilizzo di maschere più efficienti (probabile l’obbligo generalizzato di quelle FFP-2 o mediche, come già avviene sui mezzi di trasporto pubblici).

Il lockdown attuale resta in vigore fino al 7 marzo. Ma qualcosa ha nel frattempo già riaperto i battenti. Si tratta delle scuole, seppur in forma parziale. Permangono differenziazioni fra i Länder, dal momento che l’istruzione è competenza regionale, ma in generale sono tornati sui banchi gli scolari delle prime classi elementari, con classi dimezzate e a rotazione e la tendenza è a un processo di graduale riapertura. Tanto più che il governo federale si è deciso a valutare la possibilità di anticipare la vaccinazione del personale scolastico, che nei piani originari era prevista nel terzo gruppo (quello degli ultra-60enni, che avrebbe significato vaccino a maggio-giugno).

La seconda ripartenza è quella dei parrucchieri, dal 1° marzo. Una data attesa, pare che la maggior parte degli esercizi abbia prenotazioni esaurite per le prime settimane. C’è voglia di ripartire, anche nella ristorazione, magari sperando di poter realizzare aree esterne protette, sperando in una primavera mite. E nel settore artistico e culturale, forse quello più colpito di tutti, dove è stato difficile raggiungere con adeguati indennizzi i tanti lavoratori autonomi. Nelle ultime settimane sono stati pubblicati alcuni studi che rivelavano la relativa sicurezza di ambienti come teatri e musei, se attrezzati con adeguate misure di tutela.

Per Angela Merkel si apre una fase nuova, da gestire con enorme attenzione. Le pressioni per un liberi tutti sono enormi, tanto più che il tema è diventato ancor più terreno scontro fra i due leader dell’Unione, Laschet (Cdu) e Söder (Csu), in competizione per la candidatura alla cancelleria. Ma altrettanto serie sono le preoccupazioni degli esperti sanitari per i rischi della terza ondata legata alle varianti del virus. Mai come in questo momento risulta evidente la grande sconfitta dall’Europa tutta nella corsa alla vaccinazione.

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