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Ecco come la Francia toglierà il secondo lockdown

In tre tappe e sotto i 5000 contagi giornalieri, la Francia toglie il secondo lockdown. Che cosa ha annunciato il presidente Macron. Il punto di Enrico Martial

Il 24 novembre, in apertura dei telegiornali delle ore 20, il presidente francese, Emmanuel Macron, ha nuovamente preso la parola sulla crisi sanitaria: nella prospettiva del Natale ma anche spiegare la necessità di evitare una terza ondata Covid e l’ennesimo lockdown.

Dal punto di vista della comunicazione, si è notato lo sforzo di condivisione e di trasparenza per allontanare l’idea che i cittadini siano trattati come dei bambini da accompagnare per mano (il temine in francese è “infantiliser”). Inoltre, nei 26 minuti di intervento, ci sono stati ampi dettagli, calati sulla ricerca di un equilibrio per ridurre i danni, sia sanitari sia della sostenibilità sociale e psicologica, oltre che economica.

Le misure sono simili ad altri Paesi europei, scandite da un calendario che valuta le misure restrittive ogni 15 giorni, nei tempi necessari per constatare gli effetti delle misure adottate sugli indicatori ospedalieri e di contagio.

In Francia ci sono tre date di progressivo alleggerimento delle restrizioni.

Dal mattino di sabato 28 novembre, il lockdown continua in modo più blando: resta in vigore l’autocertificazione per gli spostamenti, ma saranno aperti tutti gli esercizi commerciali -ad esclusione di bar e ristoranti – e fino alle 21 con protocolli sanitari rigidi, così come per i servizi a domicilio. L’attività motoria individuale passa dal limite di 1 km a 20 km di distanza dal domicilio e da una a tre ore. Riprendono le attività parascolastiche (sportive di solito) all’aperto e gli esercizi di culto – messe, cerimonie – saranno permessi nel limite di 30 persone.

Su base condizionale, se ci si manterrà sotto i 5000 contagi al giorno e tra 2500 e 3000 persone in rianimazione Covid, il lockdown sarà rimosso dal 15 dicembre, non ci sarà più l’autocertificazione, ci si potrà spostare anche tra Regioni, in vista di un Natale in famiglia, che Macron ha affidato alla responsabilità francesi (appunto senza “infatiliser” e condurre i cittadini per mano): non saranno vacanze di Natale, non sarà un Natale come gli altri.

Le attività parascolastiche si potranno svolgere anche in luogo chiuso, con protocolli sanitari rigidi saranno aperti cinema, teatri e musei. In questa fase resteranno chiusi i bar e i ristoranti, così come i luoghi di grande partecipazione, dai parchi a tema alle sale per le feste e le discoteche, anche per il fine anno. Macron ha detto che è in corso un confronto con gli operatori del settore e con gli amministratori locali, che se ne parla a livello europeo ma che considera inevitabile la chiusura delle stazioni di sci durante le festività e che prevede una loro riapertura soltanto con il nuovo anno.

Se i contagi resteranno sotto la soglia dei 5000 al giorno, dal 20 gennaio riapriranno palestre, bar e ristoranti. Le scuole superiori – fino ad allora in presenza al 50% – potranno riprendere le lezioni in classe per tutti gli studenti. Gli studenti universitari torneranno in aula dal 3 febbraio, se le condizioni sanitarie saranno confermate.

Sugli aiuti finanziari, Macron ha ricordato gli strumenti in campo, e ne ha aggiunti altri, come annunciato il 28 ottobre: 10mila euro per esercizio commerciale chiuso in via amministrativa oppure il 20% del fatturato dello stesso periodo del 2019, aiuti per i giovani, gli stagionali (spesso di tratta di studenti) e per i precari.

Sulle vaccinazioni, è stato confermato il loro carattere non obbligatorio, l’approvvigionamento comune europeo e la distribuzione sulla base della popolazione, l’avvio a partire da fine dicembre e inizio gennaio, e una continua azione di comunicazione e trasparenza.

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