skip to Main Content

Salvini Berlusconi

Ecco chi Salvini deve ringraziare davvero per l’ok al decreto sicurezza

I Graffi di Damato

 

Abbronzato, vestito a dovere, con abito scuro, camicia bianca e cravatta, attorniato al Senato dai colleghi di governo e di partito, Matteo Salvini ha ringraziato “la Beata Vergine”, ricordandone peraltro “il compleanno”, per l’approvazione definitiva del suo secondo decreto legge sulla sicurezza. O per il mancato “biscotto” di una crisi, come ha detto la berlusconiana Stefania Craxi, convinta che in tal caso il leader leghista non avrebbe rimediato, né rimedierebbe se si ripresentasse l’occasione, lo scioglimento anticipato delle Camere e le elezioni ma la perdita del Ministero dell’Interno in chissà quale governo di quasi emergenza. Che verrebbe improvvisato dal presidente della Repubblica per mettere prima in sicurezza i conti dello Stato col varo e l’approvazione della cosiddetta legge di stabilità, senza ricorrere all’esercizio provvisorio pur contemplato dalla Costituzione. Ma in cui Sergio Mattarella vede lo spettro di una precarietà dannosa nell’Unione Europea, nei mercati finanziari e dintorni.

La gratitudine alla Madonna ha esonerato il leader leghista dall’obbligo di ringraziare i numerosi assenti, fra i quali persino l’uomo del Pd che maggiormente l’avversa in pubblico. Che è l’ex segretario del partito ed ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, felicemente in Colorado.

A causa delle assenze, con 238 votanti su 315 senatori, senza contare i cinque a vita, il decreto avrebbe potuto essere convertito in legge con soli 109 voti. Di fronte ai quali i 160 raccolti a favore sono stati più che abbondanti, pur di un punto sotto la teorica maggioranza di un Senato nel pieno delle presenze.

Allo spettacolo delle apparenze festose ha voluto partecipare anche la capogruppo di Forza Italia Anna Maria Bernini, inutilmente proposta peraltro all’avvio della legislatura da Salvini alla presidenza del Senato, vantando la dimostrazione antigovernativa data, secondo lei, dai colleghi di partito rimasti in aula durante la votazione conclusiva per non fare scendere ulteriormente il cosiddetto quorum della maggioranza. Ma assenze ci sono state anche tra i forzisti, attraversati in questo periodo da una crisi più grave del solito, con l’annunciata o minacciata nascita di un nuovo partito guidato dal governatore della Liguria Giovanni Toti, che non muore certo dalla voglia di vedere Salvini in difficoltà.

La “Beata Vergine” onorata dal leader leghista vigilerà probabilmente anche sull’ultimo passaggio difficile prima delle ferie del Senato: quello voluto dai grillini con una mozione per far credere che il loro Movimento rimane contrario alla Tav -la linea ferroviaria ad alta velocità per il trasporto delle merci dalla Francia all’Italia- anche dopo che il governo ne ha confermato e sbloccato la realizzazione. Vale evidentemente anche per loro la celebre “moglie mia, d’agosto non ti conosco”.

Back To Top