ATTANASIO, IL CONGO E LA FARNESINA
«Luca è stato tradito da qualcuno vicino a noi, alla nostra famiglia. Quella mattina la sua era un' operazione che non implicava direttamente il suo lavoro di ambasciatore», dice al Messaggero Zakia Seddiki, moglie dell'ambasciatore italiano Luca Attanasio.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
L’ambasciatore Attanasio nel 2018 chiese 4 uomini, gli ispettori del ministero non lo ascoltarono. “Raddoppiate la mia scorta”. Ma la Farnesina disse “no”. (fonte: La Stampa)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
NOTA DELLA FARNESINA SULLA QUESTIONE
Roberto Chiavon, security manager per aziende internazionali che lavora nella regione dei Grandi Laghi, dice all'inviato di Rep: "Un ambasciatore che si muove intorno a Goma dovrebbe contare soltanto sul proprio apparato di sicurezza, e non dovrebbe fidarsi di quelli degli altri"
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
DRAGHI SOVRANISTA SUI VACCINI
«Le aziende che non rispettano gli impegni non dovrebbero essere scusate», è stato il commento lapidario di Mario Draghi, che ha anche invitato a riflettere sulla possibilità di cambiare i contratti in essere, e quelli futuri, con le Big Pharma del settore. (Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
Draghi sprona i leader: “Così non funziona. Ora una dose per tutti”. Il premier smonta l’approccio della Ue. (titoli Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
Per Draghi serve velocità nel contenimento del virus, ma anche innovazione nella somministrazione del vaccino: una prima dose per tutti, sul modello del premier britannico Boris Johnson. (fonte: Repubblica)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
"Richiamando gli esempi del Regno Unito e degli Stati Uniti, che tengono per loro i vaccini, Draghi ha chiesto perché l’Europa non possa fare altrettanto, invitando anche a guardare ad altre produzioni fuori della Ue". (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
Se la situazione non cambierà non si esclude il ricorso al blocco delle esportazioni di vaccini fuori dall’Europa applicando i regolamenti Ue e l’articolo 122 del Trattati che consente il blocco all’export in casi di carenza di beni essenziali per gli Stati. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
"Draghi ha chiesto cautela prima di lanciare progetti troppo ambiziosi di donazioni e distribuzione dei vaccini a Paesi terzi. Draghi condivide le ragioni etiche e geopolitiche di questi piani, come il Covax, lo strumento per l’accesso globale ai vaccini anti Covid". (Corsera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
SUSSURRI INTONATI
Leggendo le cronache dei maggiori quotidiani sul vertice Ue e la posizione di Draghi, non mi pare che la comunicazione di Palazzo Chigi sia silente, dopo l'uragano Rocco Casalino. Mi pare invece molto chiara, netta e ben sussurrata. C'è un effetto-coro. Ma c'è sempre stato.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
DRAGHI & SIGNORINI
È negli anni giovanili fiorentini che il neo direttore generale della Banca d'Italia, Luigi Federico Signorini, da assistente di economia internazionale alla prestigiosa facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri”, incontra Mario Draghi, a quell'epoca professore. (Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
LA ZAMPATA DELLA ZAMPA
«Abbiamo perso la Sanità e Zingaretti non mi ha fatto nemmeno una telefonata». (titolo del Corsera per l'intervista a Sandra Zampa, Pd, sottosegretario uscente alla Salute.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
Crede che la vicinanza al Professore le sia costata il posto da sottosegretario?
«Prodi mi ha detto che pensa di sì», risponde al Corriere della sera Sandra Zampa, Pd, sottosegretario alla Salute nel Conte 2, non confermata nel governo Draghi.
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
“Che cazzo ce ne fotte!”. (Fonte: La Verità) pic.twitter.com/bA9Ibo7X31
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 26, 2021
+++
ESTRATTO DELL’ARTICOLO DE LA STAMPA SU ATTANASIO:
Il diplomatico Attanasio è arrivato a Kinshasa nel 2017. Un anno dopo, nel 2018, ha inviato una lettera alla Farnesina, a Roma, per richiedere formalmente che la scorta di due carabinieri di cui disponeva venisse raddoppiata. Evidentemente, nel corso delle missioni che aveva compiuto nell’arco di dodici mesi aveva avvertito che sarebbe stato più prudente e sicuro operare con una difesa personale più consistente.
Il ministero degli Esteri, in seguito alla sollecitazione ricevuta, ha inviato, come da prassi, un suo ispettore a verificare la situazione. Ma la visita e la verifica sul posto non hanno purtroppo portato ad un esito positivo. Tant’è che Attanasio ha continuato ad essere protetto solo da due militari. A rafforzare la sua richiesta, in verità, c’era anche il fatto che prima del suo arrivo, l’ambasciatore italiano a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, aveva una scorta di quattro persone. Come mai furono poi ridotte a due? E sulla base di quali elementi non è stato espresso parere favorevole alla domanda di Luca Attanasio? La Farnesina, contattata in serata da La Stampa, non ha dato risposta.
+++
NOTA DELLA FARNESINA
Due funzionari dello Stato, l’Ambasciatore d’Italia a Kinshasa Luca Attanasio e il Carabiniere Vittorio Iacovacci, hanno perso la vita il 22 febbraio scorso vicino a Goma, nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, a circa 2.500 chilometri dalla capitale. Questa zona era stata classificata ad alto rischio dalla Farnesina anche sulla base delle valutazioni dell’Ambasciatore Attanasio, il quale, come tutti i Capo Missione, aveva piena facoltà di decidere autonomamente dove e come muoversi all’interno della Repubblica Democratica del Congo.
In alcuni quotidiani di oggi sono apparsi articoli su presunte omissioni da parte della Farnesina, insinuando dubbi circa l’adeguatezza delle misure di sicurezza poste in essere a tutela dell’Ambasciatore Attanasio.
Nel pieno rispetto delle prerogative della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma che sta svolgendo indagini su quanto accaduto, e facendo riserva di integrazioni a seguito degli accertamenti interni ancora in corso, si forniscono gli elementi a disposizione.
Relativamente alle misure vigenti al momento dell’accaduto, esse ricadevano nella responsabilità del Programma Alimentare Mondiale (PAM), che aveva organizzato la missione nella regione di Goma e che aveva indicato nel suo comunicato del 22 febbraio che il percorso “era stato autorizzato senza scorta armata”. In data 24 febbraio, riscontrando la richiesta formale in tale senso presentata a nome del Governo italiano dalle nostre Rappresentanze Permanenti presso le Nazioni Unite a New York e a Roma, il Dipartimento per la Sicurezza dell’ONU ha formalmente comunicato di avere avviato una indagine – insieme a PAM e la Missione MONUSCO – sui tragici fatti del 22 febbraio e che tale indagine dovrebbe concludersi il 9 marzo prossimo, assicurando che gli esiti saranno condivisi con le autorità italiane.
Si specifica che in tutti i contesti esteri dove i nostri dipendenti effettuano missioni organizzate dalle Nazioni Unite o da altre organizzazioni internazionali, la responsabilità in materia di sicurezza è in capo a queste ultime. Infatti, il PAM ha dichiarato che la missione nell’area di Goma, località nella quale l’Ambasciatore Attanasio e il Carabiniere Iacovacci erano giunti a bordo di un aereo della Nazioni Unite, si svolgeva su veicoli del Programma Alimentare Mondiale. Il PAM ha formalmente manifestato la propria disponibilità a fornire assistenza agli organi inquirenti italiani.
Per quanto riguarda invece Kinshasa, che – si ribadisce – dista circa 2.500 chilometri da Goma, l’Ambasciata d’Italia dispone di due autoveicoli blindati, uno dei quali era in via di sostituzione con un nuovo autoveicolo blindato. Pertanto, non corrisponde a verità la notizia riportata in questi giorni che l’Ambasciata non dispone di autovetture blindate. Relativamente ai carabinieri, in Sede era operativo un contingente di 4 carabinieri: due erano addetti alla tutela dell’Amb. Attanasio (tra i quali il militare Iacovacci) e due sono addetti alla vigilanza e sicurezza dell’Ambasciata.
Relativamente alla richiesta di rafforzare il contingente di carabinieri addetti alla tutela dell’Ambasciatore Attanasio, quest’ultimo ne fece richiesta nel novembre 2018 in ragione dell’imminenza delle elezioni presidenziali e nazionali, previste per il 30 dicembre dello stesso anno, che si svolgevano in un clima di grandi tensioni politiche e sociali. Tale rafforzamento fu effettivamente disposto per il periodo richiesto.
La Farnesina auspica che gli elementi forniti – peraltro già illustrati dal Ministro Di Maio nella sua informativa al Parlamento del 24 febbraio – contribuiscano a concentrare l’attenzione sulla ricerca dei responsabili della tragica vicenda. A tale fine, la Farnesina conferma di avere chiesto la piena cooperazione delle autorità di Kinshasa e che sta fornendo ogni assistenza agli organi inquirenti italiani, anche inviando nella RDC tra pochi giorni un funzionario diplomatico a supporto del personale presente in Ambasciata