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Draghi stoppato sui migranti, Parolin smentisce Riccardi su Papa-Zan, padre Spadaro s’arrampica

Non solo ddl Zan. Fatti, nomi, numeri, curiosità e polemiche. Pillole di rassegna stampa nei tweet di Michele Arnese, direttore di Start

 

VARIANTE DELTA? NON PERVENUTA…

 

FLOP DRAGHI SUI MIGRANTI AL CONSIGLIO UE

 

IL CANTIERE DDL ZAN

 

PAROLIN SMENTISCE RICCARDI

 

TIMORI VATICANI

 

FLICK NON FA FLOC COL DDL ZAN

 

SPADARO FA ZAN-ZAN SUGLI SPECCHI…

 

ALTALENA BIDEN

 

I BISTICCI GRILLO-CONTE

 

QUISQUILIE & PINZILLACCHERE

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DI FEDERICO RAMPINI DI REPUBBLICA SU BIDEN:

Law and Order siamo noi, la sicurezza e l’ordine pubblico sono valori della sinistra: Joe Biden prende le distanze dalla sua ala radicale. Lancia una campagna contro la criminalità violenta per rassicurare gli elettori, e ci mette dentro anche un aumento delle risorse per le forze dell’ordine, in aperto contrasto con Black Lives Matter. Poi il presidente incassa un successo prezioso sul fronte economico. «We have a deal, abbiamo un accordo» annuncia. È l’intesa bipartisan raggiunta da un gruppo di senatori moderati, democratici e repubblicani, per varare una versione “mini” del piano di investimenti in infrastrutture che sta a cuore a Biden. Nelle cifre si tratta di un ridimensionamento: circa1.000 miliardi di cui solo 600 sarebbero investimenti veramente nuovi, spalmati su 8 anni, a fronte di proposte della Casa Bianca che andavano dai 2.000 ai 4.000 miliardi. La natura bipartisan di questo accordo lo rende prezioso per Biden. I democratici hanno una maggioranza fragile in tutte e due le Camere ma in particolare al Senato. Avere una pattuglia di repubblicani con sé dà alla nuova legge una corsia veloce. Un’altra ragione dell’importanza dell’accordo bipartisan è che una legge votata da un solo partito è facile bersaglio al primo rovescio elettorale: se i repubblicani vincono le prossime legislative di metà mandato (novembre 2022) possono disfare ciò che i democratici approvarono da soli.Avere dei voti repubblicani nel varo della legge riduce il rischio che venga smantellata tra un anno e mezzo.La credibilità delle grandi riforme di Biden segna un punto a favore. Le infrastrutture “fisiche” americane(dalle strade agli aeroporti alla rete elettrica), fatiscenti al limite del collasso, avranno un influsso di dimensioni quasi comparabili al Recovery Plan europeo; con un’attenzione alle infrastrutture digitali e alle energie rinnovabili. Però in sole 24 ore il presidente ha deluso due volte la sua ala sinistra, ed è su quel fronte che può avere problemi. Il piano delle infrastrutture per ottenere consensi repubblicani ha dovuto sacrificare alcuni pezzi del Green New Deal e soprattutto l’aumento delle tasse sulle imprese e sui ricchi. La pattuglia di deputati della sinistra radicale potrebbe creare ostacoli, col risultato di rendere più incerto l’iter alla Camera di quanto non lo sia al Senato.Ancora più bruciante è la delusione della sinistra radicale per la svolta sulla polizia. Biden ha indorato la pillola aggiungendo restrizioni alle vendite di armi da fuoco. Ma l’aspetto più nuovo del suo piano anti-crimine sono 350 miliardi di dollari di nuovi stanziamenti diretti soprattutto a rinvigorire le forze di polizia, penalizzate e delegittimate da un anno di campagna di Black Lives Matter. Anche in questo Biden torna alle origini, si sposta verso il centro moderato del suo partito, e riprende a occuparsi di quelle classi lavoratrici che i democratici hanno perso in favore di Donald Trump.

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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU CONSIGLIO UE E DOSSIER MIGRANTI:

«Se non ci sono emendamenti, per me il testo va bene così». Mario Draghi risponde al presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, che gli chiede se concorda sulle conclusioni relative al dossier migranti. Un linguaggio, quello usato al vertice europeo iniziato ieri sera, che è frutto del lavoro di ricucitura fatto negli ultimi giorni dal rappresentante permanente italiano a Bruxelles, Piero Benassi, e soprattutto dell’ultimo colloquio di Draghi con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

L’Italia riesce così, dopo molte false partenze (e qualche sonora sconfitta) a ottenere per la prima volta dal 2018 un risultato non ottimale ma quantomeno realistico sui migranti.

Nessun riferimento agli sbarchi e ai ricollocamenti (elemento divisivo nelle opinioni pubbliche tedesca e francese in vigilia elettorale) ma il riconoscimento che «gli sviluppi su alcune rotte destano serie preoccupazioni e richiedono una vigilanza continua e un’azione urgente». Per prevenire perdite di vite umane e ridurre la pressione sui confini europei i 27 concordano di intensificare la cooperazione con i Paesi di origine (Sahel, Mali) e di transito (Libia) come «parte integrante dell’azione esterna dell’Unione Europea».

Un approccio «pragmatico, flessibile e su misura» che farà un uso coordinato di tutti gli strumenti e gli incentivi disponibili dell’Ue e degli Stati membri e «si svolgerà in stretta collaborazione con l’Unhcr e l’Oim». Il Consiglio invita la Commissione e l’Alto rappresentante per gli Affari esteri a «rafforzare» immediatamente azioni concrete e un sostegno tangibile per i Paesi prioritari di origine e di transito e a presentare piani d’azione per i Paesi prioritari di origine e transito nell’autunno 2021, «indicando obiettivi chiari, ulteriori misure di sostegno e tempistiche concrete».

Si parla di rafforzare alcuni strumenti finanziari come il fondo per il Vicinato Ndici, «nonché i finanziamenti nell’ambito d i altri strumenti pertinenti, per azioni relative alla migrazione e di riferire al Consiglio sulle sue intenzioni al riguardo entro novembre». Se tutti gli impegni finanziari saranno rispettati, si tratterebbe di una cifra complessiva di circa 10 miliardi in aiuti ai Paesi di origine dei flussi.

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