AGENDA DRAGHI
"Insieme alla nuova versione del Recovery Plan arriverà un decreto legge di semplificazioni e di prima riforma della Pa che il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi, considera fondamentale per partire con il piede giusto". (Il Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
EFFETTO DRAGHI
"La conversione di Matteo Salvini sulla via di Bruxelles è per ora l'effetto politico più importante del non ancora nato governo Draghi". (Giovanni Orsina, politologo)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
LE TAPPE DI DRAGHI
Il governo di Mario Draghi è in dirittura d’arrivo: questione di uno o due giorni. I margini di manovra e di condizionamento della politica saranno più ridotti di quanto i leader tentino di far credere. (Massimo Franco, Corriere della Sera)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
PARTITI FRASTORNATI
"Il ritorno di Berlusconi, il nuovo stile di Salvini l’europeista, l’opposizione pragmatica annunciata da Meloni. Il centrodestra ha giocato con abilità le sue carte. Mentre Pd e 5S sono apparsi più convenzionali, ancora frastornati dalla caduta di Conte". (Stefano Folli, Rep)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
LE GRILLATE DI GRILLO
Dalle parole di Grillo e Crimi si evince che finalmente con Draghi la transizione energetica e l'ambiente saranno al centro del governo. Ok. Quindi i 2 ministri chiave del governo Conte su energia e ambiente – i pentastellati Patuanelli e Costa – hanno fatto un tubo?
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
DELEGAZIONI STRACCIONESCHE
Piuttosto straccionesche le delegazioni che uscendo dall’incontro con Draghi hanno portato acqua al proprio mulino – sventolando brandelli di parole draghiane – a favore di telecamere. Possibile che pure in questa fase si debba fare della puerile propaganda?
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2021
NUMERI SCOLASTICI
"Se si escludono Romania, Repubblica ceca e Slovacchia non ci sono altri paesi dell’Ue che hanno tenuto le scuole (in tutto o in parte) chiuse più tempo dell’Italia dall’autunno a oggi: 26 settimane". (Il Sole 24 Ore)
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 10, 2021
QUISQUILIE & PINZILLACCHERE
Notizie dal Servizio Pubblico. Buona lettura (ma occhio alla gastrite) https://t.co/SkExQOxSvF
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2021
Mai dire mai, perbacco https://t.co/kBQIux9byH
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2021
I primi frutti dell'Alleanza contiana per lo Sviluppo Sostenibile https://t.co/hv1uhtvMx1
— Michele Arnese (@Michele_Arnese) February 9, 2021
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ESTRATTO DI UN ARTICOLO DEL SOLE 24 ORE SU DRAGHI E SCUOLA
Nel suo secondo giro di tavolo con i partiti il premier incaricato Mario Draghi HA posto l’accento sull’esigenza di rimodulare il calendario scolastico, allungando le lezioni almeno a fine giugno, come primo step di una strategia che consenta ai nostri studenti, magari in abbinata ai corsi di recupero pomeridiani, di colmare il gap di appredimenti accumulato finora. Peraltro rilevante, visto che i primi studi internazionali parlano di divari formativi nell’ordine del 30-50% in matematica e nelle lingue.
Ma le reazioni che arrivano dal mondo dell’istruzione non sono concilianti come quelle che sono arrivate dai leader delle forze parlamentari che dovranno votare la fiducia al nuovo esecutivo. E ritorna così alla mente il doppio tentativo – il primo, solo abbozzato, dopo le prime settimane di lockdown del 2020; il secondo, stavolta formalizzato, nel dicembre scorso quando si doveva decidere come riaprire dopo le festività natalizie – che la ministra uscente Lucia Azzolina ha fatto nei mesi scorsi. Salvo tornare sui suoi passi per l’opposizione dei governatori e dei sindacati.
Sono state proprio alcune sigle sindacali (Anief, Snals, Gilda, Uil) ieri ad alzare subito il muro alle prime proposte di Draghi. Con toni e sfumature diversi ma con la stessa sostanza: con la didattica a distanza non si è perso tempo e anche con la Dad l’attività di insegnamento è andata avanti. E alcune perplessità sono state espresse anche dal presidente dell’assocaizione nazionale presidi, Antonello Giannelli, a 24Mattino su Radio24: «Qualche giorno in più si può fare ma non credo risolvi il problema, mi sembra difficile andare oltre le due settimane in più che comunque non cambiano la vita». Auspicando che si lavori piuttosto sull’individuazione delle carenze scuola per scuola e su eventuali interventi mirati.
Fermo restando che, al netto dei 200 giorni minimi di lezione, il calendario scolastico è di competenza regionale, e che dunque una “quadra” va trovata con i governatori, qualche elemento in più potrebbe arrivare dagli incontri odierni quando il presidente del Consiglio in pectore incontrerà le sigle confederali.
E se sulla rimodulazione di lezioni e orari (per la cronaca, la media Ocse è di 778 ore annuali alla primaria, 712 e 680 alle superiori; da noi, rispettivamente, 766, 626 e 626) la mediazione si annuncia faticosa, sulle cattedre non appare da meno. Vista la storia dei concorsi da 78mila posti, fermi due anni, e ora frenati dal virus. Se per quello straordinario (32mila cattedre in palio) è arrivato ieri il via libera del Cts a concluderlo (si farà dal 15 al 19), per gli altri due ordinari (da 46mila cattedre) siamo ancora in attesa. Ammesso che inizino sarà davvero impossibile avere i vincitori in cattedra a settembre. A meno di procedure “semplificate”, che tradotto significa: altra sanatoria.