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Così Paolo Savona sballotta Juncker, Paesi Bassi e Austria

Che cosa ha scritto oggi il ministro degli Affari europei, Paolo Savona

“I Paesi Bassi e l’Austria si sono espressi a favore di una doverosa procedura di infrazione; se i primi avessero accompagnato la richiesta con l’impegno di riassorbire l’inaudito surplus di bilancia corrente che sottrae crescita all’Unione, e se l’Austria avesse svolto in questo frangente con più equilibrio il suo ruolo istituzionale di Presidenza di turno dell’Ue, forse avrebbero favorito il dialogo”.

CHE COSA HA SCRITTO PAOLO SAVONA SUL SOLE 24 ORE

E’ quanto scrive tra l’altro Paolo Savona oggi in un intervento sul Sole 24 Ore a proposito della procedura di infrazione Ue che riguarda l’Italia. Ma il ministro degli Affari europei, nell’intervento pubblicato sul quotidiano confindustriale diretto da Fabio Tamburini, critica direttamente anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker.

LA PROPOSTA DEL GOVERNO ITALIANO ALL’UE

“La via del dialogo – ha scritto Savona – è stata già indicata dal Governo italiano fin dall’inizio di settembre nel documento intitolato “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”. Esso propone di costituire a Bruxelles un Gruppo di lavoro ad alto livello che invii il messaggio ai cittadini europei che l’Unione sta esaminando i modi per completare l’architettura e le politiche europee, con un respiro più ampio dei negoziati oggi in corso sul tema”.

LA STOCCATA DI SAVONA A JUNCKER

Le risposte al documento italiano? Ha chiosato il ministro degli Affari europei: “Il dialogo può essere avviato in forme diverse, utili e razionali, come quello avviato dall’ottima e paziente (nei miei confronti) collega francese Loiseau, che nella sua risposta al documento del Governo mi ha indicato i punti sui quali si poteva discutere. Una pari cortesia, non meno apprezzata, mi è stata usata da altri colleghi europei. Altri, compreso il Presidente Juncker, si sono trincerati in un silenzio che voglio rifiutarmi di considerare mancanza di volontà di dialogo sui veri problemi dell’Unione”.

QUI TUTTI GLI SCRITTI PIU’ RECENTI DI PAOLO SAVONA SU START MAGAZINE

ECCO DI SEGUITO AMPI STRALCI DELLO SCRITTO DEL MINISTRO PAOLO SAVONA PUBBLICATO OGGI SUL SOLE 24 ORE:

La Commissione dichiara di volere il dialogo con il Governo italiano, ma verba volant, scripta manent. Se dialogo si vuole veramente, e noi lo vogliamo, si deve partire dal nobile discorso pronunciato dal Presidente Mattarella in Svezia, da quello che si può considerare il podio dei Premi Nobel, ivi incluso quello della pace. Il quesito è quale risposta deve dare l’Italia a una nuova caduta della crescita, già insoddisfacente, e a una disoccupazione e una povertà insostenibili?

La via del dialogo è stata già indicata dal Governo italiano fin dall’inizio di settembre nel documento intitolato “Una politeia per un’Europa diversa, più forte e più equa”. Esso propone di costituire a Bruxelles un Gruppo di lavoro ad alto livello che invii il messaggio ai cittadini europei che l’Unione sta esaminando i modi per completare l’architettura e le politiche europee, con un respiro più ampio dei negoziati oggi in corso sul tema. Chi continua a ripetere che il Governo intende pilotare l’Italia fuori dall’euro e dall’Unione spera che la situazione peggiori per tentare di recuperare la sconfitta del 4 marzo e si appella al mercato affinché crei ulteriori squilibri, senza dare una risposta ai tre problemi indicati.

La soluzione allo scontro, che doveva essere evitato, passa attraverso una decisione che, come suol dirsi, salvi la faccia di tutte le parti in causa: quella del Governo, che ha indicato una strada per affrontare i tre problemi (caduta della crescita, disoccupazione e povertà), offrendo un luogo di discussione, il citato gruppo ad alto livello; quella della Commissione, che avrebbe dovuto aprire un dialogo diverso dal semplice «rispettate i parametri fiscali»; e quella degli altri Stati Membri che ignorano il problema da affrontare.

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Un verba volant è che sarebbero alcuni Stati membri a non volere aprire un dialogo e, quindi, non ci sarebbe spazio per la Commissione di dare avvio alla discussione proposta. I Paesi Bassi e l’Austria si sono espressi a favore di una doverosa procedura di infrazione; se i primi avessero accompagnato la richiesta con l’impegno di riassorbire l’inaudito surplus di bilancia corrente che sottrae crescita all’Unione, e se l’Austria avesse svolto in questo frangente con più equilibrio il suo ruolo istituzionale di Presidenza di turno dell’Ue, forse avrebbero favorito il dialogo.

Il dialogo può essere avviato in forme diverse, utili e razionali, come quello avviato dall’ottima e paziente (nei miei confronti) collega francese Loiseau, che nella sua risposta al documento del Governo mi ha indicato i punti sui quali si poteva discutere. Una pari cortesia, non meno apprezzata, mi è stata usata da altri colleghi europei. Altri, compreso il Presidente Juncker, si sono trincerati in un silenzio che voglio rifiutarmi di considerare mancanza di volontà di dialogo sui veri problemi dell’Unione.

Poiché tutti dichiarano di volere l’Europa unita la strada non può essere se non quella indicata dal Presidente Mattarella nel corso della sua visita in Svezia: dialogare e recuperare l’Esprit d’Europe. L’Italia vuole dialogare. Sta agli altri dimostrare che vogliono occuparsi seriamente del futuro dell’Unione Europea.

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