I governi di Spagna, Svezia, Belgio, Germania – solo per citare alcuni paesi europei – hanno comunicato alle proprie opinioni pubbliche nazionali cosa hanno fatto e cosa intendono fare per aiutare l’Ucraina a dotarsi finalmente di una difesa aerea in grado di intercettare e distruggere la maggior parte dei missili russi prima che colpiscano le città, i villaggi e le infrastrutture civili.
Poco o niente si sa, invece su cosa stia facendo e si proponga di fare il governo italiano.
Più di un mese fa, l’esperto della materia Gianandrea Gaiani aveva ipotizzato che l’Italia avrebbe donato all’Ucraina una batteria antimissile ritirata dalla Slovacchia.
Il riserbo che circonda questa ipotesi è dovuto al clima pre-elettorale, ma le elezioni europee ci sono in tutti i paesi e ciò non impedisce agli altri governanti europei di spiegare ai cittadini le linee generali di cosa stanno facendo per aiutare Kiev a difendersi dalle migliaia di missili e droni che piovono dal cielo sul popolo ucraino.
Per ultimo il premier Sanchez che ha comunicato pubblicamente le iniziative bilaterali della Spagna in materia di difesa aerea compresa l’entità della spesa e le limitazioni d’uso delle tecnologie fornite.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha dichiarato ieri che la Russia “non intende concedere pause al nemico”. Ciò significa che nei prossimi giorni centinaia di missili e droni continueranno ancora a colpire giorno e notte il territorio dell’Ucraina.
In questo situazione i ministri Crosetto e Tajani avrebbero il dovere di informare i cittadini italiani – sia pur in maniera sommaria – le intenzioni del governo. Intendono concretizzare la solidarietà italiana nel campo della difesa aerea? O, viceversa, tutto è sospeso in vista delle elezioni come richiesto da Viktor Orban e da Matteo Salvini? Non è peraltro solo una questione di maggioranza perché l’ipocrisia del silenzio conviene anche alle opposizioni, per esempio a Elly Schlein che sente il fiato sul collo di Giuseppe Conte che da mesi chiede la sospensione degli aiuti a Kiev.
Giustissimo agire con prudenza per non dare alibi all’escalation che Vladimir Putin sta preparando con una sempre maggiore concentrazione di forze e armamenti ai confini dell’Ucraina.
Tuttavia non ho ancora incontrato un solo pacifista in grado di spiegare perché non si debbano intercettare e distruggere i missili russi prima che colpiscano a morte i loro obiettivi.
Per essere credibile a 10 giorni dal voto tutta la politica italiana dovrebbe avere il coraggio di fare chiarezza sul tema drammatico e importante della difesa aerea in Ucraina.