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Cosa è successo al largo della Kamchatka, il terremoto, l’allerta tsunami e il rischio per la Russia e altri paesi

Tutti i dettagli sul terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito la costa orientale della penisola della Kamchatka alle 8:25 (ore locali), scuotendo l'estremo oriente russo e innescando un'allerta tsunami in decine paesi affacciati sul Pacifico.

Questa mattina un potente terremoto di magnitudo 8,8 ha colpito la costa orientale della penisola della Kamchatka alle 8:25 (ore locali), scuotendo l’estremo oriente russo e innescando un’allerta tsunami che ha raggiunto decine di paesi affacciati sul Pacifico.

LA POTENZA DEL TERREMOTO

La scossa è stata una delle più potenti di sempre mai registrate. Secondo la filiale della Kamchatka del Centro federale di ricerca per i rilievi geologici dell’Accademia russa delle scienze, infatti, si tratta del più violento evento sismico registrato nella zona focale della Kamchatka dal 1952, anno in cui un altro devastante terremoto colpì la regione. La conta dei feriti deve essere ancora stilata, ma secondo il quotidiano russo Kommersant che cita autorità locali diverse persone sono rimaste coinvolte, anche se al momento non si registrano vittime confermate.

Non sono solo i russi a classificarlo come uno dei terremoti più gravi di sempre. Anche il Servizio geologico degli Usa (Usgs), infatti, lo ha catalogato come il sesto terremoto più forte mai registrato a livello globale. L’ultimo di potenza simile è stato il terremoto di magnitudo 9.0 che nel 2011 devastò la costa orientale del Giappone, causando lo tsunami e il disastro nucleare di Fukushima.

ALLERTA TSUNAMI: QUALI SONO I PAESI COINVOLTI

Il terremoto, e la sua violenza, ha fatto scattare subito l’allarme tsunami in diverse zone del Pacifico: dalla Russia al Giappone, passando per le Filippine, l’Alaska, le Hawaii, il Messico e l’Indonesia. Le onde, con altezze che variano da un metro fino a tre, hanno già colpito le coste di alcune aree.

Il porto di Severo-Kurilsk, in Russia, è stato quasi completamente allagato, secondo quanto riferito dalle autorità del paese. Onde alte fino a 5 metri avrebbero colpito le coste della regione.  Mentre il sindaco del distretto russo delle isole Curili settentrionali ha reso nota l’evacuazione dei cittadini e il loro trasferimento, in circa un’ora, in una zona di sicurezza.

In Giappone, i lavoratori che stavano smantellando la centrale nucleare di Fukushima sono stati evacuati anche se per adesso “non è stata osservata alcuna anomalia” nel sito, ha dichiarato una portavoce della società di gestione dell’impianto, la Tepco. Nel paese sono arrivate onde alte circa 1,3 metri.

In Messico, il governo ha ordinato di evacuare le spiagge del Pacifico, così come negli Usa, il presidente Donald Trump ha chiesto di rimanere al sicuro agli abitanti di Alaska e Hawaii, dove è scattato lo stato di emergenza e sono stati chiusi i porti. Alle Hawaii le prime onde registrate sono alte 1,2 metri.

LA PERICOLOSITÀ DELLA CINTURA DI FUOCO

Nelle prossime ore si capiranno le conseguenze e i danni del terremoto e dello tsunami, ma il sisma ha confermato la pericolosità della cosiddetta “cintura di fuoco del Pacifico”, un’area, che circonda l’Oceano Pacifico per oltre 40.000 chilometri, ad altissima attività sismica e vulcanica che include gran parte delle coste oceaniche asiatiche e americane. La comunità scientifica continua a ritenere la zona potenziale teatro di eventi sismici di grossa rilevanza, il cui impatto può essere limitato solo tramite un monitoraggio costante, l’uso di sensori avanzati e dei sistemi di allerta precoce per ridurre vittime e rischi per la popolazione.

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