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Iran

Coronavirus in Iran: il contagio crescente e gli aiuti di Francia, Germania e Regno Unito

Avanza il Coronavirus in Iran: contagiato anche un neonato. Gli aiuti di Francia, Germania e Regno Unito grazie a Instex, il ricorso al Fondo monetario internazionale

La crisi sanitaria provocata dal Coronavirus mette in ginocchio l’Iran, che per la prima volta nella storia chiede aiuto al Fondo Monetario Internazionale. E l’emergenza e la sua gestione, si legge nel rapporto del Cesi, Centro Studi Internazionali, potrebbero fortemente influenzare clima ed equilibri delle elezioni del prossimo anno.

Andiamo per gradi.

I NUMERI

Il Coronavirus ha provocato, in Iran, 2.898 vittime. 44.605 sono i contagiati, di cui 14.656 ricoverati.

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NEONATO POSITIVO

Tra i nuovi positivi si conta anche un neonato, che aveva sofferto di problemi respiratori nelle prime 24 ore di vita. Il bambino, che ora respira autonomamente, è in cura all’ospedale Imam Reza di Mashhad, nel nord-est della Repubblica islamica.

LE PAROLE DI ROHANI

La pandemia Covid-19 è una nuova prova che l’Iran è chiamato ad affrontare, secondo il presidente iraniano, Hassan Rohani.

“Dio ha messo alla prova l’Iran per la terza volta”, ha detto il presidente nel corso della riunione della task force formata per affrontare l’emergenza. “Dio ci ha messo alla prova tre volte dopo la vittoria della rivoluzione islamica. La prima è stata la Difesa sacra quando il popolo ha difeso per otto anni la sua indipendenza e la sua dignità. La seconda prova sono state le sanzioni che ci vengono imposte da molti anni e in particolare negli ultimi due sono state le più dure”, ha aggiunto Rohani.

“La terza prova è il coronavirus che può essere facilmente confrontato con altre parti del mondo. La nostra gente ha sopportato giorni difficili”, ha concluso il presidente iraniano.

IL COMITATO NAZIONALE PER LA LOTTA AL CORONAVIRUS

E per superare questa terza prova, il governo ha ha istituito il Comitato Nazionale per la lotta al Coronavirus, alla cui guida c’è Hassan Rohani. Al team di esperti il compito di redigere delle linee guida per lo sviluppo di un piano che possa limitare il contagio.

FRANCIA, GERMANIA E REGNO UNITO INVIANO AIUTI

Aiuti, intanto, arrivano da Francia, Germania e Regno Unito, che tramite Instex, il meccanismo europeo per commerciare con la Repubblica islamica evitando le sanzioni americane, hanno inviato alcuni dispositivi medici.

“Francia, Germania e Regno Unito confermano che Instex ha concluso con successo la sua prima transazione, facilitando l’export di forniture mediche dall’Europa all’Iran. Questi prodotti sono ora in Iran”, si legge in una nota. È solo la prima transazione di altre che dovrebbero arrivare.

SI RISCHIA GRANDE CRISI

Alla crisi sanitaria si affianca, intanto,il rischio di una grave crisi economica. “I dati ONU avevano registrato una contrazione del PIL al 2% nel 2018 e una superiore al 7% nel 2019 (i dati della Banca Mondiale avevano riportato addirittura un -8,7%). Le stesse Nazioni Unite prevedevano anche un ulteriore calo del 2,7% per il 2020, stima che è destinata ad essere rivista al rialzo dopo il diffondersi dell’epidemia”, scrive Cesi.

IRAN CHIEDE AIUTO AL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE

E intanto, per la prima volta nella storia della Repubblica Islamica, il governo chiede aiuto al FMI: il Paese ha chiesto un pacchetto di aiuti da 5 miliardi di dollari, nell’ambito del Rapid Financial Instrument, che sarebbe pronto ad iniettare fino a 50 miliardi di dollari nelle economie dei Paesi più in difficoltà.

ELEZIONI E CORONAVIRUS

Aiuti o meno, la gestione dell’emergenza e gli strascichi della crisi certamente andranno ad influenzare gli equilibri delle elezioni del prossimo anno.

Si legge nel report di ieri pubblicato dal Cesi (Centro studi internazionali) presieduto da Andrea Margelletti: “Con le elezioni presidenziali previste per il prossimo anno, gli equilibri che usciranno dalla situazione di emergenza saranno fondamentali per determinare non solo il contesto politico all’interno del quale si svolgerà la tornata, ma anche il clima che potrebbe orientare il voto dell’elettorato alle urne. Il peso economico e sanitario della crisi sembra destinato a lasciare un segno che potrebbe avere ancora strascichi nel corso dei prossimi dodici mesi e che potrebbe trasformare, o fare evolvere, le rivendicazioni politiche e sociali avanzate dalla popolazione. In un momento di delicata criticità per la stabilità interna della Repubblica Islamica, l’identificazione nelle Forze Armate di un punto di riferimento per la risoluzione della crisi potrebbe dare una nuova connotazione al conservatorismo e al sentimento di nazionalismo di una parte dell’opinione pubblica. Ciò potrebbe portare la classe dirigente e le forze politiche, in preparazione dell’appuntamento elettorale del prossimo anno, ad adattare la propria agenda alle nuove esigenze e preparare il terreno per identificare dei nuovi candidati, anche esterni fino ad ora all’agone politico, che possano essere riconosciuti dall’opinione pubblica come leader carismatici in grado di dare nuovo impulso alla Repubblica Islamica del prossimo quinquennio”, scrive il Cesi.

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