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Rezza

Ecco come il virus contagerà l’economia della Cina (e non solo). I report degli analisti

Fatti e previsioni sull'impatto del coronavirus sull'economia cinese. I primi effetti anche sulle borse europee. E il tweet di Trump: "Siamo in strettissima comunicazione con la Cina sul virus. Abbiamo offerto alla Cina e al presidente Xi qualsiasi aiuto possa essere necessario"

Il coronavirus cinese influenza anche l’economia di Pechino. Mentre in Borsa si registrano giornate nere, con i marchi di lusso in forte calo, gli analisti abbozzano previsioni sull’impatto del virus sul Pil della Cina. Ecco tutti i dettagli, mentre Donald Trump twitta: “Siamo in strettissima comunicazione con la Cina sul virus. In Usa sono stati riportati pochissimi casi ma vigiliamo fortemente. Abbiamo offerto alla Cina e al presidente Xi qualsiasi aiuto possa essere necessario. I nostri esperti sono straordinari!”.

https://twitter.com/realDonaldTrump/status/1221809170673958913

LE STIME DI STANDARD & POOR’S

L’economia cinese potrebbe subire una contrazione dell’1,2%, ipotizza Shaun Roache, capo economista di Standard & Poor’s per l’Asia-Pacifico, se le spese delle famiglie cinesi per trasporti e divertimenti in luoghi pubblici dovessero scendere del 10%.

L’IMPATTO ECONOMICO DELL’EPIDEMIA

“I settori esposti alle spese delle famiglie cinesi, in particolare le attività che si svolgono fuori casa, probabilmente avvertiranno il maggiore impatto economico dell’epidemia”, ha affermato Roache. “L’avversione al rischio e condizioni finanziarie più rigide potrebbero amplificare l’impatto, anche sugli investimenti”. Per Standard & Poor’s, infatti, è inevitabile che i consumatori eviteranno le uscite, dal momento che il virus si è diffuso da Wuhan a quasi tutte le province.

LE STIME DEGLI ESPERTI DI BARCLAYS

Che il coronavirus possa avere conseguenze anche per l’economia è fuor di dubbio anche per gli analisti di Barclays, convinti che si possa ripetere quanto avvenne con la Sars, come riporta MF- Milano Finanza. E supponendo che la durata, dunque, sia simile, gli analisti prevedono che la crescita del pil cinese possa ridursi di 0,1-0,2 punti percentuali nel primo trimestre o nel secondo trimestre, a seconda del ritmo dell’epidemia.

L’INTERVENTO DEL GOVERNO

Per sostenere l’economia “il governo potrebbe intensificare il sostegno mirato al credito e al bilancio, qualora la diffusione aumentasse significativamente di intensità”, aggiungono gli economisti di Barclays.

ECONOMIST INTELLIGENCE UNIT

A fare qualche calcolo, come scrive Forbes, è anche Agathe Desmarais, macroeconomista presso l’Economist Intelligence Unit, secondo cui la crescita del Pil reale della Cina potrebbe essere ridotta, nel 2020, di metà punto percentuale, portando il ritmo di espansione al di sotto del 5,5% per la prima volta in assoluto, se il virus raggiungerà la potenza del contagio della Sars.

I REPORT DEGLI ANALISTI

“Il rallentamento” del Pil cinese “nel primo trimestre sarà probabilmente più brusco di quanto ci aspettassimo”, conferma Chang Shu di Bloomberg Economics, secondo il quale “un blocco agli spostamenti per milioni di persone e un’estensione della vacanza del Capodanno lunare significano un colpo deciso al Pil del primo trimestre. Quanto accaduto con la Sars fornisce una lente con la quale valutare l’impatto di questo Virus, oggi tuttavia l’economia cinese è molto di più dipende dal consumo, dal turismo e dai servizi”, rendendola più vulnerabile a una simile emergenza. Più ottimista Haiyan Li-Labbé, analista nel team di Paesi emergenti e specializzata nell’azionario cinese di Carmignac. “I titoli tecnologici cinesi resisteranno al coronavirus – spiega Li-Labbé – anche se i dati del primo trimestre potrebbero risentire negativamente della diffusione del Virus. Dal punto di vista dei mercati, i settori più colpiti saranno in primo luogo quello del turismo e delle vendite al dettaglio”, conclude l’analista Carmignac.

L’IMPATTO SULLE CROCIERE

Con Ubs che nei suoi report punta soprattutto sugli effetti immediati nel business delle crociere e sugli impatti per compagnie aeree e società aeroportuali, Neil Wilson, responsabile di analisi sui mercati di Markets.com, afferma che questo Virus “ha il potenziale per scuotere davvero i mercati. E con i listini azionari che erano ai massimi di tutti i tempi o quasi, questa è un’opportunità di vendita perfetta. Il problema è che per la maggior parte degli investitori questo è un evento a rischio per il quale non erano preparati: un vero cigno nero in via di realizzazione”, conclude Wilson.

LA CHIUSURA (NERA) DELL’ANNO LUNARE

L’impatto economico, inevitabile, è testimoniato anche dal fatto che, come riporta Bloomberg, l’ultima sessione della Borsa di Shanghai prima del Capodanno si è chiusa con un calo del 2,8% (il peggiore da otto mesi). È la peggiore fine di anno lunare in Borsa negli ultimi 30 anni.

cina economia

I BIG DEL LUSSO IN PERDITA

E in Borsa perdono terreno, anche i Big del lusso. Lvmh, il gigante guidato da Bernard Arnault, con capitalizzazione di 210,4 miliardi di euro e marchi del calibro di Dior, Bulgari, Fendi, Tiffany e ovviamente Vuitton, ha registrato i primi cali ponderati a inizio gennaio quando si sono verificati i primi casi e nell’ultima settimana ha perso oltre il 5%, chiudendo il 24 gennaio a 416,3 euro.

Giorni negativi, in Borsa, anche per Kering (capitalizzazione di 72,39 miliardi di euro), a cui fanno capo Gucci e Saint Laurent, che ha chiuso venerdì scorso a 573,3 euro, dopo aver toccato il minimo in un mese a 571,1 euro. Ferragamo (capitalizzazione 2,9 miliardi di euro) a Milano il 24 gennaio ha toccato il minimo del mese a 17,47, con un calo di oltre il 10%.

Capri Holdings, che racchiude marchi come Michael Kors e Versace e vanta una capitalizzazione 5,36 miliardi di dollari, venerdì 24 gennaio ha toccato il suo minimo a 35,06 dollari, con un calo 9% rispetto al massimo del 2 gennaio a 38,64 dollari.

Fa eccezione, in questa lista, Prada, che a Hong Kong ed in Germania, il 24 gennaio, ha chiuso sopra la media del mese e vicino ai massimi dell’anno. Tiffany, 16,26 miliardi di dollari di capitalizzazione, continua il suo trend di crescita sulla spinta ancora dell’acquisto da parte di Lvmh: venerdì ha chiuso a 134,29 dollari (+0,06%).

Bene, relativamente, anche Moncler (10,46 miliardi di euro di capitalizzazione) che ha chiuso il 24 gennaio a 40,55 euro, con un rialzo del +0,5%, sopra la media annuale, ma sotto la media mensile.

ANCHE BORSA USA NE RISENTE

I primi segnali di cedimento, come si legge sul report di lunedì 27 gennaio di Mps Capital Service, si vendono anche sulla Borsa americana. “Il presidente cinese Xi ha parlato di “accelerazione della diffusione” definendo la situazione grave. Inoltre, ci sono segnali di contagi in varie parti del globo e questo sta comportando una situazione di risk-off sui risky asset, con anche le borse USA che hanno mostrato i primi segnali di scricchiolio (venerdì chiusura in calo e future USA stamani in ribasso)”.

CHE COSA SUCCEDE NELLE BORSE EUROPEE

Il coronavirus travolge le Borse europee a affossa in modo particolare il comparto azionario delle compagnie aeree (-4,8%), il lusso (-3,5%) e l’automotive (-2,5%). L’indice d’area Stoxx 600 cede il 2,1%, in rosso Londra e Parigi (-2,2%), Francoforte (-2,3%), Milano (-1,8%) e Madrid (-1,6%). Nel Vecchio continente soffrono le compagnie aeree con una riduzione di voli. In rosso Air France-Klm (-6,5%), EasyJet (-5,3%), Lufthansa (-4,3%) e Ryanair (-3,8%). Male anche il settore del lusso con la riduzione degli acquisti sia nelle principali capitale europee e sia in Cina. In calo Hermes (-4,8%), Christian Dior (-4%), Kering (-3,8%), Lvmh (-3,6%) ed EssilorLuxottica (-2,2%). Marcia indietro anche per l’automotive con la paralisi del comparto in Cina dove Wuhan, dove si sarebbe sviluppato il virus, rappresenta il distretto principale del settore. In calo Valeo (-4%), Volkswagen (-3,2%), Porsche (-3,2%), Renault e Peugeot (-2,6%), Brembo (-3,8%) e Pirelli

L’IMPATTO MONDIALE

Un rallentamento dell’economia cinese avrà un impatto anche sull’economia mondiale. Uno studio condotto dalla John Hopkins University, in collaborazione con il World Economic Forum e la Fondazione di Bill and Melinda Gates, sostiene che una riduzione della crescita del Pil cinese pari ad 1 punto percentuale porterebbe anche una riduzione della  crescita dell’economia mondiale di 2 punti percentuali. Lo studio partiva proprio dall’ipotesi di una diffusione di un virus, ma sottolinea Forbes, non voleva essere una previsione.

(articolo aggiornato alle ore 16)

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