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America Latina

Coronavirus, cosa succede in Brasile, Messico e Venezuela

Coronavirus: numeri, scenari e polemiche in Brasile con i dati complessivi degli Stati in America Latina 

 

Sale il numero di contagi e il numero di morti per Coronavirus in America Latina. Tra i Paesi più colpiti c’è il Brasile, dove si contano oltre 46.000 casi. L’Argentina, intanto, prova ad allentare le misure restrittive, soprattutto nelle province meno colpite.

Intanto, arriva il duro avvertimento dell’Oms, secondo cui l’America Latina non ha ancora vissuto il “momento peggiore della pandemia”. Tutti i dettagli.

I NUMERI DELL’AMERICA LATINA

Partiamo dai numeri generali. Secondo i dati elaborati da Ansa, su 34 nazioni e territori latinoamericani, in America Latina il numero dei contagi da coronavirus è di 121.087, con un incremento di 20mila casi nelle ultime 48 ore. Crescono anche i morti: oltre 1.000 nelle ultime 48 ore, a 6.116.

BRASILE REGIONE PIU’ COLPITA

E’ il Brasile la nazione più colpita dell’area. Il paese si piazza all’undicesimo posto nella classifica mondiale, con 46.348 contagiati e oltre 2934 morti. In Perù si contano 19.250 contagiati e 530 morti. Numeri alto anche per Cile (11.296 e 160), Ecuador (10.850 e 537) e Messico (10.544 e 970).

brasileCifre quasi dimezzate caratterizzano Repubblica dominicana (5.300 e 260), Panama (4.992 e 144) e Colombia (4.356 e 206). Va meglio in Argentina (qui l’approfondimento di Livio Zanotti per Start su Buenos Aires), dove si contano 3.288 contagiati e 159 morti. A Cuba ci sono 1.189 e 40 morti.

NUMERI COVID-19 SOTTOSTIMATO?

E proprio sulla regione più colpita resta il dubbio che il numero dei casi sia sottostimato. Secondo uno studio della Fondazione Oswaldo Cruz c’è stato un aumento significativo dei ricoveri per Sars quest’anno in Brasile rispetto alla media degli ultimi dieci anni: il Paese ha registrato 33,5 mila ricoveri per Sars. Secondo gli la Fondazione e altri esperti ascoltati da G1, il portale di notizie della Rede Globo, si sarebbe verificata una sottostima di casi di Covid-19.

IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE

E i numeri sono destinati a salire, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità. “Non commettere errori: abbiamo ancora molta strada da fare. Questo virus rimarrà con noi per molto tempo”, ha detto il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, avvertendo che l’America Latina non ha ancora vissuto il momento peggiore della pandemia ed esortando i paesi ad aumentare le loro misure di prevenzione e individuazione.

IL BRASILE RICORRE ALL’ESERCITO AL MINISTERO

Proprio il Brasile ha scelto di rispondere all’appello dell’Oms con la nomina del generale Eduardo Pazuello come nuovo segretario esecutivo del Ministero della Salute, chiamato a corte dal ministro in carica, l’oncologo Nelson Teich. Al nuovo arrivato il compito, insieme al Ministro della Salute, di dare vita ad un piano efficace nella lotta al Covid, ricorrendo anche alle capacità nel settore della logistica di cui Pazuello è in possesso, secondo Teich.

Pazuello prenderà il posto di Joao Gabbardo, estromesso la scorsa settimana dal presidente della Repubblica, Jair Bolsonaro, per divergenze sulla maniera di affrontare la pandemia da coronavirus nel Paese.

MINISTRO SALUTE BRASILE: VERSO ALLENTAMENTO MISURE

Teich e Pazuello dovranno pensare ad una fase 2. “E’ impossibile per un Paese sopravvivere per un anno, un anno e mezzo, rimanendo fermo”, ha detto Nelson Teich, accodandosi alla volontà di Bolsonaro.

“Il distanziamento sociale è una misura naturale e logica da cui cominciare, ma non può essere attuata senza un piano di uscita”, ha detto Teich. E così, già la prossima settimana il Governo presenterà un nuovo piano con misure anti Covid meno restrittive di quelle vigenti.

RIO: MASCHERINE OBBLIGATORIE

In attesa di un piano governativo, il sindaco di Rio de Janeiro, Marcelo Crivella, ha deciso che l’utilizzo delle mascherine sarà obbligatorio per chi decide di uscire di casa. I negozi che permetteranno l’entrata senza mascherina possono essere sanzionati.

ARGENTINA VERSO ALLENTAMENTO MISURE

Si va verso un allentamento delle misure anche in Argentina, dove il presidente Alberto Fernández riceverà questo pomeriggio il comitato per le malattie infettive e gli esperti, per decidere un piano di allentamento delle misure nelle province meno colpite.

Tra le opzioni da valutare anche la possibilità per i bambini di fare passeggiate e gite con i propri genitori.

COSA SUCCEDE A BUENOS AIRES

Cambierà qualcosa per gli anziani? Difficile dirlo. Quel che è certo è che per ora ” ai maggiori di 70 anni residenti a Buenos Aires (all’incirca 500mila persone, quasi tutte autosufficienti e lussuosamente alfabetizzate, tant’è che vivono quasi tutte da sole) è fatto divieto di uscire dalle loro abitazioni a tempo indeterminato, salvo permesso delle autorità municipali da richiedere via telefonica con motivata ragione e comunque valido non oltre le 24 ore”, racconta Livio Zanotti.

TAMPONI A TAPPETO

Il Governo promette, accanto alle eventuali restrizioni, anche tamponi a tappeto. Dovrebbe partire già da domani il programma per effettuare test su volontari, provando a scovare gli eventuali asintomatici, secondo quanti riporta El Dia. 

VENEZUELA IN GINOCCHIO

Covid-19, invece, mette in ginocchio il Venezuela, che conta 250 casi di contagio. Qui la crisi del coronavirus rende ulteriormente cari i beni essenziali e sta lasciando gran parte del paese senza benzina.

I cittadini, che affrontano numerose difficoltà, sono scesi in piazza. Proteste si sono verificate mercoledì, nella cittadina di Cumanacoa, nella parte orientale del paese. Diverse le persone ferite.

“La gente è scesa in strada per saccheggiare (…). Non puoi metterla in quarantena se ne hai bisogno”, ha detto a AFP Domingo Sánchez, tecnico telco.

MESSICO PRONTO PER COVID-19

Nonostante gli oltre 10.000 casi di contagio e 970 morti, il Messico non sembra temere il Coronavirus. “L’epicentro dell’epidemia si sta spostando dall’Europa alle Americhe, il che ci ha dato il tempo di prepararci per quello che verrà”, ha dichiarato Cristian Morales, rappresentante in Messico dell’Organizzazione mondiale della sanità e dell’Organizzazione panamericana.

LE IMPRESE DI JUAREZ RIAPRONO

Nonostante il peggio debba ancora arrivare, alcune imprese di Juàrez hanno deciso, in piena autonomia, di riaprire i battenti. Riaperte anche le bancarelle di strada, per necessità. “Alla fine, ci saranno più morti per fame che per virus”, si legge su Cronica.com.mx.

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