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Pure Renzi si fa beffe di Conte

Cosa ha scritto Matteo Renzi su Giuseppe Conte nella sua ultima newsletter eNews dopo le elezioni in Emilia-Romagna e Umbria. I Graffi di Damato

Cinquant’anni da compiere a gennaio, pur essendoseli già tutti assegnati nella millesima lettera elettronica agli amici – eNews – spedita ieri nel 24.mo anniversario della prima, Matteo Renzi ama togliersi i sassolini dalla scarpa, anzi dalle scarpe senza mai riuscire a svuotarle del tutto. Se ne trova sempre di nuove, o di vecchie rigenerate, nella sua frenetica e sempre sorprendente azione politica. Cosa che produce nemici come un albero di ciliegie, anche fuori stagione. Nella millesima lettera il sassolino più grosso e recente che si è tolto è quello di Giuseppe Conte. Che anche a costo di fare perdere il mese scorso alla sinistra, registrandone il campo, le elezioni regionali in Liguria, impose alla remissiva segretaria del Pd l’espulsione dei renziani dalle liste di sostegno al candidato Andrea Orlando al governatorato.

Eppure gli amici di Renzi si erano infilati nella coalizione di cosiddetto centrosinistra senza insegne, quasi alla chetichella.

Visto anche il risultato della Liguria, e i tempi quasi scaduti per aprire contenziosi dello stesso tipo, Conte non ha potuto ripetere l’operazione discriminatoria in Emilia-Romagna e in Umbria. Dove non dico grazie a Renzi, ma grazie anche a lui, pur nella quasi autosufficienza del Pd nella regione più rossa d’Italia, il cartello di sinistra ha vinto. E nella vittoria emiliano-romagnola se vi è stato un partito marginale questo è stato il MoVimento 5 Stelle, letteralmente precipitato al 3,6 per cento dei voti dal 7,2 delle elezioni europee di giugno, dal 9,9 delle elezioni politiche del 2022 e dal 4,7 delle precedenti regionali, nel 2020.

Ad aggravare la figuraccia politica, ma un po’ anche personale di Conte, sempre in Emilia Romagna, è stato il sorpasso compiuto sul suo partito proprio da Renzi, che se n’è vantato beffardamente nella millesima lettera agli amici. “Ma comi fa – ha chiesto Renzi – a metterci veti chi in Emilia-Romagna prende meno voti do noi?”. “Se pensate – ha infierito l’ex premier – che mi stia riferendo al Movimento Cinque Stelle, beh, pensate bene”. E a seguire il solito ammonimento da quando, passando una palla alla Schlein in una partita “del cuore” all’Aquila, Renzi rivolge “agli amici del centrosinistra: senza un centro forte, riformista, serio non si vince. Lo dice la matematica, lo dice la politica e dopo la Liguria/Umbria lo dice anche il karma”.

In Emilia-Romagna, per una beffa riservata dal destino “cinico e baro” di memoria saragattiana, il miserrimo 3.6 per cento di Conte è stato superato dal pur misero 3,7 della lista “Civici con de Pascale” assegnatasi da Renzi. Al quale tuttavia, da uno dei tantissimi destinatari della sua lettera mi sono permesso di chiedere se non gli convenga essere la sinistra vera di un centrodestra, piuttosto che la destra di una sedicente sinistra mista di caviale, come non vuole sentirsi dire la Schlein dalla Meloni, e di giustizialismo. Non attendo naturalmente risposta.

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