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Giorgetti

Conte nella piazza Cgil spiazza il Pd

Che cosa succede a sinistra fra piazza Cgil, Pd post Letta e Conte sempre più sinistro. I Graffi di Damato

 

A sentire Maurizio Landini ieri in Piazza del Popolo, a Roma, tra bandiere vere, per carità, ma argomenti forse un po’ troppo truccati, si stava più o meno contemporaneamente celebrando ad Arcore, nella villa di Silvio Berlusconi, un vertice abusivo di celebrazione della vittoria elettorale del centrodestra e di preparazione del nuovo governo, in attesa di formalità più o meno burocratiche costituite dall’insediamento delle Camere, il 13 ottobre, dalle consultazioni al Quirinale e dal conferimento dell’incarico di presidente del Consiglio a Giorgia Meloni.

Ma cosa si erano messi in testa quei tre e il cagnolino bianco che scodinzolava fra i loro piedi? In fondo -ha loro ricordato il segretario generale della Cgil nella sua stravagante interpretazione del responso elettorale, se non vogliamo chiamarlo “pregiudizio in piazza”, come ha titolato il Giornale di famiglia di Berlusconi- il centrodestra ha preso il 25 settembre soltanto 12,3 milioni di voti contro i 15,8 di tutti gli altri concorrenti ai 600 seggi parlamentari in palio, e soprattutto i 18 milioni di astenuti e simili. I quali come fantasmi avrebbero il diritto giovedì prossimo di occupare le aule di Montecitorio e di Palazzo Madama. Giù le mani, i piedi e quant’altro, per favore, dal Parlamento, dal Governo e dintorni, mancava solo che gridasse Landini dal palco dell’arbitro assegnatosi sotto la storica terrazza di Giuseppe Valadier.

Ad applaudire Landini c’era anche Giuseppe Conte. Anzi, c’era soprattutto lui, il presidente del MoVimento 5 Stelle. “Conte tra le bandiere”, ha messo lì nel titolo di prima pagina la Repubblica non rendendosi conto esattamente dell’importanza di quella presenza, sottolineata invece dalla Stampa, dello stesso gruppo editoriale, con quella “piazza in cerca d’autore” dove Conte, appunto, “si prende la scena”, dice un titolo a suo modo emblematico della situazione.

Ancora più esplicita, o addirittura didattica, è stata la cronaca del solito Fatto Quotidiano, che ha sostituito con la “piazza larga” di Landini il mancato “campo largo” di Enrico Letta, Giuseppe Conte eccetera eccetera. “Per la prima volta a una manifestazione del più importante sindacato italiano, il capo politico dei 5 stelle. Una piazza larghissima, perché non sono mancate neppure le bandiere extraparlamentari di Unione popolare”, ha raccontato il giornale diretto da Marco Travaglio. Che, non potendo evidentemente bastare questo passaggio insolitamente tacitiano è tornato più avanti a spiegare e raccontare: “Ma la novità politica della manifestazione è la prima volta, appunto, di un capo politico del Movimento 5 stelle, mai successo con Grillo e Di Maio. Conte si prende la piazza con una presenza che non era scontata, ormai ben saldo nel ruolo di leader progressista”. E pazienza per Enrico Letta e per tutti quelli che potrebbero prenderne il posto alla guida del Pd fra qualche mese, se il partito del Nazareno esisterà ancora o non sarà stato buttato nel Tevere come un sacco.

Del resto, pur cessata formalmente a mezzanotte di venerdì 23 settembre, la campagna elettorale di Conte è ripresa con i sondaggi non più coperti dal silenzio di legge. Non più tardi di ieri l’Atlante di Ilvo Diamanti su Repubblica dava ancora qualche decimo di punto in più a Giorgia Meloni, facendole raggiungere il 26,4 per cento, ma faceva “scendere” il Pd sotto il 18 per cento e “salire” Conte dal 15 al 16,8 per cento. La prossima volta potrebbe essere quella del sorpasso. Allora pure Landini dovrà farsi da parte e lasciare il palco tutto a lui, l’avvocato di Volturara Appula.

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