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Covid-19 Contagi Immunità Gregge

Come superare le pandemie. Parla Ivano Hammarberg Ferri

Contagi, tamponi, test sierologici, paure, rischi e consigli utili. L'intervista di Start Magazine a Ivano Hammarberg Ferri, medico, chirurgo, oncologo, esperto in integrazione per il supporto del paziente oncologico, terapista del dolore e delle patologie cronicodegenerative

I numeri dei contagi risalgono. Dobbiamo aver paura? Bastano i numeri dei contagi per avere un quadro della situazione? Quali sono i numeri da guardare per capire cosa sta succedendo?

Start Magazine lo ha chiesto a Ivano Hammarberg Ferri, medico, chirurgo, oncologo, esperto in integrazione per il supporto del paziente oncologico, terapista del dolore e delle patologie cronicodegenerative.

Lei sostiene che accanto al numero dei contagiati bisognerebbe comunicare il numero dei malati. Perchè?

Conoscere il numero dei “tamponi positivi o negativi” costituisce solo parte di una informazione che a  mio avviso dovrebbe essere più completa.

Ovvero?

Sapere che il contagio prosegue, che il virus non ha mai cessato la sua attività, deve stimolare il popolo ad avere il senso di responsabilità verso se stessi e gli altri, ma conoscere il numero dei tamponi positivi che sono ammalati permette anche di evitare una ingiustificata paura che mina la vita quotidiana e la salute. Il popolo va informato, reso consapevole, responsabilizzato e sostenuto, non spaventato.

Il dato più rilevante sarebbe il numero delle terapie intensive?

No! Anche qui si commette a mio avviso un errore, il medesimo di cui sopra, una informazione parziale che genera confusione.

Cosa serve dunque?

Mi spiego, conoscere il numero totale dei contagiati, la frazione di essi che e’ ammalata, e poter affiancare questo numero ai ricoveri in terapia intensiva, da un quadro più chiaro della situazione.

Perché?

Prima di tutto si comprende che il rischio di finire in un reparto di cure intensive, per quanto bassissimo, per ora, persiste, ma si capisce anche che le misure adottate finora per proteggerci hanno avuto un effetto e che la crescente conoscenza di questo virus e ci ha insegnato a curare subito e meglio le persone ammalate, riducendo drasticamente i ricoveri nelle cure intensive.

Pensa che i giornali – sulla base dei dati ufficiali – stiano indulgendo nell’allarmismo?

Penso che l’informazione sia una professione, una missione, che richiede una etica ed una serietà, ed un equilibrio, oltre al buon gusto, che ho visto mancare in più casi.

Cosa vuol dire?

Il discorso è troppo ampio, sappiamo che un giornale deve vendere, sappiamo che l’asino si attacca dove dice il padrone, sappiamo che non conosciamo tutto il mondo che ” regola” la vita dei giornali, sappiamo che la politica si riflette e si esprime attraverso di essi, e che fare discorsi filosofici serve a poco, ma vorrei una informazione meno sensazionalistica e più equilibrata.

Lei è un fautore dei tamponi mirati e non a tappeto. Non crede che così verranno individuati solo una parte dei contagiati, mandando l’altra (se asintomatica) in giro a contagiare?

Inizialmente ritenevo utile testare solo pazienti sintomatici, per distinguere i contagiati da Sars Cov 2 dai malati di sindrome influenzale e parainfluenzale, perchè questa diagnosi differenziale, a fronte di sintomi simili e sovrapponibili, un medico la deve fare.

E poi?

Oggi non sono necessariamente contrario a screenare tutta la popolazione ma penso che quando fai un esame ad una persona, il suo risultato deve indirizzarti a prendere delle decisioni. Un medico fa esami, fa diagnosi e poi imposta terapia. La domanda che ci potremmo fare è quale sia il progetto del Governo e dei Governi, perchè non riguarda solo noi in Italia.

Cosa fare quindi?

Torniamo quindi alla questione tamponi di massa: si o no? Se scopriamo che 20 milioni di italiani compresi Lei e me sono positivi li mettiamo tutti in quarantena? Le voglio fare un esempio abbastanza calzante: la sindrome influenzale, se ricordo bene i dati, colpisce in Italia tra i 5 e gli 8 milioni di italiani ogni inverno, questi sono quelli che si ammalano, ma quanti milioni di italiani vengono a contatto con il o i virus influenzali e sviluppano una difesa immunitaria senza ammalarsi? La maggior parte della popolazione, qualche decina di milioni di Italiani. Se questi cittadini li testassimo, sarebbero tutti ” tamponi positivi”. Capisce? Ecco perché nei miei post chiedo: “Quanti tamponi positivi sono ammalati e quanti sani?” Con questo non sto dicendo che il Covid 19 sia una malattia “banale”, in alcuni palesemente lo è, in altri ha creato devastazione e morte, ma per la modalità di contagio il paragone credo sia accettabile.

In un post su Facebook parla di regime “costruito sulla paura, sulla ignoranza, sulla imposizione e sulla impossibilità, di chi subisce, di difendersi”. Cioè?

Questa è una questione molto delicata. La mia opinione dopo un paio di mesi di lockdown, a cui ero favorevole, basta guardare i post, sofferente ed insofferente ma favorevole, era che in una fase iniziale i Governi avrebbero guardato a salvare le vite, ma che in un secondo momento avrebbero guardato a salvare l’economia dei paesi.

Cosa vuol dire dunque con quelle parole?

Nel mio post io lamento, come in altri, l’essermi sentito schiacciato, comandato, non protetto. addirittura invece di trovarmi in un paese che avrebbe dovuto stanziare soldi per aiutare il popolo, mi sono trovato in una paese che i soldi li chiedeva al popolo.

Perché ha scelto e utilizzato quelle parole?

Lei mi chiede il perché delle parole regime, oppressione, ignoranza, etc, lei è una giornalista, dovrebbe conoscere il potere del linguaggio verbale, scritto, corporeo e l’arte della comunicazione e le sue strategie. Frasi come ” …li andremo a cercare e stanare nelle case e li porteremo in centri appositi…” …” a chi rifiuterà le cure faremo il TSO e c’e’ il carcere già pronto” …” la scienza non è democratica”…..” troveremo il modo di neutralizzarvi” ….e molte altre che le risparmio non le sembrano frasi da regime? Vogliamo parlare dei governatori sceriffo? Mi chiedo se la sua domanda quindi sia tale o anche una provocazione!

Quale consigli darebbe al governo e al ministero della Salute?

Io non sono nella posizione di dare consigli al Governo o al ministero della salute ma un paio di riflessioni le condivido volentieri.

Quali?

Siamo davanti ad un virus che ha inginocchiato il pianeta, che potrebbe sparire o riguadagnare virulenza, per il rispetto della popolazione, per il rispetto dei morti, per il rispetto di tutti i fragili, gli ammalati, di tutti coloro che non hanno potuto essere curati, salvati, aiutati, sarebbe il caso che la smettessero di fare politica e che unissero le forze per proteggere e aiutare il popolo. Sarebbe una manifestazione di profondità umana, intellettuale, spirituale, quella di dimenticare, durante una pandemia, gli schieramenti politici e fare fronte comune per affrontare un problema grave. Il popolo, i cittadini, le persone, hanno bisogno di guida, aiuto, sostegno, non di discorsi e chiacchiere. Non è la politica la cura per il virus, ma una corretta prevenzione e terapia, e la medicina non deve essere politicizzata. Il resto dei miei pensieri ve lo risparmio.

Cosa pensa dei test sierologici? E’ (in)utile farli?

I test sierologici hanno senso, forse, se associati ai tamponi, alla tipizzazione linfocitaria ed alla visita clinica. Il test sierologico può evidenziare i movimenti delle IgM ed IgG, ma anche qui ci possono essere falsi positivi e negativi, ed inoltre soggetti come me, che fanno pochi anticorpi, non sono valutabili.

La scienza cosa dice in merito?

Uno studio del Karolinska, recente, su 200 persone mostra che anche a fronte di una scarsa risposta anticorpale ci possa essere una buona risposta cellulomediata, ergo la utilità di un pannello linfocitario. Nello studio però chiariscono che non sanno se questo garantisca immunità completa e per quanto tempo in tal caso. In poche parole, allo stato attuale, nessun test in uso ci da la certezza, ma uno screening con più esami e visita medica possono dare più informazioni utili.

Che validità ha l’indagine epidemiologica avviata dal Governo?

Tutte le analisi epidemiologiche hanno una importanza ed un valore in relazione agli obiettivi prefissi ed il rispetto dei tempi della osservazione.

Lei ha scaricato l’app Immuni? E perché?

No, perché non condivido questa modalità di gestione del problema contagio. Vorrei soffermarmi su un altro aspetto.

Quale?

Dopo tutte queste gradite domande, se permette, vorrei ricordare a tutti che di pandemie in passato ne abbiamo già avute, le abbiamo superate grazie a due elementi principali: la prevenzione e le cure. La prevenzione dipende dalla responsabilità di ciascuna persona, per le cure auspico che la medicina ne trovi ancora e di più efficaci. In attesa di tutto questo, curiamo la salute, curiamo alimentazione, attività fisica, riposo, passioni, e stimoliamo il nostro sistema immunitario per affrontare meglio il tempo che verrà.

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