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Economia Tedesca

Come si preparano Spd, Fdp e Verdi al governo post Merkel

Tutte le ultime novità politiche in Germania in vista del nuovo governo. L'articolo di Pierluigi Mennitti

 

È il giorno del contratto, l’attesa fumata bianca sull’accordo programmatico da cui nascerà il primo governo tripartito della Bundesrepublik. Socialdemocratici, verdi e liberali lo presenteranno nel primo pomeriggio, poi toccherà ai direttivi dei singoli partiti approvarlo (secondo regole e modalità differenti per ciascuno di essi), quindi si passerà alla sua elezione. Se tutto filerà liscio come pare, Olaf Scholz sarà cancelliere nella prima settimana di dicembre, non oltre il 6, data in cui la Germania festeggia San Nicola.

Nel quartiere politico di Berlino circolano da qualche giorno organigrammi più o meno attendibili, con caselle incrociate tra dicasteri e probabili titolari. Sarà ormai conveniente attendere qualche ora per avere qualche indicazione in più, ma sembrerebbe ormai concluso il braccio di ferro sul ministero più importante, quello delle Finanze. Nel ballottaggio tra verdi e liberali, l’avrebbero spuntata questi ultimi, con il leader dell’Fdp Christian Lindner pronto a prendere il testimone che fu per molti anni di Wolfgang Schäuble e negli ultimi quattro di Olaf Scholz.

Un rigorista, tutt’uno con le tradizionali posizioni della Bundesbank e degli ambienti liberal-conservatori del mondo economico, Lindner è già stato definito senza troppa fantasia il falco del nuovo governo, deciso a riportare la politica di bilancio tedesca sulle orme di Schäuble più che di Scholz.

Necessità di equilibrio non solo all’interno della maggioranza hanno dunque obbligato i verdi a ripiegare su altri ministeri, cercando di imporre da lì la svolta ecologista che il nuovo esecutivo ha annunciato di voler perseguire. Serviva comunque un ministero economico come cabina di regia e Scholz avrebbe deciso di collocare Robert Habeck, il co-leader del partito, proprio al ministero dell’Economia, aggiungendogli competenze specifiche sul clima (Economia e Clima dovrebbe essere il nome del nuovo ministero). L’ex candidata alla cancelleria per il Sole che ride, Annalena Baerbock, occuperebbe invece gli Esteri, da dove potrebbe orientare in maniera differente rispetto al passato la politica verso la Russia, anche in tema di energia.

Insomma, se da un lato il prossimo cancelliere sembra aver imbarcato nel governo tutti i leader dei partiti partecipanti, presentando quindi un esecutivo forte, dall’altro dovrà essere molto abile in mediazione e leadership per gestire una politica economica che potrebbe oscillare tra due poli troppo diversi, quello dei liberali e dei verdi.

Secondo indiscrezioni di stampa, gli ecologisti avrebbero strappato negli ultimi giorni condizioni più precise in tema energetico e ambientale. Nel programma dovrebbe essere fissato nero su bianco l’obiettivo di un “massiccio sviluppo” delle fonti rinnovabili, che porterebbe entro il 2030 all’80% il fabbisogno energetico tedesco coperto da energia solare ed eolica. Se questo risultato sarà raggiunto, la fuoriuscita dal carbone sarà anticipata di 8 anni: non più nel 2038, come attualmente stabilito dal governo in uscita, ma appunto al 2030.

Novità anche per il settore automobilistico. Poco dopo il 2030 scatterà anche il divieto di nuove immatricolazioni per le auto a motori combustibili.

Ai socialdemocratici sono invece affidati i ministeri legati al lavoro e al sociale, mentre restano molte incognite su chi ricoprirà il delicato ruolo di ministro della Salute, in piena quarta ondata pandemica. Su questo punto c’è molta curiosità per capire come il nuovo esecutivo intenda davvero porre fine al vuoto merkeliano.

Le trattative per il nuovo governo sono state più rapide del previsto, nonostante la complessità di tenere assieme ben tre partiti con posizioni non proprio omogenee. I colloqui veri e propri sono iniziati il 21 ottobre: c’è voluto dunque solo un mese per giungere in dirittura d’arrivo. Tra poche ore si saprà se sarà possibile togliere i molti condizionali che ancora circondano il futuro della Germania.

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