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Putin Germania

Come si discute in Germania su Consiglio Ue ed economia asfittica

Il punto della situazione in Germania nell'approfondimento di Pierluigi Mennitti

Non potevano essere più diversi i commenti dei media tedeschi all’esito del vertice dei capi di Stato e di governo Ue. Divisi in due campi, quello minoritario che auspicava un salto in avanti verso gli eurobond e una sorta di condivisione dei debiti e quello maggioritario che puntava su misure nell’ambito dei trattati esistenti, i giudizi del giorno dopo riflettono delusione o soddisfazione. Smaltite entrambe per quel che riguarda il tema degli eurobond, appare a tutti chiaro che la partita europea continuerà nelle prossime settimane, decisive per capire come si concretizzeranno le misure più importanti annunciate.

SPIEGEL: DAL VERTICE UE SOLO UN CONTENITORE

“L’Ue promette migliaia di miliardi, prima o poi”, scrive lo Spiegel sulla sua edizione online, dando fiato a tutte le incognite legate alla concretezza degli impegni annunciati. “Invece dell’atteso grande piano, il vertice ha partorito solo un contenitore”, prosegue il settimanale progressista, i governi vogliono mettere a disposizione un bazooka finanziario, un fondo di salvataggio non nell’ordine di miliardi ma di migliaia di miliardi, come ha assicurato la presidente della Commissione Ursula von der Leyen: “Ma in Europa spesso il problema non è il contenitore ma i dettagli e su questi Italia e Spagna sono su lati molto distanti rispetto a paesi tipo Finlandia o Germania”. Per lo Spiegel “l’Unione Europea non ha ancora fallito l’occasione di approntare una sorta di Piano Marshall contro la crisi, ma ha procrastinato tutto in un futuro piuttosto lontano”. A maggio la Commissione deve presentare proposte concrete e poi si dovrà andare avanti, “il problema è che nessuno ha a disposizione il tempo che adesso verrà perduto”. Il commento si conclude con una punta di sarcasmo: ci si chiede perché, in tempi di riunioni per videoconferenze dovute alla pandemia, solo quelle dei leader dei paesi dell’Ue siano destinate al nulla di fatto.

LA STAMPA SI OCCUPA PIÙ DELLA CRISI INTERNA

Sarà che in verità le attese più elevate per i risultati del vertice Ue erano già state tutte addomesticate nelle trattative dei giorni precedenti e che il discorso in mattinata di Angela Merkel al Bundestag aveva mostrato con chiarezza quali fossero i confini entro i quali ci si sarebbe mossi nella teleconferenza, fatto sta che sulla stampa tedesca si ritrovano diversi articoli di cronaca e descrittivi delle proposte adottate e annunciate, e appena qualche commento. Il grosso dell’attenzione è tutto rivolto alla dimensione interna del discorso della cancelliera, alle polemiche con i Länder per modalità e tempi di allentamento del lockdown, alle preoccupazioni per una seconda ondata epidemica, al dibattito sulla costituzionalità delle misure restrittive e al confronto sul termine “orgia di discussione” che la stessa Merkel aveva pronunciato e che per alcuni oppositori preconizzerebbe una sorta di museruola al dibattito pubblico su come affrontare l’emergenza Covid-19.

CROLLA AL MINIMO STORICO INDICE IFO SUL CLIMA DELLE IMPRESE

Ma l’attenzione è soprattutto rivolta alle emergenze economiche interne. L’Ifo ha scodellato oggi nuovi dati che il suo stesso presidente Clemens Fuest definisce “catastrofici”. L’indicatore del clima delle imprese è crollato in aprile da 85,9 a 74,3 punti, storicamente è il punto più basso mai registrato (l’Ifo pubblica questo indice dal 2005). “Un crollo di questo genere non era mai avvenuto”, commenta l’Handelsblatt. “Un risultato naturalmente da ricondurre all’enorme peggioramento della situazione economica attuale”, osserva il presidente dell’istituto di Monaco. I settori che soffrono maggiormente sono servizi e commercio.
Il capo analista dell’Iab, l’istituto di ricerca dell’ufficio federale per il lavoro, ha pronosticato alla Wirtschaftswoche il superamento nei prossimi mesi della soglia dei 3 milioni di disoccupati. I settori a rischio sono sempre quelli, commercio e gastronomia, per i quali gli aiuti governativi sono ancora deboli.

Nel valutare le disponibilità o meno dei diversi paesi a impegnare risorse proprie in pacchetti comuni europei non va quindi dimenticato che questa crisi investe tutti, anche se in misura differente. Lo osservano un po’ tutti i giornali tedeschi, sui quali si approfondiscono le difficoltà di grandi gruppi come Lufthansa (che senza aiuti di Stato non sopravviverebbe alla crisi) o i marchi dell’auto (che chiedono incentivi economici per sostenere la ripresa dei consumi) e dei piccoli esercenti, come quelli del settore gastronomico, destinato ancora per molto a chiudere i battenti. “Decine di migliaia di aziende hanno fatto ricorso alla cassa integrazione”, nota la Welt, “ma gli aiuti dello Stato arrivano con ritardi di settimane e in alcune aziende i mezzi finanziari sono così scarsi da mettere in forse gli stipendi di aprile”.
Il governo ha varato ulteriori misure, tra cui alleggerimenti fiscali per il settore della gastronomia, l’aumento della cassa integrazione e il prolungamento di tre mesi dei sussidi di disoccupazione, iniziative criticate dagli imprenditori dei settori interessati, per eccessi burocratici nella loro erogazione. Altre misure sono invece appese al no di Bruxelles, come l’ipotesi di aiutare il settore turistico con l’emissione di buoni rimborso per le vacanze prenotate e saltate.

HANDELSBLATT: MA L’UE AIUTERÀ I PAESI PIÙ COLPITI

Tornando al vertice Ue, per lo stesso l’Handelsblatt l’azione dei governi europei non va giudicata negativamente, “l’Unione Europea funziona meglio di quanto gli stessi cittadini europei credano e i capi di Stato e di governo ieri lo hanno confermato”. Per il quotidiano economico la decisione “senza grandi discussioni” di affidare alla Commissione la preparazione di un programma per la ricostruzione è un passo positivo in avanti: “Con questo strumento dovrebbe essere chiaro che ci saranno aiuti miliardari per gli Stati colpiti con maggiore durezza dalla pandemia, sebbene i leader dei governi non siano ancora in accordo sui dettagli”. Sono proprio quei dettagli nei quali, secondo Spiegel, si nasconderà il diavolo. Ma l’Handelsblatt è sicura che non sarà così: “Nonostante le diversità di opinioni su eurobond e condivisioni dei debiti non siano ancora completamente superate è riconoscibile una volontà di lavorare in comune”, “il temuto scontro fra Nord e Sud Europa, fra Olanda e Italia, questa volta non c’è stato, il nuovo atteggiamento pacifico è probabilmente da ricondurre alla serietà della situazione”.

SÜDDEUTSCHE: PROGRESSI A TEMPO DI LUMACA

Un ottimismo non condiviso in pieno dalla Süddeutsche Zeitung, altra testata che si era espressa nei giorni scorsi a favore egli eurobond, che parla di umiliante gioco a ping pong. Per risolvere la loro disunione, i capi di governo avevano prima ribaltato la palla ai ministri delle finanze dell’Eurogruppo e ora l’hanno girata alla Commissione Ue. La proposta franco-italiana di finanziare il pacchetto di aiuti con coronabond è fuori gioco, ma non ha mai avuto chance per l’opposizione troppo forte di Germania e Olanda, osserva il quotidiano di Monaco, ma l’ipotesi di realizzare un programma di aiuti con le risorse del bilancio Ue 2021-2027 “è sensato”. Anche per la Süddeutsche il problema è nei dettagli, che poi dovranno essere discussi dai leader europei. Sebbene il dibattito “si sia finalmente instradato nella direzione giusta”, prosegue ancora “a tempo di lumaca”: “Speriamo che adesso avanzi più velocemente”, conclude la SZ.

Per quanto le posizioni a favore di condivisioni dei debiti siano in Germania minoritarie (anche tra l’elettorato), va comunque registrato che, rispetto ai tempi della crisi greca e dell’euro, il ventaglio di opinioni sia molto più variegato. Così come le posizioni di diversi istituti di ricerca economica (dal Diw di Berlino all’Iw di Colonia, dall’Iwh di Halle fino addirittura all’Ifo di Monaco) che in occasione di questa crisi pandemica avevano suggerito al governo di Berlino strade differenti rispetto a quelle poi adottate.

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