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Londra

Come sarà il New Deal di Johnson

Il premier Johnson ha annunciato misure per oltre 5 miliardi di sterline a sostegno del suo New Deal, mentre Sunak ha dato appuntamento all’8 luglio per i dettagli del progetto

Build. Build. Build. Costruire, costruire, costruire. Questo il messaggio montato sul podio a Dudley, nelle West Midlands, dove Boris Johnson ha pronunciato il discorso per il rilancio dell’economia britannica, duramente colpita dalla pandemia del Covid-19.

“Questo è il momento di essere ambiziosi”, ha detto Johnson mentre prometteva un New Deal rooseveltiano per il Regno Unito fatto di investimenti nelle infrastrutture, nell’edilizia popolare e nel National Health Service. Un piano di investimenti pubblici dunque che conferma lo spostamento dei Conservatori a sinistra dopo che già il loro programma elettorale aveva delineato l’abbandono dell’austerity cameroniana e l’attenzione per i nuovi votanti Tories dell’Inghilterra post-industriale del nord-est e delle Midlands. La nuova rappresentanza del partito – che alle elezioni del 2019 ha ottenuto la più grande maggioranza dal 1987 a oggi – determina il cambio di linea del partito e riplasma la sua politica economica in senso interventista. Il resto lo ha fatto la recessione causata dal coronavirus.

Il Premier ha annunciato misure per oltre 5 miliardi di sterline a sostegno del suo New Deal, mentre il Cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, ha dato appuntamento all’8 luglio per i dettagli del progetto.

Di questi 5 miliardi, 1,5 saranno destinati all’Nhs, alla costruzione di nuovi ospedali e all’ampliamento dei Pronto Soccorsi (in inglese A&E). 100 milioni di sterline saranno destinati alla costruzione e ai lavori di ristrutturazione di ponti, strade e autostrade come la A15 nella regione dell’Humber. Oltre 1 miliardo finiranno nell’edilizia scolastica, mentre è prevista anche la costruzione di 180mila alloggi di edilizia popolare per i prossimi 8 anni con condizioni di acquisto e affitto molto favorevoli per affittuari e aspiranti compratori.

Il partito Laburista ha criticato il piano di Johnson sostenendo che in questo momento la priorità è quella di salvare posti di lavoro. Più ambigua la reazione della Confindustria britannica – la CBI – che ha accolto con favore l’annuncio del Premier ma lo ha invitato anche a sostenere l’industria e l’occupazione.

A completare la giornata politica ieri c’è stata l’approvazione alla Camera dei Comuni del nuovo Immigration Bill del governo Conservatore che mette fine alla libera circolazione delle persone, uno dei pilastri del Trattato di Maastricht. Per il ministro dell’Interno, Priti Patel “il Regno Unito sarà sempre aperto a un’immigrazione di qualità, ma non lo sarà più nei confronti di un’immigrazione incontrollata”.

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