“Noi siamo il centro, ma non solo del centrodestra, siamo il centro della politica. Siamo noi il Ppe in Italia. Berlusconi è un grande leader che rappresenta la nostra storia, ma anche il nostro futuro”. Antonio Tajani, numero due azzurro, vicepremier e ministro degli Esteri, ricorda che se il centrodestra oggi guida il Paese “lo deve a Silvio Berlusconi”, rilancia Forza Italia, di cui è anche cofondatore, alla prova della prima convention, iniziata ieri, senza la presenza fisica di Silvio Berlusconi. Di cui però oggi in chiusura a Milano è atteso il ritorno con un videomessaggio, registrato ieri sera al San Raffaele.
La dura polemica ingaggiata dal ministro dell’Interno francese non si è ancora placata. Tajani chiede le scuse, perché definisce “una sorta di pugnalata alle spalle aver detto che il governo italiano non è in grado di gestire la pressione dell’immigrazione”. Ma “la grave mancanza di rispetto” per Tajani non è solo al premier Giorgia Meloni, al governo, “è all’Italia”
Anche l’atteggiamento risoluto del vicepremier e ministro degli Esteri, politico dalla formazione in buona parte in ambito europeo che anche in altre occasioni non ha esitato a dire la sua con i partner Ue, a dispetto di una narrazione che lo aveva dipinto troppo incline alla mediazione, oggettivamente rientra nella strategia del rilancio azzurro.
Con Forza Italia che serra i ranghi in vista delle Europee del 2024 e intende rafforzare il suo storico ruolo di “centro liberale, garantista, cristiano, euro-atlantico” senza farsi surclassare da FdI nell’alleanza tra Conservatori presieduti da Giorgia Meloni e Ppe. Tajani, che è anche vicepresidente dei Popolari Europei, ricorda: il Ppe siamo noi in Italia.
Significativi gli interventi, di solidarietà all’Italia sull’immigrazione, a Milano del presidente del Ppe Manfred Weber e dell’altra esponente di punta del Ppe, Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, ruolo che fu già ricoperto da Tajani.
Il coordinatore e vicepresidente azzurro sottolinea l’identità di FI, ricorda che il centrodestra è “una coalizione, non un partito unico”: “Noi siamo leali, ma crediamo nei nostri valori”. E sottolinea che FI non è per “gli estremismi”. Quindi non sta, afferma, con Marine Le Pen, mentre la Lega di Matteo Salvini ne rivendica, “orgogliosamente” la storica amicizia, attraverso Marco Zanni e il capodelegazione in Europa Matteo Campomenosi, i quali ricordano che la Le Pen “non ha mai insultato l’Italia”.
Ma a chi gli chiede se la sua sia una polemica con la Lega Tajani smentisce seccamente e spiega: “La mia è stata solo la constatazione di un fatto”. Il punto sono le Europee dove si andrà con il proporzionale e Tajani è fisiologico che rilanci Forza Italia, rivendicandone anche il ruolo storico di centro “non solo del centrodestra”.
La strategia azzurra è quella, in un quadro bipolare, di attrarre un’area del centrosinistra ormai abbastanza in sofferenza dopo la radicalizzazione del Pd di Elly Schein e le performance non esaltanti dell’ex (per ora?) Terzo polo.
L’ingresso nelle file azzurre dell’europarlamentare eletta come indipendente del Pd, Caterina Chinnici, figlia del giudice Rocco Chinnici, è un tassello significativo di questa strategia azzurra.
La parola oggi a Berlusconi, per il suo ritorno.