Secondo una inchiesta recente del quotidiano The Guardian, a firma di Adam Federman – che ha avuto accesso ai files dell’FBI relativi alle indagini su alcuni movimenti ambientalisti grazie al Freedom of Information Act (Foia) – Helen Yost, una attivista ambientalista di 62 anni e organizzatrice della comunità Wild Idaho Rising Tide (WIRT) fondata nel 2011, è stata arrestata due volte per essersi impegnata in manifestazioni di disobbedienza civile contro l’uso dei combustibili fossili e la costruzione di oleodotti nel Nord America.
Infatti per diversi anni WIRT pubblicizzava le sue azioni sulla pagina Facebook dell’organizzazione e gran parte della sua attività si è concretizzata nel tentativo di fermare il passaggio di enormi camion che trasportavano apparecchiature per il trattamento dei giacimenti petroliferi delle sabbie bituminose in Canada lungo le strade dell’Idaho.
La campagna di disubbidienza civile prevedeva la pubblicazione di registri pubblici sulle rotte dei tir, il monitoraggio della loro attività e, a volte, il blocco dei loro movimenti. Secondo le indagini dell’FBI Yost era anche attiva nel protestare contro la spedizione di carbone e petrolio ai terminal di esportazione a Seattle. Infatti nel 2014, WIRT- insieme a diverse altre organizzazioni ambientaliste e gruppi autoctoni nel nord-ovest del Pacifico – ha sponsorizzato una serie di raduni e seminari nella regione.
Proprio per tutte queste motivazioni nel 2014 l’FBI l’ha classificata come una potenziale minaccia alla sicurezza nazionale. Secondo le indagine dell’FBI il modus operandi di Yost – e di una dozzina di altre persone che fanno campagna contro l’estrazione di combustibili fossili in Nord America – sono considerate un pericolo per la sicurezza interna.
Le indagini dell’FBI sono state aperte ufficialmente fra il 2013 e il 2014 in relazione all’opposizione da parte dei movimenti ambientalisti al Keystone XL Pipeline e all’espansione della produzione di combustibili fossili nel Nord America. Non c’è dubbio che per L’FBI sia assolutamente indispensabile indagare sul movimento ambientalista e sul suo modus operandi anche se vengono poste in essere tattiche operative tipiche della disubbidienza non violenta. Infatti, secondo la lunga esperienza maturata dall’FBI, il movimento ambientalista costituisce ormai una minaccia potenziale per la sicurezza nazionale al di là delle frange estremiste che rientrano specificatamente nell’ecoterrorismo.
Proprio per questa ragione i cittadini americani che vengono considerati dall’FBI come pericolo per la sicurezza interna sono sottoposti a sorveglianza e a restrizioni quando compiono viaggi internazionali. Ritornando all’indagine del 2013-2014 queste sono state concluse dopo che gli accertamenti dell’FBI hanno stabilito che gli attivisti e le organizzazioni coinvolte in queste manifestazioni di disubbidienza non violenta non costituivano una minaccia per la sicurezza nazionale.
Dal punto di vista politico nel 2005 l’amministrazione democratica di Obama aveva rifiutato il progetto dell’oleodotto Keystone XL e nonostante le manifestazioni che hanno portato a fermare la conduttura del Dakota Access, Donald Trump ha approvato la costruzione dei gasdotti Keystone XL e Dakota Access.
Inoltre l’amministrazione Trump ha anche sostenuto sanzioni più severe contro gli attivisti che intraprendono un’azione diretta non violenta contro le infrastrutture dei combustibili fossili. Nel frattempo, sulla scia delle proteste di Standing Rock, sette stati hanno approvato una legge che rende un crimine trasgredire la proprietà contenente infrastrutture critiche.
Un caso analogo si è verificato con Herb Goodwin, un attivista di 70 anni, che nel 2013-2014 ha partecipato spesso alle azioni organizzate dalla Yost e da WIRT. Ha anche preso parte alle proteste di Occupy Wall Street a Bellingham, nello stato di Washington nel 2011 ed è stato uno dei 12 individui arrestati quell’anno per aver bloccato un treno del carbone BNSF che attraversava la città.
Goodwin faceva parte di una dozzina di attivisti ambientalisti molti dei quali affiliati al gruppo Deep Green Resistance. Fondata nel 2011, la Deep Green Resistance (DGR),si definisce un’organizzazione radicale che usa l’azione diretta nella lotta per salvare il pianeta.Sebbene il gruppo sostenga i movimenti clandestini, i suoi membri rispettano un codice di condotta che prevede l’uso della non violenza. Le indagini dell’FBI su DGR sono state finalizzate a determinare se il gruppo o qualcuno dei suoi membri stesse pianificando di impegnarsi nella distruzione di impianti energetici o in attacchi contro le compagnie ferroviarie.
L’FBI ha anche focalizzato la sua attenzione sulla presenza della DGR presso la Western Washington University, che ha ospitato una conferenza nel 2011 di due membri del gruppo, Max Wilbert e Dillon Thomson. Le Informazioni sulla conferenza, intitolata Environmentalism for the New Century, e sul professore che l’ha ospitata sono stata incluse negli archivi dell’FBI. Wilbert, che ha partecipato alla WWU, è anche membro del consiglio di amministrazione della DGR.
Nel contesto dell’indagine, l’FBI ha incontrato il Dipartimento di polizia dell’Università per discutere della possibile presenza di Deep Green Resistance nel campus della WWU.L’FBI ha cercato anche di determinare se qualcuno dei professori del dipartimento di scienze ambientali fosse coinvolto nel movimento DGR.
L’indagine sulle attività di DGR è stata formalmente chiusa nel 2014 dopo aver accertato che l’insieme delle loro attività non rappresentavano un pericolo per la sicurezza nazionale.
Contrariamente alle valutazioni espresse dal quotidiano britannico l’operato dell’FBI è stato assolutamente necessario proprio allo scopo di prevenire eventuali azioni che avrebbero messo a rischio la sicurezza interna. La necessità di compiere indagini così accurate e così sistematiche si rivela oggi più che nel passato necessario soprattutto perché la radicalizzazione estremista dei movimenti ambientalisti sia europei che americani può facilmente concretizzarsi in azioni eco terroristiche come sottolineato da Eric Denécé, direttore ed il fondatore del Centre Francais de Recherche sur le Renseignement, nel suo saggio “Ecoterrorisme – Altermondialisme, Écologie, Animalisme: De La Contestation À La Violence” dal momento che i confini tra azioni di disubbidienza civile e azioni terroristiche sovente è molto più labile di quanto non si pensi. Proprio per questa ragione è necessario che anche i nostri servizi si occupino con maggiore attenzione di questi fenomeni a scopo preventivo.