Il quotidiano tedesco Frankfurt Allgemeine Zeitung ha avuto accesso a una parte della documentazione dell’Ufficio federale di polizia criminale sulla presenza della camorra in Germania.
Nello specifico risulta che la mafia calabrese è organizzata in Germania meglio di quanto si conoscesse in precedenza. Secondo gli investigatori tedeschi dell’Ufficio federale di polizia criminale (BKA) infatti, si presume che la ‘ndrangheta abbia un proprio organo di controllo in questo paese, denominata il Crimine di Germania. Il suo compito più importante è mediare tra gli interessi dei singoli clan familiari. Fuori dall’Italia, la ‘ndrangheta non ha un organismo del genere in nessun altro paese europeo.
Le indagini svolte dagli investigatori mostrano che l’organismo segreto si riunisce almeno una volta all’anno e il vertice di questa organizzazione è costituito da nove membri. Il capo del comitato, il Capo Crimine, è nominato dai più importanti rappresentanti della ‘ndrangheta in Germania.
La ‘ndrangheta calabrese avrebbe introdotto il crimine di Germania negli anni successivi agli “omicidi mafiosi di Duisburg”.
Fino a qui i fatti nudi e crudi. Ebbene, nonostante questa fondamentale scoperta in Germania, il silenzio e l’omertà sul tema sono oramai presenti da anni, nonostante le numerosissime inchieste condotte tanto dalle autorità italiane, quanto da quelle straniere, provano come, proprio in Germania, la mafia abbia investito in modo considerevole alla crescita economica del Paese.
Infatti Cosa nostra, ‘Ndrangheta e Camorra continuano ad essere economicamente molto potenti anche grazie al denaro che viene ricavato dal commercio di droga, riciclato in Germania attraverso
l’acquisto di appartamenti, alberghi, pizzerie e ristoranti ed hanno partecipazioni in ditte e aziende tedesche. Non a caso sia il Procuratore generale di Palermo Roberto Scarpinato che Nicola Gratteri procuratore della Repubblica di Catanzaro hanno più volte sottolineato che la mafia in Germania vuole che i tedeschi pensino che non esista.
Non ha più necessità infatti di essere violenta ma attraverso il riciclaggio può condizionare pesantemente l’economia legale nonostante il 15 agosto 2007, vi sia stata la strage di Duisburg, in cui vennero assassinati con 55 colpi di arma da fuoco sei ragazzi (Marco Marmo 25 anni, Francesco Giorgi 16 anni, Francesco Pergola 22, Marco Pergola 19, Sebastiano Strangio 38, Tommaso Francesco Venturi 18).
Ora, la capillare presenza della criminalità organizzata in Germania — ed in Europa — dipende anche dalla assenza del reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, che permette di aprire indagini anche solo sulla base di una sospetta appartenenza a una cosca come ripetutamente ha denunciato Gratteri ma come aveva anche chiesto nel 2013 la Commissione CRIM (sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro), presieduto allora da Sonia Alfano che era riuscita ad ottenere da Strasburgo l’approvazione di un testo unico antimafia nel tentativo di armonizzazione delle norme a livello europeo.
Tutto ciò è rimasto tuttavia lettera morta. Soltanto attraverso una armonizzazione sotto il profilo del diritto penale è possibile una sinergia efficiente fra i vari uffici di polizia a livello europeo come oramai da anni sottolinea Gratteri. Il paradosso che non si può fare a meno di osservare è che mentre le organizzazioni criminali sono state in grado — e sono in grado — di coordinarsi a livello internazionale gli Stati — attraverso i loro apparati investigativi — non sono stati ancora in grado di trovare una linea comune.
Superfluo osservare che queste gravi lacune non hanno fatto altro che avvantaggiare la criminalità organizzata.