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Tricarico Nato

Come evitare il disastro nucleare? Parla il generale Tricarico

Rischio nucleare nella guerra Russia-Ucraina. L'analisi del generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare

 

L’Ucraina sta vivendo una nuova, drammatica fase della guerra. E’ partito in Ucraina il razionamento dell’energia elettrica. Intervento necessario dopo che gli attacchi russi hanno distrutto “in una settimana il 30% delle centrali elettriche ucraine”, come ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Se da un lato la tenaglia russa lavora sul fronte della distruzione delle infrastrutture ucraine, dall’altra fa di tutto per terrorizzare i civili. Esempi ne sono le esplosioni con droni kamikaze a Kiev oppure l’imposizione della legge marziale nelle aree sotto occupazione russa di Donetsk, Luhansk, Kherson e Zaporizhzhia.

Eppure tali atteggiamenti sarebbero testimoni di difficoltà, prima di tutto militari ma anche economiche, che non fanno altro che rendere ancora più pericolosa la Russia di Putin. La Nato, dal canto suo, sta riparando alle eventuali fragilità difensive a partire dai paesi europei più a est. L’Alleanza Atlantica potrebbe, a breve, disporre di un nome di primissimo rilievo, come quello di Mario Draghi, che il presidente Macron ha proposto come futuro segretario. L’ex premier italiano risponderebbe all’esigenza di puntare il focus dell’attenzione sul sud del mondo: i Paesi dell’area africana dai quali, nei prossimi anni, arriveranno le maggiori insidie.

RUSSIA: ALLA RICERCA DI NUOVE ARMI

Se, da un lato, l’orso russo atterrisce i civili ucraini, dall’altro l’esercito di Putin potrebbe essere a corto di armamenti. A dirlo è il generale Leonardo Tricarico, ex Capo di stato maggiore dell’Aeronautica Militare. “Credo che, di fondo, la Russia sia in una grave carenza di sistemi d’arma. E questo al di là della emblematicità di certi comportamenti, come può essere quello su Kiev, funzionale a terrorizzare la gente e a innescare l’idea di una ritrovata capacità operativa – ha detto il generale – Oltre questo non c’è nulla. Io escludo, al momento, che le sorti del confronto possano essere mutate, anche in maniera poco significativa, da questo tipo di bombardamenti, la cui caratteristica mi pare quella del crimine di guerra e che quindi io mi auguro che vada ad ampliare la panoplia di crimini di guerra e contro l’umanità dei quali Putin e i suoi collaboratori si stanno rendendo responsabili”. La Russia, un paese che spende come la Gran Bretagna, sta cercando di acquisire sul mercato armamenti. “Anche questo è un segno delle sue condizioni – continua il generale –. Ha un’industria nazionale che non è in grado da sola di produrre sistemi d’arma sofisticati, quindi adesso anche in virtù dell’avvicendamento di alcuni vertici militari, si sta cercando di dare altre suggestioni a questa guerra che, in effetti, tali rimangono, al di là degli spostamenti degli equilibri tra i due paesi”.

COME EVITARE UN DISASTRO NUCLEARE

Un equilibrio molto fragile sul quale incombe il rischio del ricorso alle armi nucleari. “Putin ha fatto una premessa ben precisa ma di carattere generale dicendo che in caso di attacco al territorio russo la Russia difenderà con ogni mezzo il proprio territorio. Ovviamente questa affermazione russa è stata pronunciata in corrispondenza dell’annessione delle quattro regioni dell’Ucraina che da quel momento in poi, nell’ottica russa, dovevano essere considerate territorio russo – aggiunge il generale Tricarico – . Questo è il fatto e se Putin dovesse essere coerente con quello che ha minacciato significa che attacchi di vaste proporzioni nei confronti del territorio russo potrebbero innescare un’escalation. Proprio per questo ritengo necessario un chiarimento per capire quali sono i comportamenti da evitare. A meno di non voler sfidare la sorte e speculare sulla reale volontà di Putin”. La responsabilità è, da un lato nelle mani dei militari russi, dall’altra nei vertici della Nato che devono operare con la massima attenzione per non offrire il fianco e trascinare il mondo in una guerra nucleare. “La dottrina dice che una eventuale risposta della Nato e dell’Occidente non si manifesta, proprio per lasciare inalterata le possibilità di deterrenza. Infatti sia Biden che altri hanno minacciato una reazione da catastrofe senza mai entrare nel merito sul tipo di reazione”, chiosa il generale

LE CONTROMOSSE DELLA NATO

A tal proposito negli scorsi giorni il segretario della Nato Stoltenberg ha detto che sarà raddoppiata la presenza nel Baltico e nel Mare del Nord e che sarà eseguita un’esercitazione delle forze nucleari. “Personalmente da quando si paventava un possibile attacco della Russia all’Ucraina, quindi prima del 24 febbraio, avrei irrobustito in maniera molto più significativa tutto il fronte della Nato in quelle regioni, a mo’ di deterrenza – ha osservato il generale Tricarico -. Certo Putin non si sarebbe lasciato spaventare da poche migliaia di soldati, o anche da uno schieramento robusto, ma per lo meno la deterrenza andava provata allora. Oggi ha senso l’esercitazione perché la si fa sempre, è doverosa, a prescindere dalle condizioni di quell’area. Perché esercitarsi vuol dire che, nel momento del bisogno, ognuno sa quello che deve fare e lo fa professionalmente, soprattutto quando si interagisce anche con altre nazioni. Se oggi vengono messe in luce queste esercitazioni è perché, evidentemente, si vuole dare alle esercitazioni un significato di deterrenza, ma non andrei oltre questo”.

LA NATO INTERVIENE A RINFORZARE LE FRAGILITÀ

In aggiunta a questo quattordici Paesi Nato, più la Finlandia, hanno siglato una lettera d’intenti nell’ottica di creare un quadro di difesa condiviso. “La nostra difesa aerea è già robusta, organizzata, altamente efficace con il sistema di difesa della Nato. Tra l’altro vorrei ricordare che laddove esistono dei punti di fragilità il nostro Paese insieme ad altri, ma soprattutto il nostro sta intervenendo per irrobustire questi punti. Noi stiamo mandando assetti di difesa aerea dal 2014 se non ricordo male, 8 anni, in nazioni come Islanda, Paesi Baltici, Polonia e mi pare anche Ungheria. Questi Paesi che sono poco attrezzati a difendere i propri cieli hanno la solidarietà della Nato che in massima parte viene concretizzata da un contributo italiano – ha aggiunto il generale -. Fuori dai confini nazionali abbiamo sistematicamente dai quattro ai sei aeroplani, compresi gli F35. Adesso l’impegno dei 14 paesi forse sarà un accordo per aiutare l’Ucraina più che la difesa europea. Ci sono certamente dei sistemi d’arma più aggiornati da introdurre nel sistema di difesa europea però la Nato, fin dalla sua costituzione, ha fatto di un punto centrale quello di disporre di una difesa aerea efficace ed estesa a tutte le frontiere dell’Alleanza Atlantica. Dove c’è una fragilità la Nato interviene a rafforzarla proprio perché consapevole che la difesa aerea deve essere uno degli aspetti più sicuri, soprattutto quando si tratta di un’alleanza difensiva”.

“LA NATO DEVE ESSERE SOTTRATTA ALLA GUIDA DI PERSONE COME STOLTENBERG”

Il generale Tricarico ha spesso espresso posizioni dure nei confronti degli atteggiamenti poco concertativi messi in atto dalla Nato presieduta da Jens Stoltenberg. “Lui ha sempre straparlato, ha sempre buttato benzina sul fuoco, è sempre stato il ventriloquo di qualcun altro” ha detto il gen. Tricarico a Piazza Pulita. Nei giorni scorsi il Presidente francese Macron ha avanzato l’ipotesi di assegnare a Mario Draghi il ruolo di nuovo segretario della Nato quando, a giugno Stoltenberg lascerà l’incarico. “Io Mario Draghi lo vedrei bene dappertutto, anche alla Nato. L’importante è che la Nato venga sottratta alla guida di persone come Stoltenberg così segnate culturalmente, così pronee questo lo voglio sottolineare, così prone, all’indirizzo di chi abusa della propria posizione di azionista di maggioranza – ha detto il generale -. E poi mi auguro che a presiedere la Nato sia un rappresentante di un paese del sud perché è ora che la Nato inizia a occuparsi anche del sud, da dove verranno le insidie maggiori. Parlo dell’area africana e di quella già accesa del Medio Oriente. Quindi bene Draghi, se non è lui, un esponente di spessore di un Paese non appartenente all’alleanza del nord che finalmente riconverta l’attenzione della Nato verso il sud come stiamo chiedendo da 30 anni noi ed altri. E come sistematicamente viene ignorato”.

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