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Schroeder

Come e perché il Bundestag strapazza Schroeder

Il Bundestag ha votato una mozione presentata dai partiti della maggioranza con cui sono stati cancellati alcuni benefit goduti da Schroeder in quanto ex capo di governo. L'articolo di Pierluigi Mennitti da Berlino

 

Tempi duri per Gerhard Schroeder. L’ex cancelliere tedesco passato a ruoli di dirigenza in società energetiche russe è sotto pressione a casa e in Europa. Il Bundestag ha votato una mozione presentata dai partiti della maggioranza (tra cui naturalmente la sua Spd) con cui sono stati cancellati alcuni benefit goduti in quanto ex capo di governo. E da Bruxelles, il parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si invitano gli Stati membri a sanzionare manager o politici dei rispettivi paesi che lavorano o collaborano con aziende russe: il nome di Schröder è risuonato più volte durante il dibattito degli europarlamentari.

Le misure adottate dal Bundestag riguardano la chiusura dell’ufficio di lavoro all’interno delle strutture dello stesso parlamento tedesco e del personale di segreteria aggregato, di cui Schroeder continua a disporre. Un luogo istituzionale che l’ex cancelliere utilizzava per le pubbliche relazioni e l’attività lobbistica legata ai suoi incarichi a Rosneft e Nord Stream Ag e che nei fatti viene pagato dal contribuente tedesco.

Una situazione che, dopo lo scoppio della guerra russo-ucraina, stava creando crescente imbarazzo al governo e in particolare all’Spd e al cancelliere Olaf Scholz. I legami che Schroeder aveva intrecciato nel corso degli anni di attività lobbistica erano pervasivi, non avevano risparmiato quasi nessun partito politico, ma naturalmente erano piuttosto solidi all’interno dell’Spd, partito di cui ancora oggi mantiene la tessera.

Difficile immaginare che si sarebbe mosso qualcosa se la Russia non avesse attaccato l’Ucraina, ma da qualche settimana la pressione su Scholz era diventata non più sostenibile. Anche per la decisione di Schroeder di non lasciare nessuno degli incarichi dentro le due aziende statali russe, scelte che creavano sempre più malumori tra gli stessi dirigenti socialdemocratici. Alcuni dei quali (la presidente del Meclemburgo-Pomerania Anteriore su tutti, Manuela Schwesig) non ci hanno messo poi troppo a rinnegare antiche amicizie e recenti legami di interesse, come dimostra la vicenda che abbiamo raccontato della Fondazione regionale creata per aiutare le imprese impegnate nella costruzione del Nord Stream 2 a evitare le sanzioni americane.

Ma la riconoscenza non è mai stata merce abbondante in politica e la pressione di stampa e opinione pubblica era diventata insostenibile.

Così il governo ha dovuto accelerare e intervenire, anche perché il caso rischiava di diventare un campo di battaglia politico. Nel fine settimana, infatti, si era mossa l’opposizione conservatrice. Cdu e Csu avevano annunciato una loro mozione finalizzata a eliminare completamente i benefit dell’ex cancelliere, comprese quelli della protezione personale affidata agli uomini dell’Ufficio federale della polizia criminale (Bka), un reparto delle forze di polizia sotto la responsabilità del ministero dell’Interno, e della pensione. Un passo troppo lungo, che avrebbe aperto un contenzioso con la Corte costituzionale destinato con molta probabilità all’insuccesso. Per questo i partiti di governo hanno scelto di agire, ma di limitare i tagli. Pensione e protezione personale restano appannaggio dell’ex cancelliere.

Tecnicamente, l’indisponibilità dell’ufficio sarà immediata, mentre al personale della segreteria saranno concesse alcune settimane per sbrigare i lavori di chiusura. Poi sarà destinato ad altri incarichi sempre all’interno delle strutture amministrative del Bundestag.

La cancellazione di una parte dei benefit è stata possibile grazie all’introduzione di una nuova normativa che regola la materia. Essa prevede che il sostegno logistico del Bundestag non sarà legato allo status di ex cancelliere, ma all’esecuzione di attività davvero rappresentative come patrocini, discorsi pubblici, viaggi diplomatici. Al momento, data la stabilità del sistema politico tedesco e quindi il non alto numero di ex cancellieri nella storia della Bundesrepublik, le regole riguarderanno solo Angela Merkel, l’unica in vita assieme a Schroeder.

Ma come scritto, le pressioni per Schroeder non si fermano a Berlino. Il parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si invitano gli Stati membri a sanzionare manager o politici dei rispettivi paesi che lavorano o collaborano con aziende russe, Schroeder in primo luogo. La risoluzione non è vincolante, ma aumenta la pressione sul presidente della Commissione von der Leyen affinché proponga ufficialmente l’inclusione di Schroeder nell’elenco delle sanzioni Ue. È probabile infatti che la mossa di Berlino non soddisfi la sete di rivalsa dei parlamentari europei, specie di quelli dei paesi dell’Europa centro-orientale e baltica, che con l’ex cancelliere avevano ingaggiato tante battaglie sui gasdotti di Nord Stream.

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