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Germania Covid

Come andrà l’economia della Germania?

La scelta del semi lockdown al momento si è dimostrata vincente in Germania: danno economico contenuto e contagi in rallentamento. Due fattori (Usa e vaccino) rasserenano gli scenari ma la botta del Covid peserà a lungo sull'economia.

La ripresa dopo il primo lockdown è stata in Germania più robusta del previsto e il semi lockdown autunnale sembra incidere in maniera contenuta sul Pil nazionale. Per questo i numeri presentati oggi dai cosiddetti saggi, gli economisti dei principali istituti di ricerca del paese che consigliano governo e Bundestag sui temi di politica economica, inducono all’ottimismo e indicano un rallentamento più contenuto del motore tedesco. Le tradizionali previsioni autunnali stimano la caduta del Pil tedesco nell’anno della pandemia al -5,1%, quasi un punto e mezzo di recupero rispetto al più cupo -6,5 previsto in primavera. Si tratta di un lieve miglioramento anche rispetto alle più recenti stime del governo, rimaste ancora ferme a un -5,5%.

Ma che la situazione si presenti meno catastrofica rispetto a qualche mese fa anche dalle parti del ministero delle Finanze lo testimonia un documento interno, citato dall’Handelsblatt, secondo cui anche il previsto calo delle entrate fiscali per gli anni 2021-2022 dovrebbe conteggiare un recupero intorno ai 10 miliardi di euro.

Insomma, la caduta del Pil nel 2020 sarà più contenuta, proprio grazie alla forte ripresa nei mesi estivi. Circostanza che si riflette anche sulle previsioni per il 2021, quando secondo i saggi economisti stimano una crescita del Pil contenuta al 3,7%, mentre il governo la fissa ancora al 4,4.

A irrobustire l’ottimismo sull’anno ancora in corso, attenuando i timori su una ricaduta determinata dall’abbattersi della seconda ondata pandemica, la considerazione che i semi lockdown come li ha organizzati il governo incidono in maniera contenuta sulla prestazione economica complessiva e sembrano invece aiutare a riabbassare la curva dei contagi. Su quest’ultimo aspetto ci sono prime indicazioni confermate anche da alcuni virologi tedeschi, come l’esperto della Charité di Berlino Christian Drosten, secondo il quale i dati dei contagi dell’ultima settimana (la prima del cosiddetto lockdown light) segnano un lento rallentamento. Se questo sia sufficiente a frenare la seconda ondata lo stabiliranno la cancelliera e i presidenti dei Länder nella riunione di metà mese e non è escluso che, per consolidare la tendenza, vengano adottate temporaneamente nuove misure restrittive, forse sul versante della scuola dove i numeri sono meno favorevoli rispetto a qualche settimana fa.

Ma la chiusura di ristoranti, bar, alberghi, palestre, attività culturali e sportive, per quanto dolorosa per i settori colpiti, incide in maniera marginale sull’economia del paese. Appena lo 0,2% secondo la stima dei saggi. Al contrario, ha osservato Gabriel Felbermayr, direttore dell’Institut für Wirtschaft (Iw) di Colonia, questa volta sono state mantenute in vita le catene di approvvigionamento internazionali, permettendo all’industria di continuare a produrre. Il governo spera che gli aiuti finanziari aggiuntivi stanziati per i settori colpiti dalle chiusure novembrine aiutino gli esercenti a superare il fermo e ne calmino le legittime proteste. E che la situazione ritorni sotto controllo nell’arco di due, tre settimane, in modo da poter con accortezza allentare qualche restrizione a dicembre.

La scelta del semi lockdown, comunque, al momento si è dimostrata vincente: danno economico contenuto e contagi in rallentamento. Soprattutto perchè è stata adottata in tempo, quando ancora la curva delle infezioni non era finita completamente fuori controllo. E i saggi, non sempre teneri con i governi cui offrono la loro consulenza, danno questa volta un giudizio positivo della gestione della pandemia da parte della Grosse Koalition: da marzo a oggi le reazioni sono state sempre tempestive e decise.

Due nuovi elementi esterni contribuiscono a rasserenare il clima anche per i mesi successivi, ha aggiunto Timo Wollmershäuser, responsabile per le previsioni congiunturali dell’Ifo di Monaco. Da un lato la vittoria di Joe Biden nelle presidenziali Usa, che fa sperare in un cambio a medio termine nella strategia delle guerre commerciali, specie con l’Europa. Dall’altro l’annuncio dei progressi nello sviluppo dei vaccini, che apre nuovi scenari per il 2021. Vengono così meno due fattori di rischio che rendevano l’orizzonte incerto, ha concluso l’esperto dell’Ifo. Resta la Brexit, e bisognerà anche verificare l’effettiva strategia commerciale del futuro presidente Usa.

Però l’arrivo dei vaccini cambia tutto lo scenario. Ne è convinto Felbermayr (Iw): quando il 50-60% dei tedeschi sarà stato immunizzato, anche le restrizioni ancora in vigore potranno essere abolite e la vita economica potrà tornare a svilupparsi come prima della pandemia. Il problema sarà riuscire a mantenere la disciplina in questi prossimi mesi, quando il vaccino non sarà ancora disponibile su larga scala. Per Claus Michelsen, esperto di dati congiunturali al Deutsches Institut für Wirtschaftsforschung (Diw) di Berlino, l’annuncio del vaccino può produrre un rischio rilassamento, che potrebbe minare la gestione mirata delle infezioni e inficiare quel delicato equilibrio che sta consentendo all’economia nel suo complesso di continuare a funzionare. Se la popolazione ritiene di poter abbassare la guardia perché il vaccino è in arrivo, una notizia positiva nel medio termine può trasformarsi in un fattore di rischio nel breve.

La crisi pandemica è destinata tuttavia a lasciare strascichi sull’economia tedesca ancora per molto tempo, ha concluso Michelsen. Innanzitutto è immaginabile un rallentamento dell’economia nell’ultimo trimestre di quest’anno: le restrizioni legate alla seconda ondata sono meno pesanti rispetto alla primavera ma non indolori. E anche la ripresa del 2021 procederà in maniera più lenta. Nessuno azzarda al momento previsioni su quando l’economia avrà completamente recuperato il crollo del Covid. Ma un’occhiatra alle previsioni delle entrate fiscali dello Stato suggerisce che la strada sarà lunga. Secondo il ministero delle Finanze, nonostante il recupero di 10 miliardi tra il 2021 e il 2022 rispetto al calo previsto, le casse dello Stato soffriranno anche nei due anni successivi, quando si stimano entrate in diminuzione di 2,1 miliardi per il 2023 e di 5,6 miliardi per il 2024.

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