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Economia, denatalità, Iran e non solo: tutte le difficoltà della Cina. Parla Sisci

L'intervista di Marco Mayer a Francesco Sisci, docente alla Business School della Luiss ed esperto di Cina contemporanea.

La politica estera della Cina nei confronti dell’Iran e dell’Arabia Saudita sta passando un momento di difficoltà. Anche le proposte per l’Ucraina non sono state ben accolte dalla Russia di Putin. L’invecchiamento della popolazione minaccia l’economia. E cosa succederà dopo l’uscita dell’Italia alla Nuova via della Seta? Conversazione di Marco Mayer con il sinologo Francesco Sisci, docente alla Business School della Luiss.

Cosa è veramente successo nelle piazze cinesi e in particolare a Shangai alla fine del novembre 2022?

Credo sia stata una protesta impossibile da controllare perché si opponeva a una limitazione di libertà basilare, quella di uscire di casa, di fare una passeggiata. Cioè si opponeva a un imprigionamento di tutta la popolazione per nessuna colpa e nessuna ragione. Infatti, nonostante le misure restrittive, l’epidemia si era diffusa fuori da ogni controllo saturando tutta la sanità. Il sistema è scoppiato. Ma la cosa interessante davvero è che di fronte allo scoppio il governo Xi Jinping ha fatto una inversione a U repentina senza spiegazioni e senza opposizione. Ciò prova la forza di Xi e la resilienza del sistema, che riesce a superare errori marchiani quasi senza battere ciglio

Denatalità e invecchiamento della popolazione fanno arretrare ulteriormente la crescita cinese dopo la lunga chiusura del Covid ?

Sono fenomeni di lungo termine che hanno un impatto credo non immediato. La lunga battaglia contro COVID e gli errori commessi hanno minato la fiducia della popolazione nel governo. La fiducia è qualcosa che ha bisogno di tanto tempo per essere costruita e invece basta un attimo per distruggerla. Ora ricostruirla non sarà impossibile ma sarà lungo e ci vorrà tempo ed energia.

Perché la Cina non riesce ancora a consentire a capitali stranieri di comprare aziende, banche o beni cinesi mentre le imprese cinesi si muovono con più libertà in giro per il mondo? Non ti sembra una palla al piede per il futuro della Cina?

La spiegazione è che la Cina in alcune aeree ha considerazioni di interesse e sicurezza nazionali prevalenti sugli eventuali vantaggi economici connessi derivanti con aperture giudicate eccessive. Perché le questioni sociali sono cosa separata e non c’è tutto chiuso o tutto aperto. Infatti quasi niente è del tutto chiuso, come quasi niente è del tutto aperto.

Hong Kong ha perso numerosi talenti scientifici e imprenditoriali per l’emigrazione di oltre 150.000 cittadini cinesi all’estero dopo le leggi repressive imposte dal Partito Comunista Cinese nel 2020. In queste settimane si sta cercando di rendere più facili la mobilità delle persone e le comunicazioni digitali tra Hong Kong, Shenzen e tutte le altre città della Grand Bay. Questa novità potrebbe preludere all’eliminazione del Social Credit System nella zona?

Il social credit system non c’è mai stato a HK. Se sarà eliminato nella futura grande zona HK, Shenzhen, Zhuhai? Non lo so anche perché per ora la grande zona non esiste e non è chiaro se essa avrà uno statuto speciale rispetto al resto del RPC o no. Molte cose sono ancora non chiare su questa nuova geografia politica dell’area.

Hong Kong ha conservato un certo grado di libertà per le istituzioni e per le scuole religiose cristiane rispetto alla mainland? Come si pone questo tema rispetto ai contatti che hai seguito personalmente tra il Vaticano e la Segreteria di Stato?

Una cosa importante è che il vescovo di Hong Kong, Zhou, ha annunciato la fondazione di una nuova università cattolica nel territorio. È la prima volta dalla fondazione del Partito Comunista Cinese che si apre una università cattolica.

Il premier indiano Modi ha lanciato la formula “India grows China slows”. C’è del vero oltre la propaganda e come è stata presa da Pechino?

Beh, Pechino è preoccupata per questa gara con l’India e credo che per ora la politica sia di cercare spazi per migliorare i rapporti con l’India a livello bilaterale, mentre si dice all’occidente che come base produttiva la Cina è ancora molto meglio dell’India. Mi sembra una politica un po’ ingenua che potrebbe fare fatica ad andare avanti.

La Cina ha avviato un processo di dialogo triangolare con Arabia Saudita e Iran. A che punto siamo?

Siamo in difficoltà, perché al di là della retorica i sauditi mi pare siano molto interessati al rapporto con Israele e con l’India, e questo apre alla Via del Cotone. Mentre l’Iran non ha spento l’insurrezione Houthi in Yemen, che era un corollario importante dell’accordo. Naturalmente ciò non significa un ritorno automatico all’ostilità tra Sauditi e iraniani, ma la questione è meno semplice di quello che appare.

Il piano cinese per una possibile mediazione in Ucraina non ha avuto almeno apparentemente un buon accoglimento da parte di Putin, perché? È in corso un raffreddamento tra l’asse privilegiato Mosca e Pechino come accenna Bloomberg?

La Cina dopo la delusione per la mancata vittoria immediata di Putin sull’Ucraina e l’allargamento della NATO deve “hedge its bets”! Da una parte non vuole il crollo della Russia, ma dall’altro non vuole essere trascinata nell’abisso in caso di crollo. Così la Cina di fatto si è messa al centro di una situazione di “auto tortura”. Finche la guerra dura Pechino soffre, non è il bersaglio principale, ma non è nemmeno in salvo; è comunque una posizione pessima. Da qui la Cina vorrebbe uscire, ma oggi manca l’interlocutore principale perché gli Stati Uniti sono un partner incerto se Trump non viene eliminato dal quadro. Infatti se Trump fosse eletto si aprirebbe un quadro molto incerto. Lui vuole riforme dell’esecutivo, una massiccia discontinuità con il passato, ma rimarrà al potere solo 4 anni, se non elimina il limite dei due mandati presidenziali. Quindi se viene rieletto Biden abbiamo una chiara continuità, se viene rieletto qualcun altro che non sia Trump abbiamo una continuità sostanziale, ma se Trump dovesse tornare alla Casa Bianca siamo in una fase di incertezza per alcuni anni, quindi come fa la Cina a trattare con gli Usa? Senza un negoziato come va la relazione bilaterale? E come vanno tutte le guerre in corso nel mondo?

Il blocco di Suez potrebbe creare problemi di inflazione se dura troppo nel tempo danneggiando le economie cinesi ed indiane perché per l’ennesima volta sono solo gli Stati Uniti a doversi far carico dell’ iniziativa militare che garantisce il passaggio delle navi?

È quello che sta succedendo e al di là della retorica, mi pare che gli Houthi non abbiano il sostegno dell’Iran. Questo dovrebbe riportare credo presto le rotte marittime a livelli di una certa calma. Ma impone comunque una presenza della marina militare in quelle zone come elemento di dissuasione vera.

Dopo il mancato rinnovo della via della Seta l’Italia ha finalmente definito un approccio strategico (a mio avviso assente da sempre) nei confronti del Dragone?

Non lo so. Ma per quello che vedo non mi pare. La questione della Cina è centrale per il mondo oggi e nei prossimi anni. Da qui cominciano le definizioni fondamentali e poi del resto della politica estera e della politica interna. Mancando una strategia sulla Cina quindi non c’è l’architrave della politica italiana a 360 gradi. Non mi pare di vedere architravi, ma forse mi sbaglio.

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