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Cina

A cosa mira la Cina in Afghanistan

Che cosa significa il vertice sull'Afghanistan coordinato dalla Cina con Pakistan, Iran, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan. Il punto di Giuseppe Gagliano

Il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi, ha coordinato l’8 settembre una riunione ai massimi vertici con i suoi omologhi di Pakistan, Iran, Tagikistan, Uzbekistan e Turkmenistan per trovare di comune accordo una soluzione alla attuale instabilità dell’Afghanistan che rischia di creare gravi problemi su medio-lungo termine.

LO SCOPO DEL VERTICE

Se da un lato il vertice ufficiale è stato l’occasione da parte della Cina per criticare le responsabilità di Washington e dei suoi alleati per avere creato la situazione attuale in Afghanistan e soprattutto per sottolineare come il pericolo terrorista non sia stato per nulla eliminato ma come al contrario l’intervento armato abbia rafforzato l’azione terroristica che ha determinato considerevoli ed ingenti danni alla popolazione civile afghana. Dall’altro lato l’incontro è stato anche l’occasione per annunciare che la Cina invierà aiuti per circa 31 milioni di dollari sia nel contesto alimentare sia nel contesto dei vaccini COVID.

A COSA PUNTA LA CINA IN AFGHANISTAN

Non è difficile comprendere qual è l’importanza di una riunione di vertice di questa natura. Da un lato la Cina intende salvaguardare i propri interessi nel contesto della nuova via della seta e nel contesto delle risorse minerarie; dall’altro lato la Cina intende penetrare in Afghanistan – magari utilizzando la consueta trappola del debito – per andare progressivamente e gradualmente a sostituire l’influenza americana. Un processo, questo certo, che richiederà molto tempo.

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