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Perché sono economiche le ragioni della sconfitta di Erdogan alle amministrative in Turchia

Quali sono i motivi della sconfitta del partito di Erdogan alle elezioni amministrative in Turchia? Fatti e analisi

Sono state elezioni sorprendenti e sensazionali quelle che l’altroieri in Turchia hanno visto le opposizioni al partito del presidente Erdogan e in particolare il CHP trionfare in decine di città inclusa quella Istanbul che fu il trampolino di lancio della ormai più che ventennale carriera politica del sultano. Ecco tutti i risultati e le prime analisi di una sconfitta le cui ragioni rimandano tutte al più grave tallone d’Achille di Erdogan, l’economia.

Non solo Istanbul: le vittorie del CHP e delle opposizioni

Come riporta Cnbc, la carica di sindaco della metropoli sul Bosforo se l’è aggiudicata l’uscente Ekrem Imamoglu addirittura con un vantaggio del suo partito di centrosinistra CHP di oltre un milione di voti.

Ma le opposizioni hanno stravinto anche nella capitale Ankara, a Izmir, ad Adana, Bursa, Balikesir e Adiyaman nel contesto di un’ondata palese di protesta che, come rileva Cnn, ha contagiato 36 delle 81 province turche, comprese 14 delle 30 aree urbane del Paese .

Uno smacco dunque per un leader che dal 2002 ha sempre trionfato alle urne ma che ora perde il controllo anche di alcune delle tradizionali roccaforti del suo AKP, che con il 35,5% dei suffragi si piazza secondo rispetto a un CHP che incassa il 37,7%.

L’esultanza

“Il tempo dell’uomo solo al comando è finito oggi”, ha detto Imamoglu ieri sera davanti a una folla in delirio per questa dichiarazione come per quel tweet del giorno dopo in cui il trionfatore ha sottolineato che “il declino della democrazia finisce ora”.

Ed è chiaro a tutti che Imamoglu è ormai non solo la nemesi di un leader autoritario ma appannato ma anche colui che, con tutta probabilità, sarà il candidato presidente di un’opposizione forse unita in quel turno elettorale del 2028 cui anche Erdogan potrebbe partecipare se riuscirà a cambiare la Costituzione ad hoc.

Le ragioni (economiche) di una sconfitta

Sebbene i risultati evidenzino la volontà di moltissimi turchi di riavere indietro democrazia e diritti negati da un regime espressione quasi di una sola persona per giunta incline alle paranoie, è all’economia e alle relative sofferenze della popolazione che bisogna guardare per comprendere le ragioni della débacle di Erdogan e del suo partito.

Come scrive Bloomberg, questo voltafaccia “si spiega soprattutto con la persistente altissima inflazione registrata anche dopo che Erdogan ha autorizzato la Banca Centrale ad alzare il principale tasso di interesse al 50%, il livello più alto da quando il partito del presidente è andato per la prima volta al potere nel 2002”.

Il costo del denaro alle stelle è, osserva la testata finanziaria, quello che ha fatto precipitare il sentiment dei consumatori inquieti per incrementi dei prezzi prossimi al 70%.

I commenti degli esperti

“In queste elezioni municipali”, spiega a Bloomberg il direttore di Eurasia Group per l’Europa Emre Peker, “gli elettori sembrano aver punito (l’AKP) e i suoi candidati per le difficoltà economiche”.

“Nel 2019”, ricorda l’economista turco Arda Tunca in un tweet riportato da Cnbc, “l’AKP perse le città più grandi a causa degli effetti della crisi economica dell’anno precedente. Ora la minaccia dell’impoverimento e la disoccupazione si sono però diffusi in tutto il Paese” motivando gli elettori a votare di conseguenza.

“La gente sta avvertendo la sofferenza economica più che mai”, spiega all’Economist Evren Balta, docente alla Ozyegin University.

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